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  • Quodlibet, titolo della pièce del 1969 di Peter Handke che ci accingiamo a tradurre, è parola latina

    Dal dizionario Treccani:

    quòdlibet (meno com. quòlibet) s. m. [dal lat. quodlĭbet, propr. «ciò che piace» (quod libet), sostantivato nel lat. mediev. e divenuto pertanto declinabile (plur.quodlìbeta); la variante quolibet, proveniente da espressioni quali disputatio de quolibetquaestio de quolibet, e sim., è prob. dovuta a influenza francese, essendo in Francia usata appunto questa forma] (pl. quodlìbeti, o invar.; nel sign. 1 anche, alla lat., quodlìbeta). – 

    1. Nome con cui nel tardo medioevo furono designate quelle dispute pubbliche (quaestiones) che in periodi fissi (2a e 3a settimana di Avvento, 4a settimana di Quaresima) si tenevano nelle università: il nome deriva dal titolo stesso delladisputatio che era de quolibet, cioè attorno a un qualsiasi argomento, proposto aquolibet (o ad voluntatem cuiuslibet), cioè non dal maestro che sosteneva la disputa, ma da persone presenti. 

    2. In musica, composizione per lo più a carattere scherzoso, umoristico o parodistico, risultante dalla combinazione di melodie di canzoni popolari, anche di andamento e provenienza eterogenea, sviluppatasi in epoca tardomedievale e rinascimentale durante la stagione polifonica; celebre è il quodlibet che J. S. Bach introdusse nell’ultima delle sue Variazioni di Goldberg sovrapponendo due melodie popolari dell’epoca.

    Da wikipedia:

    Il quodlibet è un brano musicale  che è composto da diverse melodie  unite per mezzo del contrappunto. Di solito si tratta di melodie popolari, spensierate ed allegre, spesso rimaneggiate. Un esempio molto famoso di quodlibet si trova alla fine delle Variazioni Goldberg di Bach, dove si trovano le melodie popolari Ich bin so lange nicht bei dir g'west, ruck her e Kraut und Rüben haben mich vertrieben (Troppo son stato lontano da te e Cavoli e rape rosse mi hanno sviato). Un altro esempio è il Galimathias Musicum, un quodlibet a 17 voci composto da Wolfgang Amadeus Mozart quando aveva dieci anni.

    Dei quodlibet più impegnati si trovano nelle messe di Jacob Obrecht, il quale a volte mette insieme melodie popolari, canto gregoriano e musica originale nello stesso brano.

    La parola viene a volte utilizzata per descrivere dei punti o delle argomentazioni in un dibattito (normalmente di ordine teologico) o una disputa basata realmente su sottigliezze.