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  •  Accademia Tedesca Roma

    Villa Massimo

     

    Lettura di Villa Massimo all’Aventino

    con Oswald Egger e Martin Mosebach

     

    Villa Magistrale - Sovrano Militare Ordine di Malta

    Piazza dei Cavalieri di Malta, 3 - Roma

     

    Mercoledì, 10 dicembre 2014, ore 19.30

    Mercoledì, 10 dicembre 2014, ore 19.30

    Lesung 10.12. 2014

    Appunti dalla presentazione di Camilla Miglio al Palazzo dei Cavalieri di alta, Letture Aventiniane:

    Oswald Egger e Martin Mosebach. Due autori che hanno, in modo diverso, un legame particolare con l’Italia.

    Oswald Egger è un italiano ‘di lingua tedesca’, nato a Lana in Alto Adige nel 1963, vive a Vienna, dove si è formato in studi filosofici e letterari, e insegna a Kiel, in un corso universitario di nuova fondazione intitolato a Lingua e FormaSprache und Gestalt.

    Dicevo, l’Italia- anche per Martin Mosebach, Francofortese, classe 1951, studi di legge, genitori uno cattolico uno evamgelico, arrivato tardi ma con enorme successo alla letteratura (cito solo il premio Buechner 2007). l’Italia con la sua cultura, la sua arte, i suoi luoghi , la sua latinitas, è un luogo di osservazione, scrittura, meditazione, ascolto, - sempre in viaggio. Sì - perché Mosebach ha regalato alal letteratura tedesca molti libri fondati su viaggi, tra oriente e occidente, ma qui parliamo di Italia, e ricordiamo dunque Die schoene Gewohnheit zu leben (vcome gli altri libri edito da Hanser).

    Viaggio in Italia (tra Roma e Venezia e i dintorni di Napoli, dove la vita quotidiana si apre alla storia dell’arte, del teatro della cultura).

     

    Entrambi gli autori qui presenti – ognuno a suo modo e in modi molto diversi – hanno un legame particolare con le arti: musica, pittura e canto, teatro, opera, libretto.

    Entrambi sono fortemente ispirati dalla riflessione sullo scrivere e animati da un senso critico-estetico con una forte base etica.

     

    Qualche esempio: l’attenzione di Oswald Egger per i valori fonici del testo – mai gratuiti ma sempre fondati in un discorso etico sulla lingua. Ci qualche titolo per darvi un’idea dello scavo nella lingua come fosse una terra da dissodare:

    Die Erde der Rede (del 93), che risuona in Die Herde der Rede (del 99); Nichts, das ist, oppure nihilum album – e l’ultimo, Euer Lenz (2013) – libri tutti apparsi da Suhrkamp -  con le molteplici allusioni alla tradizione di chi vagabonda a piedi nel paesaggio, rovesciando ogni coordinata, con nella memori Eichendorff, ma soprattutto il Lenz di Buechner – l’andare per la montagna a testa in giù, camminando sulle mani, in una permutazione di luoghi, spazi, tempi.

    Oswald Egger ci conduce nella sua Textlandschaft, un paesaggio etstuale e sonoro, che vuole essere letto ad alta voce, ‘zerlesen’, consumato come un paio di scrpe, nella sua forma, fino a giungere a rivelare un lato latente, profondo di gesti e osservazioni semplici – come una pietra sul selciato o un albero fiorito in un campo, o la pioggia che cade.

    E tutto questo con una attenzione alla figurazione, all’interazione tra testo e immagini, disegnini che accompagnano il testo come marginalia.

     

    L’arte, le arti. Un punto centrale anche per Martin Mosebach, e lo sentiremo subito. Uno per tutti, tra i suoi libri, cito Das Rot des Apfels. Libro su un amico pittore, col quale ha condiviso lunghi periodi proprio mentre dipingeva. Un libro sulla figurazione e sull’arte del colore – caratteristiche proprie anche del suo stile. – ne avrete prova nel testo che leggerà oggi –

     

    Per concludere: cosa abbiamo, in italiano, dei nostri due autori.

    In italiano e in tedesco, in una singolare partitura a due voci, stanno nascendo i versi che Oswald Egger leggerà oggi, - le sue Quisquilien –

    Di Martin Mosebach potrete trovare in libreria “L’eresia dell’informe. La liturgia romana e il suo nemico” (Cantagalli).  Un libro che ha fatto molto discutere, sulla vexata quaestio della messa in latino e della liturgia latina nella chiesa cattolica. Ma qui mi interessa richiamerlo come libro sulla bellezza e sulla musica di una forma antica.

    Insomma pur così diverso, Martin Mosebach mi conduce però a due parole che avevo pronunciato all’inizio di questa mia introduzione a proposito dell’insegnamento universitario di Oswald Egger: mi conduce a Lingua e Forma.

     

    Lingua e Forma, Sprache und Gestalt sovrintendono anche alla lettura di questa sera. Ascoltiamo...