distruggiamo la scuola di classe

distruggiamo la scuola di classe

di clorinda ianniello -
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  • Roberto Contussi con il suo libro "Scuola di classe" denuncia oggi, come fece don Milani  cinquant'anni fa con il libro "Lettera ad una professoressa", le stesse gravissime carenze, o meglio "nefandezze", della scuola italiana, ancora oggi vergognosamente classista; un classismo non socio-economico ,come quello degli anni '50, ma culturale. Infatti, oggi, sono considerati  ragazzi più deboli, diversi, coloro che sono privi  di un patrimonio culturale e, quindi definiti di classe B. Questi ragazzi subiscono le stesse profonde umiliazioni che subivano i ragazzi di Barbiana, perchè si continuano a fare "parti uguali tra diseguali". Invece ,come sottolineava don Milani e come mette in rilievo, oggi,il professore di liceo Roberto Contussi, una scuola giusta non lascia indietro nessuno perchè "cretino", svogliato. Lo si boccia ,tanto non ha nessun interesse, ce ne si "lava le mani". Ma:"L' interesse,lo scopo, per venire a scuola e impegnarsi, entusiasmarsi gli si dà?" Una scuola che sia vera scuola, ossia che adempi al suo ruolo etico e rispettoso, cerca, innanzitutto, di realizzare un'equità culturale ,facilitando l'integrazione dei cosiddetti ragazzi" diversi" attraverso la valorizzazione delle loro potenzialità, qualunque esse siano,. Lavori collettivi, per esempio,dimostrano come il contributo di ciascuno diventa ricchezza per tutti. Una buona scuola, parte dal presupposto che la conoscenza si costruisce attraverso l’insieme di tutte le attitudini,le curiosità,le idee,geniali o semplici che siano. La scuola italiana farà il grande passo di qualità soltanto quando metaforizzerà  il concetto di conoscenza come un puzzle che ogni allievo,con consapevolezza e responsabilità, completa. Ciascuno deve essere certo che la propria “tesserina”, grande o piccola,dritta o storta, è un contributo prezioso. La guida del docente e la sinergia con i compagni faciliterà l’incastro , evidenziandone l’utilità, l’efficacia, dandogli un senso. Il cambiamento non è facile, ma possibile. Certo, bisogna armarsi di coraggio e metterci la faccia come fece don Milani, come ha fatto il professor Contussi e come fanno tanti altri. Genitori,docenti e chiunque ruoti  intorno al mondo dell’educazione deve essere politico, prendere decisioni, fare delle scelte, anche forti, se necessario. Manifestare,lottare come lo si fa per gli stipendi,i trasferimenti o la carta igienica ,che manca nei bagni delle scuole! Rivendicare, fino allo sfinimento, strategie di recupero e potenziamento in ambienti di apprendimento più funzionali e su un arco temporale giornaliero più lungo. Soltanto così,forse, col tempo e con tanti sforzi,la scuola italiana non sarà più una scuola culturalmente classista. Soltanto così non assisteremo più indifferenti alla distribuzione di titoli  fasulli,vuoti  perché privi di contenuti. Non è difficile comprendere come lo svantaggio che procura tutto ciò ricada sempre sui più fragili, che si ritrovano più degli altri di fronte al nulla: disoccupazione, futuro incerto,cupo e ,probabilmente, un irrefrenabile desiderio di vendicarsi di questo mondo. Infatti, non dovremmo mai dimenticare che l’educazione è una forma di intervento sul mondo!