Il sistema dell’educazione superiore in Italia è culturalmente classista. Premia coloro che hanno talento ed educazione al lavoro mentre si disinteressa di chi non ha capacità spiccate di natura e di chi non ha alle spalle una famiglia solida. Il libro-denuncia di un professore di liceo.
Mi ha colpito molto l'incontro di oggi.
Mi ha colpito tantissimo perchè questo professore, ha scritto un libro molto provocatorio e molto all'avanguardia in relazione al contesto dove egli esercita la sua professione che è per me, il "famigerato Giulio Cesare" e per molti altri una scuola di "prestigio". Altro non è che un liceo dove si seleziona tantissimo(almeno nel lontano 2004) e dove si mettono da parte i ragazzi che se solo disgraziatamente, hanno poca fiducia in sè, è finita. Sul serio, non sto scherzando, è finita! Finita perchè questi ragazzi, subiscono una tale pressione psicologica e, in alcuni casi, vengono derisi sia dai compagni, e quindi di conseguenza isolati, ma anche dai professori stessi. Non hanno niente di "pedagogico". Ora non sto qui a raccontare la mia esperienza personale sennò vi mettereste le mani tra i capelli, ma posso testimoniare quanto questo sia un impedimento per gli studi futuri.
Ne porto i residui ancora addosso. Conseguenze devastanti per la proprio stima. E nonostante tre bocciature al liceo ( si direte, questa è problematica), io sono ancora qui con la voglia di studiare, di imparare, di andare avanti e di metterla nel didietro(passatemi il termine) a chi in quegli anni non mi ha saputo ascoltare, non mi ha saputo insegnare cosa sia relamente lo studio.
Posso dire di essere veramente felice di affrontare questi studi con la testa di adesso perchè sono più consapevole di ciò che studio e delle tematiche che sto toccando.
Ciò che insegnerò a mio figlio e la voglia di sapere e la curiosità.
Solo con la curiosità di sapere possiamo andare avanti, e questo è ciò che dovrebbero far capire gli insegnanti ai ragazzi che si disperdono. Si disperdono perchè non hanno più la voglia, perchè anche le proprie famiglie non hanno più fiducia in loro ( lo dico sempre per esperienza personale). Bhè questi ragazzi non devono perdere la fiducia e devono pregare il signore di incontrare amici che li sostengono.
Anche se la ripresa si fa da soli. Perchè se vuoi, puoi!
Buon pomeriggio.
DISUGUAGLIANZA.
Questo è il termine che secondo me più si associa alla scuola Italiana.
Un bambino/ragazzo che non riesce a farsi notare o spiccare all'interno della propria classe viene considerato polvere. Si parla di disuguaglianza in qualsiasi ambito: dai voti, dal rapporto tra alunno e professore o dal ragazzo che non riesce a esprimersi.
Non bisogna denigrare così la nostra scuola. Non bisogna ESCLUSIVAMENTE premiare chi ha talento nell'ambito scolastico e fregarsene di chi, ad esempio, per studiare una pagina ci mette 20 minuti e non 10.
Io, nel mio passato da studentessa, sono sempre stata una ragazza che studiava ma prendeva 6 (poche volte riuscivo ad eccellere). Molti professori di questo ne hanno fatto un'arma.
Mi ricordo ancora quando al liceo, la mia professoressa d'inglese, mentre consegnava i compiti in classe fatti la settimana prima, mi chiamò davanti a tutti "THE WORST OF THE CLASS" perchè avevo preso un cinque e mezzo. Questo accadeva perchè lei era sempre solita a fare paragoni tra me ed una mia compagna (che ovviamente era considerata the best of the class). Ecco, anche se una persona ha un carattere forte, questo atteggiamento può compromettere la propria sicurezza nel svolgere le cose ma anche nei propri rapporti con gli altri.
Sono del parere che bisogna porre tutti su uno stesso livello; certo, premiare chi ha più capacità, ma AIUTARE soprattutto chi ne ha meno, perchè ricordiamoci che LA SCUOLA É DI TUTTI!!!
CIAO ILENIA!!
ti volevo rispondere alla tua ultima frase : secondo me non bisogna premiare chi ha più capacità ma AIUTARE A TIRARE FUORI LE POTENZIALITà DI UN ALUNNO IN DIFFICOLTà per tanti e forse troppi motivi.
questo mio commento non lo prendere certo come presunzione, ma tenevo a precisare. un bacione
Ciao Agnese.
Infatti nell'ultima parte del mio commento ho scritto che bisogna porre tutti su uno stesso livello ma vien da sè che chi ha raggiunto più obiettivi debba essere "premiato". Ad esempio se tu ti sei preparata al meglio per un esame ed io no perchè non ne avevo voglia, io penso che tu meriti un voto alto ed il no. Questo intendevo, forse mi sono espressa male.
Buona giornata
"Il mondo è bello perché vario.." siamo tutti diversi.. la diversità di ognuno è la caratteristica di ognuno ed è, secondo me, quella caratteristica che la scuola dovrebbe evidenziare, non in senso negativo, creando quindi le disuguaglianze, ma anzi la dovrebbe evidenziare per potenziarla, dando così a tutti le stesse occasioni , le stesse opportunità e anche gli stessi ambienti, facendo in modo che tutti possano raggiungere gli stessi obbiettivi se pure in modo e tempi diversi.
Trovo appropriata la terminologia "scuola di classe" e penso che essa prepara oggi, come cinquant'anni fa, la classe dirigente. O meglio, chi ha l'opportunità di formarsi anche fuori dalla scuola, chi ha il tempo materiale, specie se proveniente da famiglie culturalmente elevate e benestanti, acquista competenze difficilmente raggiungibili dagli altri. La nostra democrazia ha qualcosa di inquietante e ambivalente: permette molte contraddizioni, corruzioni e lascia il vuoto di fronte all'ineluttabile concezione che l'azione umana non possa modificare niente perchè tutto è in mano all'economia. Ed è vero, perchè non a caso ci lamentiamo della mancanza di fonti in qualsiasi settore.
Però perchè non intervenire su ciò che ci è possibile?
Credo che la scuola oggi, come mai in passato, deve impersonare il proprio ruolo di agenzia educativa, perchè è il luogo a cui tutti noi accediamo obbligatoriamente e in cui trascorriamo molto del nostro tempo, dall'infanzia fino all'adolescenza. Certo questo tempo deve essere qualitativamente significativo, altrimenti disperdiamo le nostre energie.
Andare a scuola credo debba rappresentare l'opportunità di sviluppare una coscienza critica, e per farlo gli insegnanti dovrebbero essere i primi a possederla.
Si deve partire decidendo cosa è essenziale insegnare.
In primis credo la scuola deve assicurare una chiave di lettura dei processi di cui facciamo parte e di cui spesso non siamo consapevoli.
La scuola deve poter dare a tutti gli strumenti per leggere non solo i romanzi, la letteratura che è una parte importante, ma anche come, ad esempio, ciò che avviene in Italia, meglio in Europa, è collegato con ciò che avviene negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone, in Iraq o in Iran. Oggi abbiamo questo problema. E se questo non è compito della scuola, chi mai si prenderà questa responsabilità?
E leggere la busta paga? e sapere individuare ciò che è nocivo, ( riguardo al cibo, all'inquinamento, al sistema giuridico, alla morale) lo è?
Inoltre perchè alla critica non seguono mai soluzioni ai problemi?
La matematica in Italia rappresenta il baratro oscuro,(per non parlare di geografia e storia), perchè non viene insegnata con le stesse metodologie che in altri paesi del mondo assicura una buona capacità di calcolo?
Senza considerare che oggi l'alternanza scuola-lavoro grava ulteriormente anche su ciò che riguarda la formazione di una buona capacità di lettura, distinguendo maggiormente classi/scuole di serie A e di serie B, a cui faceva riferimento il prof. Contessi a lezione.
Per ilenia
Forse son io effettivamente che non ho capito bene il senso probabilmente l'ho recepita io male, comunque intendevo che chi ha raggiunto più obiettivi è certo da premiare, ma chi non li raggiunge l'educatore,il maestro,il professore dovrebbe aiutare a tirare fuori le potenzialità a chi per svariati motivi non li raggiunge.
Ci sono molti ragazzi per esempio che pur studiando arrivano all'nterrogazione e nn spiccicano parola....questo intendevo!
Sono pienamente d'accordo con te Ilenia,è giusto premiare chi raggiunge determinati obbiettivi così com'è giusto potenziare "le carenze" di chi magari da solo non riesce a raggiungere gli stessi obbiettivi...