SEMINARIO "IO NON STO BENE A SCUOLA" 30 maggio ore 1645 Centro Studi e online

SEMINARIO "IO NON STO BENE A SCUOLA" 30 maggio ore 1645 Centro Studi e online

di MARILENA Fatigante -
Numero di risposte: 0

Carissime, 
vi segnalo un interessante seminario, che si tiene oggi 30 maggio presso il Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo alle ore 16,45 e online al  seguente link: https://meet.google.com/pwz-rndj-dez

"
Io non sto bene a scuola: riflessioni tra psicologia e pedagogia"

Qui la descrizione, di Margherita Orsolini:
 
Secondo un recente rapporto dell’Unicef, oltre 11 milioni di bambini e giovani di età non superiore ai 19 anni (13%) soffrono di disturbi mentali nell’Unione Europea. I tassi aumentano con l'età, da circa il 2% dei bambini sotto i 5 anni a circa il 19% dei giovani tra i 15 e i 19 anni. Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni nell'UE, con circa un decesso su sei. 


Dietro queste statistiche ci sono forti sintomi di ansia e depressione, legati a una complessa serie di fattori.
Durante la pandemia, molti bambini e giovani hanno sofferto di un isolamento prolungato e della mancanza di interazioni con i coetanei. Hanno sperimentato ansia, problemi psicologici e l'esposizione a un ambiente domestico più stressante, con pesanti conseguenze sulla loro motivazione e sul benessere emotivo generale. Altri fattori contribuiscono a una particolare fragilità nei giovani: la consapevolezza della crisi ambientale e l’insicurezza generata dai cambiamenti climatici; uno stile di vita molto veloce in cui tutti sembrano spinti a dover dimostrare di essere molto efficienti, sempre operativi, performativi; il frequente contatto con immagini di aggressività e violenza legato all’uso di videogiochi; amicizie e contatti sociali prevalentemente  mediati dai social media e poco legati a interazioni corporee e a dialogo.

Ragazze e ragazzi, già nella preadolescenza,  vivono così una crisi di senso della vita, quello che alcuni filosofi chiamano nichilismo: uno
scetticismo profondo riguardo a valori, ideali, speranze. 

La scuola, da sola, non può farcela a scalfire questo profondo scoraggiamento.
Eppure la scuola, e in particolare la relazione con insegnanti appassionati della possibilità di contagiare un amore per la conoscenza, hanno una grande importanza.
 Gli/le insegnanti, con le loro attività comunicative, possono sostenere gli/le adolescenti con una pedagogia della cura, intesa come un insegnare/imparare a prendersi cura di sé, promuovendo negli studenti un’attenzione verso se stessi, condividendo una consapevolezza delle emozioni legate all’apprendere. Dunque non un’insegnante che si sostituisca a una/o psicologa/o, ma un adulto esperto delle emozioni coinvolte nei contesti e nei processi di apprendimento/insegnamento.

Locandina in allegato. 
Siete tutte invitate a partecipare

 

Secondo un recente rapporto dell’Unicef, oltre 11 milioni di bambini e giovani di età non superiore ai 19 anni (13%) soffrono di disturbi mentali nell’Unione Europea. I tassi aumentano con l'età, da circa il 2% dei bambini sotto i 5 anni a circa il 19% dei giovani tra i 15 e i 19 anni. Il suicidio è la seconda causa di morte (dopo gli incidenti stradali) tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni nell'UE, con circa un decesso su sei.

Dietro queste statistiche ci sono forti sintomi di ansia e depressione, legati a una complessa serie di fattori. Durante la pandemia, molti bambini e giovani hanno sofferto di un isolamento prolungato e della mancanza di interazioni con i coetanei. Hanno sperimentato ansia, problemi psicologici e l'esposizione a un ambiente domestico più stressante, con pesanti conseguenze sulla loro motivazione e sul benessere emotivo generale. Altri fattori contribuiscono a una particolare fragilità nei giovani: la consapevolezza della crisi ambientale e l’insicurezza generata dai cambiamenti climatici; uno stile di vita molto veloce in cui tutti sembrano spinti a dover dimostrare di essere molto efficienti, sempre operativi, performativi; il frequente contatto con immagini di aggressività e violenza legato all’uso di videogiochi; amicizie e contatti sociali prevalentemente mediati dai social media e poco legati a interazioni corporee e a dialogo.
Ragazze e ragazzi, già nella preadolescenza,  vivono così una crisi di senso della vita, quello che alcuni filosofi chiamano nichilismo: uno scetticismo profondo riguardo a valori, ideali, speranze. 
La scuola, da sola, non può farcela a scalfire questo profondo scoraggiamento. Eppure la scuola, e in particolare la relazione con insegnanti appassionati della possibilità di contagiare un amore per la conoscenza, hanno una grande importanza.
Gli/le insegnanti, con le loro attività comunicative, possono sostenere gli/le adolescenti con una pedagogia della cura, intesa come un insegnare/imparare a prendersi cura di sé, promuovendo negli studenti un’attenzione verso se stessi, condividendo una consapevolezza delle emozioni legate all’apprendere. Dunque non un’insegnante che si sostituisca a una/o psicologa/o, ma un adulto esperto delle emozioni coinvolte nei contesti e nei processi di apprendimento/insegnamento.