Esercitazione su video “Preschool in three cultures”

Esercitazione su video “Preschool in three cultures”

di serena scarmigliati -
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Scarmigliati, Bianchi, Aceto, Stefani ,Dragut

Video 1 : scuole dell’infanzia in Giappone

Quello che più ci ha colpito del video 1 è che le insegnanti delle scuole dell’infanzia giapponesi sostengono  una visione decisamente egualitaria dei bambini e manifestano una forte resistenza a parlare di differenze innate nelle capacità individuali.  Noi studentesse al contrario, apprendiamo quotidianamente (in ambiente universitario e non solo) quanto sia importante riconoscere, sottolineare e apprezzare le differenze individuali che possono essere una risorsa per l’individuo stesso ma anche per l’intero gruppo classe. 

Altre differenze che abbiamo individuato confrontando le pratiche educative delle scuole dell’infanzia giapponesi e quelle italiane sono:

·         Durante la mattinata i bambini giapponesi interagiscono e giocano con bambini più grandi o più piccoli, invece nelle scuole italiane i bambini non interagiscono con bambini di altre fasce di età.

·         Nelle scuole giapponesi, in un momento prestabilito della mattinata, un altoparlante trasmette una melodia e si svolge il Taiso per far provare ai bambini e allo staff di educatori un sentimento di unità già dall’inizio della giornata.

·         Le classi giapponesi sono composte da 28 bambini e 1 insegnante, mentre in Italia solitamente ogni classe ha 15/20 bambini e 1 insegnante.

·         I bambini giapponesi ripetono in coro ciò che dice l’insegnante .

A nostro parere l’immagine che scaturisce dall’educazione scolastica dei bambini giapponesi è che il metodo di insegnamento mnemonico riduce l’iniziativa da parte dei bambini e appiattisce le differenze individuali, prediligendo una classe in cui i bambini rientrano tutti nella media senza differenze sostanziali a livello intellettivo o di capacità.