"Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null'altro che d'essere uomo".
La scuola come istituzione e, più in particolare l'educatore, dovrebbe puntare a questa idea di raggiungimento di uno scopo che sia grande e onesto.
Il maestro non deve puntare a far diventare il ragazzo altro da quella che è la sua vera essenza, bensì deve capire i suoi talenti e le sue difficoltà per poi correggerle o accrescerle.
Nella mia carriera scolastica, ricordo ben pochi professori che la pensassero in questa maniera, non sarebbe il caso di ricordarci che educare è una grande responsabilità e che presuppone un'enorme passione per i ragazzi, anche quelli molto spesso emarginati? Non dovremmo forse ricordare che il "Fine grande" di un educatore è formare gli uomini del domani, tenendo conto del bambino (inteso secondo il pensiero Montessoriano) di ieri?