(Da: Esperienza e educazione. John Dewey)
Una delle affermazioni che mi colpisce dice: “L’esperienza non si compie semplicemente nell’interno della persona. Essa si svolge lì poiché influenza la formazione di attitudini di desideri e di propositi. Ma non è ancora tutto. Ogni esperienza autentica ha un aspetto attivo che cambia in qualche modo le condizioni obbiettive sotto cui si compie l’esperienza.” Ho scelto di riportare tale affermazione in quanto, condividendola, mi ha spinto a riflettere. Ogni esperienza dunque, almeno a mio parere, se priva di risvolto pratico non può esse considerata tale perché non influenza e quindi non cambia un nessun modo le proprie attitudini, credenze.
La domanda invece che voglio riportare emerge dall’esempio tratto dal bisogno di regolare le condizioni obbiettive dello svolgimento di un bambino di cui i genitori hanno la responsabilità (nutrimento, regolamentazione del sonno..). Citando: “Indubbiamente se l’informazione e consigli diventassero feticci, in modo da trasformarsi un imperativi intangibili fa cui non fosse lecito allontanarsi, si verificherebbe una diminuzione di libertà così della madre come del figlio.”. Dunque la domanda che mi incuriosisce chiede “sotto quale aspetto la regolamentazione delle condizioni oggettive limita la libertà del piccolo?” Viene quindi da chiedersi quanto la libertà del bambino sia rispettata in queste situazioni.