Appello ai pedagoghi

Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -
Numero di risposte: 5

Buongiorno,

come per molti che ho sentito, questi esami dei 24 cfu mi hanno portato a riflettere profondamente sul mio lavoro di insegnante, sul rapporto con la scuola, sulla mia idea di scuola, sulle mie esperienze da studente.

Il professor Lucisano e gli altri hanno stimolato in me la voglia di fare ricerca, migliorare la scuola, cercare di cambiare il modo in cui gli studenti la vivono, e di sicuro cambierà molto il mio modo di insegnare a Settembre.

Ma mi sento di avere veramente poche risorse. Credo che il deficit più grande sia il fatto che, nella mia carriera di studente, non ho avuto alcuna esperienza del tipo di didattica che vorrei attuare. Leggendo i manuali di pedagogia e di psicologia a volte mi chiedo come sarei in grado di guidare i ragazzi su percorsi che non ho mai fatto.

Per esempio non sono stato mai guidato a capire le mie modalità di apprendimento, mentre dovrei essere in grado di capire quelle dei miei alunni.

La mia speranza ed il mio appello è che le persone più esperte nelle scienze dell'educazione riescano a fare in modo che il FIT (o come lo vorranno chiamare) possa aiutare noi docenti a diventare un'onda che spingerà avanti quel cambiamento di paradigma della scuola da tanto auspicato.

Credo che bisognerà soprattutto colmare quel vuoto di esperienze che non credo riguardi solo me. I corsi dovrebbero essere principalmente pratici. Osservare buone pratiche fino nei dettagli, partecipare a progetti, progettare interventi educativi....


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Re: Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -

queste considerazioni scaturiscono quando mi immagino ne prossimo anno scolastico a tentare di fare didattica un po' più nuova.

Magari per chi lavora in città la situazione è migliore: Io lavoro nella Tuscia, piccoli paesini. Nella mia piccola esperienza ho trovato una scuola molto vecchia. Neanche i docenti di sostegno, che dovrebbero essere i primi a spingere per una didattica partecipata ed il lavoro in piccoli gruppi, facevano didattica "nuova"; ma la risposta è semplice: dei 10 insegnanti di sostegno con cui ho lavorato, solo 1 era un insegnante specializzato, gli altri erano docenti precari come me, senza esperienza attiva nè passiva di nuova didattica.

Alla mancanza dei mezzi di cui parlavo nel primo post, c'è da aggiungere l'ostilità dell'ambiente, quando tutta la scuola segue modalità più standard

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Re: Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -

Ciao Marco!

Colgo l'occasione per rispondere a te anche se, in realtà, erano già diverse settimane che meditavo di lasciare un messaggio in questo forum.
Anche per me questi esami sono un modo per riflettere su tanti aspetti che riguardano quello che sono, che do e che chiedo, come sono, come do e come chiedo. 

Penso che l'introspezione non debba mai finire, che debba essere impostata come un lavoro di ricerca continuo. Sicuramente spesso si va a cozzare contro la scarsezza di risorse (nella migliore delle ipotesi; non so, infatti, cosa sia peggio fra la mancanza di risorse e la palpabile opposizione di quelli che dovrebbero essere dei "collaboratori"); tuttavia, credo non si debba cedere e fare il "loro" gioco.
Dico "loro" e mi viene da pensare a una massa informe e oscura, come i Signori Grigi del libro "
Momo", perchè è proprio quello che sono: degli esseri piatti e incolori che non sanno fare altro che proiettare le loro ombre e di fare del mal comune un mezzo gaudio.

Serve formarsi. Assolutamente. Mi è spiaciuto sentir dire peste e corna dei vari esami e professori, leggere post in cui si chiedevano spasmodicamente riassunti e schemi perchè mancava la voglia di mettersi a studiare una cosa imposta - tanto, chi se ne frega? Non l'ho scelto io, mi sta qui, avrei preferito fare altro, era troppo difficile e peso.

Certo. Le cose indigeste si assorbono a fatica. Quelle imposte ancora di più.

Ma ho come la sensazione che rifiutando quella formazione imposta, quel "male", si faccia un po' del male anche a noi stessi; perchè, prima di bollarlo e scansarlo in qualità di "male", andrebbe innanzitutto conosciuto. E solo dopo, forse, gestito.
Sono d'accordo con te sul fatto di organizzare corsi pratici, in cui
si fa; se ne hanno le tasche piene, ormai, delle ore spese (in tutti i sensi) a sorbirsi teorie smaterializzate in aria come gli omini proiettati nell'etere nella fabbrica di Willy Wonka.

Insomma: bisogna raccogliere i frammenti, rimboccarsi le maniche e guardare sempre avanti. Qualcuno, poi, riecheggerà: "Sempre avanti!". 

Spero.

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Re: Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -

pensi davvero che studiando tutti i libri nel dettaglio come teoricamente tutti i professori richiedono di fare (ma non c'è una proporzione con i 6 cfu se poi chiedi 1000 pagine in totale da studiare)?

pensi davvero che il tuo modo di fare lezione, per merito di questi 24 cfu studiati in modalità "studiomattoedisperato" invece chein modo pragmatico come la maggioranza degli studenti usa fare, provocherà magicamente un cambiamento  nell'atteggiamento dei tuoi allievi?

pensi davvero che la tua autorevolezza dopo questi 24 cfu nei loro confronti possa avere un cambiamento epocale per cui appena entri in classe si siedono tutti zitti e buoni e pendono dalle tue labbra?

pensi davvero che il modo con cui ci hanno proposto di conseguire questi 24 cfu sia da esempio per noi futuri docenti? E che sia da estendere pari pari a quando andremo in classe?

vedo che le tue affermazioni sono dense di messaggi ideologici, e mi ricordano tanto gli atteggiamenti degli insegnanti che ho avuto dalle elementari alle superiori, quelli che leggevano convintamente brani del libro Cuore, io sono abbastanza vecchio per poterlo dire, poi fortunatamente all'università gli insegnanti parlavano più pragmaticamente delle loro materie e meno delle ideologie, ma mi sono scelto la facoltà che mi piaceva, ingegneria, non so se nelle altre continuava la tecnica da libro cuore.

Io ti auguro che le tue convinzioni siano tutte corrette, ho sempre lavorato nel privato e ho un'età assolutamente molto superiore alla media qui dentro, forse anche superiore a quella di molti docenti, conosco amiche e amici che dalla scuola sono scappati prima possibile perché non ce la facevano più a sopportarne il peso, gente di valore, a volte con più lauree e master, gente che ha continuato a studiare una vita, che si è accontentata di prendere pensioni da reddito di cittadinanza pur di non patirne più i problemi, e che mi dice pure che sono un matto a fare un percorso del genere.

A fronte di ciò sentire parlare di massimi sistemi un po' mi fa tenerezza, ma da un altro punto di vista mi irrita anche un po' in quanto questo discutere in modo ideologico senza badare alla sostanza delle cose, ad esempio a chi trovi a scuola, a cosa trovi nelle scuole, anzi a cosa non trovi, allo stato della sicurezza delle scuole (dove nella maggioranza dei casi se facessero una verifica del rispetto delle normative antisismiche e anche semplicemente antincendio dovrebbero chiudere, ma il preside se ne assume di persona la responsabilità, per eroismo o incoscienza non saprei,  e le lezioni continuano, mentre nel mondo fuori dalla scuola, tanto per fare un esempio banale, centinaia di sale cinematografiche hanno semplicemente chiuso perché la normativa antincendio non era rispettata e costava troppo l'adeguamento), alle situazioni al contorno, sociali e economiche, alle direttive ministeriali continuamente variabili, contraddittorie, mi porta a credere che sono ragionamenti che allontanano sempre più le soluzioni dei problemi e per questo provo irritazione, già i governi ci imboniscono con chiacchiere inutili e ci creano problemi invece che darci  soluzioni e noi da soli dobbiamo autoimbonirci? No grazie.

Il Ministero si preoccupa di imporre ai nuovi docenti una preparazione maggiore e chiede di fare questi 24 cfu, e tu credi davvero che fatti in questo modo risolveranno il problema?

Io non credo che per risolvere il problema della scuolabasti creare dei superinsegnanti, in questo modo il ministero semplicemente scarica il problema sui singoli, ma troppi sono gli elementi da dover migliorare, e gli insegnanti sono importantissimi, ma non basta tutto ciò.

E il 90 % degli insegnanti che troverai, ormai in bourn out da decenni e più demotivati che mai, come gli amici di cui sopra, sottopagati, ma meno di come lo saremo noi,  come pensi che influiranno sul problema?


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Re: Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -

Grazie Chiara. Anche io ho sopportato a fatica i colleghi che si sono approcciati a questi corsi come i peggiori dei nostri alunni, con l'interesse rivolto solo alle modalità d'esame, alla definizione esatta dei contenuti (per non studiare concetti in più, non sia mai!!!), addirittura ho sentito chi era interessato a capire se si potesse copiare agli esami.

Fare l'educatore è molto diverso da fare tanti altri lavori, e forse molti non lo hanno capito. Gli educatori producono beni immateriali e per la maggior parte non sono quantificabili. 

Vabbè mi fermo qui anche perchè sono di corsa....

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Re: Appello ai pedagoghi

di Utente eliminato -

Mi inserisco in questo breve scambio di idee lanciato da Marco (ciao Marco!!) e cercherò di essere estremamente sintentico.

Probabilmente il percorso dei 24 CFU non è la soluzione. Come potrebbe esserlo condensare anni di studi pedagogici e metodi didattici in 4 esami? Sicuramente non è l'optimum, ma è, credo, la direzione giusta quella di concepire un percorso di selezione. Andrebbe ampliata, più che smontata.

Personalmente lo studio di questi esami proprio quest'anno mi pesa tantissimo, per motivi personali. Riesco a malapena a ritagliarmi qualche oretta alla settimana o studiando la sera. Eppure è uno sforzo che faccio stravolentieri. Perché la funzione che aspiriamo a svolgere, per conto della Repubblica Italiana, è tra i più delicati e complessi. In questo momento di evidente crisi e carenza di classe dirigente, ci si chiede di formare la cittadinanza e, tra questa, anche la classe dirigente futura.

Anche se parziale, incompleto, abbozzato, è comunque uno sforzo nella direzione di farci interrogare sulla funzione di docente che non è e non può essere semplicemente (con tutto il massimo rispetto che ho per chi ne ha bisogno, me compreso!) un "posto di lavoro", ma un lavoro, un compito. Un compito ed un lavoro che richiedono un'etica.

Se si ha l'aspirazione a lavorare con questa etica, non possono certo spaventare questi impegni.


In bocca al lupo a tutti.