Bocciare: si o no?

Bocciare: si o no?

by Chiara Verdesi -
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Ciao a tutti!

Apro questa discussione perché vorrei chiedere cosa ne pensate dell'anno bis. Può servire? In certi casi credete sia il caso?Secondo voi quali sentimenti proverebbe un ragazzo? Ritenete sia un metodo adeguato per fargli capire che deve studiare? Ovviamente nessuno può esserne contento, ma molti possono essere favorevoli, anche coloro che l'hanno vissuto.

Secondo la mia esperienza posso dire di non essermi servito a molto. Ho visto molti ragazzi lasciare il liceo dopo essere stati bocciati al primo anno e andare a lavorare a 14 anni perché, proprio secondo questo giudizio, credevano di non essere portati per la scuola. Ma si é davvero portati PER studiare? Oppure non si é stati portati A studiare? Così se negli anni cinquanta un ragazzo non poteva andare a scuola perché doveva lavorare, oggi un ragazzo non può andare a scuola forse perché così gli suggeriscono...

Illuminatemi!

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Re: Bocciare: si o no?

by Deleted user -

 

Buongiorno. A mio avviso la bocciatura, nella maggior parte dei casi, scoraggia molto poiché spesso viene vista come una sconfitta, come un non essere abbastanza per andare avanti. Non sono mai stata bocciata quindi sicuro non posso capire cosa significhi veramente ma conosco molte persone che hanno lasciato la scuola perché convinti di non essere capaci, convinti di non essere portati per lo studio quando, secondo me, nessuno è meno portato di altri, semplicemente ha vissuto esperienze diverse che lo hanno portato a scoraggiarsi e ad abbandonare. Credo sia anche molto soggettiva come questione  poiché so che alcuni prendono la bocciatura come una spinta per impegnarsi di più nello studio. Vengono spronati a fare di più e riescono poi a dare il meglio di loro stessi. In ogni caso non penso che la bocciatura sia un buon metodo in quanto nella maggior parte dei casi lo studente soffre e non si sente capito dal sistema. Non so se mi sono spiegata nel migliore dei modi. Buona domenica.

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Re: Bocciare: si o no?

by erica bevilacqua -

Buongiorno...Secondo me la bocciatura è un arma a doppio taglio, a volte molto pericolosa perché come hanno già detto le colleghe porta i ragazzi a pensare di non essere abbastanza bravi...dovrebbe essere compito degli insegnanti capire se il ragazzo non riesce a scuola perché ci sono moviti oltre lo studio che a volte incidono sul rendimento scolastico e aiutarli ad affrontare il percorso nel miglior modo, ho conosciuto una ragazza che avendo problemi in famiglia non riusciva più a studiare anche se lei è stata sempre brava,purtroppo è stata bocciata alla fine del suo percorso...Questo lo ha demoralizzata ancora di più...Credo però che delle volte ci siano delle ingiustizie in quanto persone molto meritevoli non vengono abbastanza "premiate" per il loro impegno, sono stata in classe con persone svogliatissime che non hanno mai aperto un libro in vita loro e ogni volta la passavano liscia, personalmente dopo un po mi era passata la voglia di fare bene vedendo che anche senza sforzi si poteva andare avanti...quindi credo che occorrerebbe valutare bene la questione cercando di andare oltre la scuola quando si prendono queste decisioni.


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Re: Bocciare: si o no?

by Deleted user -

Salve a tutti!

Volevo ringraziare Chiara per aver aperto questa discussione intorno al concetto di "bocciatura".

Già la parola in sé scoraggia molto. Nella mia vita da studentessa non sono mai stata bocciata, ma al liceo ho trovato parecchie difficoltà in determinate materia, arrivando a volte anche al debito.

Devo essere sincera, secondo me bocciare può avere molti lati positivi ma altrettanti negativi: per esempio, se un ragazzo viene bocciato ha l'opportunità di sapere "meglio" determinate cose, approfondire argomenti già incontrati ma può anche sentirsi meno degli altri, sentirsi a disagio e messo da parte. 

Non mi sento di dire che la bocciatura sia una cosa negativa o che non serva a nulla, però preferirei che questo meccanismo venga eliminato almeno alle elementari. Sono del parere che non serve a nulla bocciare un bambino nei primi anni di scuola, anzi questo secondo me porta a problemi che si manifesteranno nel futuro. Un bambino, in quel periodo, non è stupido ma ha semplicemente bisogno che i propri professori lo aiutino di più rispetto agli altri per non lasciarlo indietro. Ho avuto l'esperienza di vedere molti dei miei compagni andare malissimo alle elementari e poi, maturando, raggiungere ottimi risultati al liceo o addirittura il contrario, grazie al sostegno dei professori. 

Ciò che bisogna fare è appassionare i ragazzi alle materie che devono affrontare così da non dividere l'aula in alunni bravi e alunni meno bravi. E soprattutto, parlo per i professori (o insegnanti), far sentire i propri alunni tutti su uno stesso piano, senza "demolire" nessuno e senza creare privilegi o discriminazioni.

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Re: Bocciare: si o no?

by Deleted user -

Buongiorno!

La bocciatura e il debito scolastico sono spettri che aleggiano nel percorso scolastico di ogni studente e che alimentano il conflitto con l'istituzione scolastica. Ma come viene percepita la bocciatura dagli studenti? Non sono mai stato bocciato, ma in secondo superiore, il mio compagno di banco e migliore amico ha dovuto ripetere l'anno nonostante abbia fatto di tutto per aiutarlo. Mentre negli anni successivi sono state applicate diverse bocciature "strategiche" per eliminare (anche contemporaneamente nello stesso anno) gli studenti più problematici o scarsi. Quando ho saputo della bocciatura del mio amico ricordo di essermi sentito anche io sconfitto (forse più di lui) perché tutti i miei sforzi erano stati vani e che in qualche modo la scuola aveva bocciato anche la mia amicizia. Può fare molto male ad un ragazzo che è ancora animato da sentimenti infantili e che non riesce a comprendere tutte le discussioni e le complessità che ci sono dietro alle decisioni degli insegnanti. Considero la bocciatura uno strumento da utilizzare in casi particolari ed estremamente gravi. Ma ormai nelle scuole è uno standard che viene usato, nella maggior parte dei casi, per plasmare il gruppo classe e impedire ai ragazzi più problematici influenzare la didattica. Questo meccanismo condiziona il gruppo classe e il rapporto tra alunno e insegnante e a volte inasprisce ancora di più il rapporto tra i ragazzi bocciati e la scuola (per non parlare dei genitori). 

"Se non raggiungete un certo standard, se non vi comportate da studenti "decenti", se non rispettate certe regole non sarete ammessi alla classe successiva"

Ma spesso i ragazzi sono sordi e cechi nei confronti della vita scolastica e aprono gli occhi e iniziano ad ascoltare solo quando sono fuori o quando è troppo tardi. Spesso l'unico messaggio che arriva alla classe è "fate di tutto pur di passarla liscia, a noi non interessa niente di voi e di quello che fate fuori da questa scuola", spesso ad alcuni arriva soltanto "fate quello volete, la cosa importante è il voto"o "se venite bocciati è meglio che ve ne andiate a lavorare, questo posto non fa per voi". Noi ragazzi non capiamo, capiamo male o capiamo quello che vogliamo. Spesso ci rendiamo conto troppo tardi che gli anni trascorsi in quelle classi e il modo con cui ci siamo relazionati con quella realtà (a volte troppo complessa, frenetica e stressante) ci ha reso le persone che siamo adesso. L'incomunicabilità condiziona la vita scolastica di studenti e professori generando situazioni spesso inverosimili e scatenando emozioni e sofferenze a volte inadatte ad un contesto educativo.