Con la scuola media unica negli anni '60, l'alfabetizzazione di massa diventa realtà, ma diventano ancor più reali anche i problemi che emergono. A seguito della sospirata riforma,tutti imparano a leggere e a scrivere,ma le diseguaglianze sociali si manifestano, in questa scuola per tutti, ancor più prepotentemente. Il capitale culturale, economico e sociale, che viene trasmesso dalle generazioni precedenti della famiglia continua a influenzare i risultati scolastici dei ragazzi, come denunciano Don Milani e i ragazzi della scuola di Barbiana. Non è possibile che i figli appartenenti ad uno status familiare basso falliscano nell'istruzione, convincendosi e dovendosi rassegnare che l'unico futuro che hanno la possibilità di costruirsi è, forzatamente, sul modello di quello del padre: eseguire lavori duri e rimanere nella propria condizione di marginalità sociale ed economica. Distinzione di genere, di classe, di origini sociali non si sanno affrontare, non si sa garantire equità nelle opportunità e non si riesce a portare tutti allo stesso livello. Oltretutto, con la scolarizzazione di massa, nella scuola sono presenti innumerevoli fenomeni sociali come la devianza,l'emarginazione e il razzismo. L'educazione formale non riesce da sola a contrastare e a risolvere tali fenomeni e, così, a non favorire la dispersione scolastica, l'esclusione e l'emarginazione sociale e culturale. Non è difficile rendersi conto che parliamo di problemi dell'istituzione scolastica tanto antichi, quanto attuali, proprio come le loro origini. E' evidente che la scuola,oggi come ieri, non riesca appieno nella socializzazione,nell'integrazione, nel dare la possibilità di costruirsi un'identità fondata sulle proprie passioni, non aiuti ad orientarsi eticamente e socialmente per sé e verso gli altri. Ieri, come oggi, la scuola è ancora troppo distante dalle esperienze che gli alunni fanno nel quotidiano, nella loro vita di figli, di fratelli, di amici, di lavoratori, di volontari,di custodi di talenti, di sogni,di creatività e di abilità. Ecco la necessità di trasportare la cura dell'educazione in più ambiti sociali che adottino diverse azioni educative sociali. Quanti più asili nido,centri sportivi,centri per anziani,centri d'ascolto,servizi sociali,associazioni di volontariato nascono, tanto più si potrà rispondere alle passate e nuove esigenze educative di tutta la collettività.Così,l'educazione, sempre meno monopolio solo della scuola, sarà in grado di promuovere un alto tasso di benessere personale e sociale e prevenire, su larga scala, il disagio.