... riflessioni e punti di vista a caldo

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di GUIDO Benvenuto -
Numero di risposte: 4

dopo la visione dei filmati sulla decretazione e nascita della scuola media unica (anni 60) ....

quale cambiamento epocale e prospettive democratiche si aprono?

come la società ha promosso quel cambiamento?

i modelli di insegnamento devono cambiare?

quanto ci sembrano lontani quei problemi?

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Re: ... riflessioni e punti di vista a caldo

di Utente eliminato -

Dopo la visione del video "andavamo a scuola con la 600" , provo un senso di piacere perchè l'Italia è riuscita, o meglio i ragazzi di allora ,  sono riusciti ad avere un cambiamento nella scuola facendo una vera e propria rivoluzione.

L'Italia non è più ignorante è cresciuta dal dopoguerra a oggi, grazie  alle riforme ma anche ai ragazzi che nel 68 hanno avuto il coraggio di scendere in piazza e protestare.

Forse è ciò che abbiamo perso noi ragazzi di oggi. Mi riferisco al video "non aprire quella scuola"

Sono stati fatti troppi tagli ma, quel che è peggio che con tutte le manifestazioni che ci sono state non abbiamo combinato nulla. non abbiamo rivoluzionato nulla. Forse perchè non c'è ne frega niente, abbiamo tutto! Oggi per noi l'struzione è come bere un bicchier d'acqua, ma all'epoca un ragazzo, un fanciullo andava a spalare la terra se non andava a scuola!!

Non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. Io in primis, se avessi avuto il cervello di ora qualche anno fa, mi sarei risparmiata tre bocciature. Ma mi sono servite per maturare, ma allora non c'era il tempo di maturare.

I problemi che c'erano allora, non mi sembrano tanto lontani dalla realtà di oggi.

Forse bisognerebbe ritrovare l'umiltà e ll coraggio per un istruzione e forse per un Italia migliore.


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Re: ... riflessioni e punti di vista a caldo

di Utente eliminato -
Il dopoguerra e il boom economico sono stati due motori fondamentali per la rivoluzione democratica della scuola..

Il periodo fascista ha segnato in modo indelebile la scuola italiana e la rigida canalizzazione imposta dalla riforma gentile del 1923 aveva letteralmente "classificato" e drammaticamente diviso la gioventù italiana.

L'apparente sconfitta dello spettro fascista ha avviato un ciclo di cambiamenti che i giovani hanno colto come l'occasione per far sentire veramente la loro voce e per rivoluzionare non solo la scuola e l'opinione pubblica ma anche i costumi e la società in generale.

La democrazia dà la parola anziché toglierla e questo non può che generare nuovi movimenti di idee e nuovi modi di affrontare i problemi. 

Sono convinto che quel periodo e quelle persone che ci sembrano così lontane hanno contribuito a sciogliere due nodi che altrimenti ci perseguiterebbero ancora oggi: l'autoritarismo e l'insensato senso di dovere verso chi ci dice cosa dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare.

Il fatto che gli anni di piombo abbiamo portato la fiamma della rivoluzione su tematiche lontane dalla scuola e che sia poi degenerata in una vera e propria guerriglia urbana non toglie il fatto che quella ventata di aria fresca tra i banchi di scuola non ci è bastata allora e non ci basterebbe neanche adesso.

Un saluto!

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Re: ... riflessioni e punti di vista a caldo

di Chiara Verdesi -
Una causa a cui ho sentito ricorrere molte persone della differenza tra gli anni '60 ed oggi è la mancanza di speranza ai giorni nostri, che prima c'era, e poi è sparita. Sarò banale ma credo veramente che la speranza sia l'unica forza motrice... Secondo me oggi si pensa più ad adulare troppo il passato che cambiare il presente. Chi non ha mai sentito qualcuno dire: "eh! La musica degli anni '80...quella si che era musica!". Ma quelli erano gli anni '80, erano altri anni. E così in qualsiasi altro ambito, come nell'educazione: lo dimostra il ritorno agli esami di recupero a Settembre, ad esempio. A mio parere oggi siamo fermi, o meglio bloccati, dovremmo invece  prendere ciò che abbiamo di buono e INVENTARE. Negli anni '60 si scendeva in piazza? Forse perché allora eravamo stati per troppo tempo fermi durante la guerra e sentivamo il bisogno di correre insieme. Oggi magari non è più efficace. Oggi forse lo è di più scrivere sui social? Può essere un modo, anche se in ogni caso tante persone non li usano ancora.

Quindi, direi, teniamo presente il passato e facciamone tesoro prezioso, ma cercando di essere più veggenti che storici. Così facendo un domani eviteremo di dire: se non avessi pensato troppo a ieri avrei pensato più a oggi.

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Re: ... riflessioni e punti di vista a caldo

di clorinda ianniello -

Con la scuola media unica negli anni '60, l'alfabetizzazione di massa diventa realtà, ma diventano ancor più reali anche i problemi che emergono. A seguito della sospirata riforma,tutti imparano a leggere e a scrivere,ma le diseguaglianze sociali si manifestano, in questa scuola per tutti, ancor più prepotentemente. Il capitale culturale, economico e sociale, che viene trasmesso dalle generazioni precedenti della famiglia continua a influenzare i risultati scolastici dei ragazzi, come denunciano Don Milani e i ragazzi della scuola di Barbiana. Non è possibile che i figli appartenenti ad uno status familiare basso falliscano nell'istruzione, convincendosi e dovendosi rassegnare che l'unico futuro che hanno la possibilità di costruirsi è, forzatamente, sul modello di quello del padre: eseguire lavori duri e rimanere nella propria condizione di marginalità sociale ed economica. Distinzione di genere, di classe, di origini sociali non si sanno affrontare, non si sa garantire equità nelle opportunità e non si riesce a portare tutti allo stesso livello. Oltretutto, con la scolarizzazione di massa, nella scuola sono presenti innumerevoli fenomeni sociali come la devianza,l'emarginazione e il razzismo. L'educazione formale non riesce da sola a contrastare e a risolvere tali fenomeni e, così, a non favorire la dispersione scolastica, l'esclusione e l'emarginazione sociale e culturale. Non è difficile rendersi conto che parliamo di problemi dell'istituzione scolastica tanto antichi, quanto attuali, proprio come le loro origini. E' evidente che la scuola,oggi come ieri, non riesca appieno nella socializzazione,nell'integrazione, nel dare la possibilità di costruirsi un'identità fondata sulle proprie passioni, non aiuti ad orientarsi eticamente e socialmente per sé e verso gli altri. Ieri, come oggi, la scuola è ancora troppo distante dalle esperienze che gli alunni fanno nel quotidiano, nella loro vita di figli, di fratelli, di amici, di lavoratori, di volontari,di custodi di talenti, di sogni,di creatività e di abilità. Ecco la necessità di trasportare la cura dell'educazione in più ambiti sociali che adottino diverse azioni educative sociali. Quanti più asili nido,centri sportivi,centri per anziani,centri d'ascolto,servizi sociali,associazioni di volontariato nascono, tanto più si potrà rispondere alle passate e nuove esigenze educative di tutta la collettività.Così,l'educazione, sempre meno monopolio solo della scuola, sarà in grado di promuovere un alto tasso di benessere personale e sociale e prevenire, su larga scala, il disagio.