esercitazione PRESCHOOL IN THREE CULTURES

esercitazione PRESCHOOL IN THREE CULTURES

di giulia fantozzi -
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allego il lavoro realizzato da Giulia Fantozzi e Elena Salaro.

Esercitazione su video “Preschool in three cultures”
Un giorno a Komatsudani

1) COMPLETARE L'OSSERVAZIONE INIZIATA IN AULA

-Bambini e genitori attendono sulla soglia della genka, o aula di ingresso e si levano le scarpe.

-Il prete della scuola di Komatzudani gioca a janken (carta, sasso, forbici) con alcuni bambini, molte scuole sono associate ai templi.

-I bambini fanno la ginnastica del mattino in cerchio.

- Dentro l’aula, una insegnante di un’altra classe suona l’organo e l’insegnante (Fukui guida i suoi 28 bambini a battere le mani e cantare.   (il rapporto 1/28)

- I bambini si inchinano gli uni verso gli altri e recitano “Buon giorno! Insegnante”.

- C’è solo una attività didattica di venti minuti al giorno.

-L’insegnante ignora il comportamento del bambino che sta disturbando da oltre 20 minuti la classe.

-Gli insegnanti delle scuole dell’infanzia giapponesi sostengono una visione fortemente egualitaria e hanno resistenza a parlare di differenze “innate” nell’intelligenza e nelle capacità individuali.

-Ogni bambino mette il piatto sul tavolo e si prepara apparecchiando piatto e bicchiere davanti al suo posto.

 

2) INDIVIDUARE , UNA PRATICA SPECIFICA CHE HA CATTURATO LA VOSTRA ATTENZIONE E CONFRONTARLA CON LE ALTRE CULTURE.

 

Dopo la visione dei video, una pratica che ci ha colpito è quella del momento del pasto.

In modo particolare nella cultura dei komatsudani, il pasto avviene in modo autonomo, l’insegnante invita i bambini a prendere il cestino del pranzo dagli angoli personali, successivamente ogni bambino apparecchia il proprio posto con piatto e bicchiere e una volta seduti, tutti cantano insieme la canzone del pranzo accompagnati dalla melodia dell’organo.

Nella cultura Konats il momento del pranzo avviene nello stesso ambiente delle altre pratiche, i bambini dopo essersi lavati le mani in cortile dentro le bacinelle, si siedono ai loro posti e attendono che le insegnanti versino il cibo nella loro ciotola.

Nella cultura dei St tomthy’s il momento del pasto avviene in un ambiente comune e diverso da quello delle altre attività. I bambini mangiano senza condividere il momento con gli altri, è un’attività che non prevede delle norme specifiche, ognuno è libero di giocare, cantare ecc..

Attraverso la nostra esperienza di tirocinio abbiamo avuto modo di vivere e condividere il momento del pasto in un nido.

I bambini apparecchiano la tavola insieme collaborando, sono seduti tutti insieme al tavolo in un ambiente dedicato ai pasti, l’educatrice serve il pasto e i bambini vengono aiutati in caso di necessità. Alla fine del pranzo ogni bambino sparecchia il suo posto.

Ci risulta interessante sottolineare questo momento del pasto date le grandi differenze culturali e le varie visioni del bambino e delle pratiche educative. Nella nostra cultura si tende a far sviluppare l’autonomia nel bambino mettendolo sempre al centro durante le pratiche, attraverso la partecipazione attiva. Anche nella cultura cinese si tende a far sviluppare l’autonomia del bambino ma attraverso pratiche individuali dato il fatto che ogni bambino si serve da solo, mangia da solo. L'adulto osserva, non è presente ai tavoli e raramente interviene. In quella giapponese è rilevante il rispetto delle regole e del silenzio. I bambini non collaborano, non partecipano in modo attivo ma attendono che l’insegnante serva il pasto in dei banchi a due, ed è questo l’unico ruolo che svolge. Infine nella cultura statunitense, il pranzo risulta una pratica condivisa da tutti ma senza un rituale specifico o un ordine. L'adulto ha semplicemente un ruolo di osservatore, lasciando completamente libero il bambino.