Il lavoro, per quanto finora ne so, in Fisica è così definito:
L=F x s x cos (angolo compreso)
ossia il prodotto tra una forza, lo spostamento che questa forza provoca e il coseno dell'angolo compreso tra di essi. In particolare possiamo avere tre tipi di risultati per il lavoro:
-lavoro positivo >0 detto anche lavoro motore quando Forza e spostamento vanno nella stessa direzione
-lavoro nullo =0 quando Forza e spostamento sono tra loro perpendicolari.
-lavoro negativo<0 detto anche resistente quando Forza e spostamento vanno in direzioni opposte.
Ora se pensiamo che :
-il Lavoro sia per noi l'atteggiamento scientifico, la capacità di apprendere nel tempo in modo critico
-la Forza sia il tipo di esperienza che vive un ragazzo,
-lo spostamento sia la meta verso cui il ragazzo può tendere crescendo, la possibilità di avere in futuro esperienze di valore
-il coseno dell'angolo compreso tra i due pensiamo sia la relazione esistente tra il tipo di esperienza presente(la Forza), e la crescita cui dovrebbe tendere il ragazzo (lo spostamento)
capiamo che quando il ragazzo vive esperienze nella stessa direzione della sua crescita futura LAVORA in modo positivo, ossia ragiona ed opera in relazione alla realtà con un atteggiamento scientifico (L>0 positivo, lavoro motore----> l'esperienza è una forza propulsiva),
quando non vive esperienze (F=0) ma impara le nozioni a scuola a memoria in modo automatico NON LAVORA (L=0)
quando le esperienze che vive a scuola sono negative, ossia non vanno nella stessa direzione del suo sviluppo critico nei confronti del mondo, e quindi contrarie alla sua crescita (F e s vanno in direzioni opposte) otteniamo un LAVORO negativo (L<0) o RESISTENTE all'atteggiamento scientifico.
Che ne pensate di questo mio pensiero interdisciplinare?