Tradizione e cambiamento

Tradizione e cambiamento

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«Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti delle tecnologie della comunicazione, della narrazione e dell’informazione stanno riconfigurando quasi ogni aspetto della vita – inclusi i modi in cui creiamo, consumiamo, impariamo e interagiamo gli uni con gli altri. Un’intera gamma di nuove tecnologie consentono ai consumatori di archiviare, annotare, appropriarsi e rimettere in circolo contenuti mediali e nel processo queste tecnologie hanno alterato i modi in cui i consumatori interagiscono con le istituzioni governative, educative e commerciali» (Henry Jenkins)


Ciò che gli insegnanti vedono come rivoluzionario e lontano dai programmi didattici, per gli alunni cresciuti con questo tipo di tecnologie la manipolazione (e l’espressione di se stessi attraverso i prodotti mediali personalizzati) fanno parte della routine quotidiana.

Per questo motivo, i programmi e le modalità di insegnamento dovrebbero includere e adattarsi, con spirito critico e flessibile, a questi nuovi modi di apprendimento e di ragionamento, in modo da non cedere alle facili derive tecnologiche oppure ad una difesa ad oltranza della “tradizione” della scuola come pura trasmissione orale del sapere condensata solo nei libri di testo.

Le competenze “classiche” (leggere, scrivere e far di conto) restano fondamentali per accedere ai testi multimediali che, in ogni caso, sono ricchi di parole che hanno bisogno dei necessari strumenti cognitivi per essere decodificate.

Infatti, l’abilità di avvalersi pienamente di tutte le opportunità dei nuovi media richiede «un pieno sviluppo mentale, visivo, auditivo, verbale, logico ed analitico» (Van Dijk J., Sociologia dei nuovi media)