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NOTA
Dati resi noti nel 1999
stimano che nella Regione Lazio ogni abitante usufruisca
in media di circa 7 esami di laboratorio all’anno. Su una
popolazione di circa 6 milioni, ogni anno si effettuano 1,8
milioni di determinazioni della glicemia (vedi
Par. 2.1.1), 2,5 milioni di
determinazioni di transaminasi (vedi
Par. 9.4) e 0,8 milioni di
misurazioni della velocità di eritrosedimentazione (vedi
Par. 8.7).
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NOTA
Lartrite reumatoide è una malattia cronica di natura infiammatoria
a preminente localizzazione articolare, con possibile
coinvolgimento di altri organi, che produce, nelle fasi
avanzate, danni anatomici irreversbili, deformità ed
anchilosi fibrose. I fattori reumatoidi sono degli
anticorpi che riconoscono determinanti antigenici sui
frammenti Fc delle immunoglobuline (vedi
Par. 8.6) e che hanno preso questo
nome a causa della loro frequente associazione con lartrite reumatoide.
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NOTA
Il rapporto fra i veri positivi e tutti i positivi
al test è più propriamente indicato come "valore predittivo positivo", per
distinguerlo dal rapporto fra i veri negativi e tutti i negativi che è
invece indicato come "valore predittivo negativo".
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NOTA
Un parametro indipendente dalla prevalenza della
malattia, che può essere utilizzato direttamente a livello del singolo
paziente, è il rapporto di verosimiglianza positivo, che è dato dal
rapporto fra i veri positivi ed i falsi positivi al test, ossia dal
rapporto sensibilità / (1 - specificità).
Analogamente, viene definito rapporto di verosimiglianza negativo
il rapporto fra i falsi negativi ed i veri negativi al test, ossia il
rapporto il rapporto (1 - sensibilità) /
specificità. Tanto più alto è il rapporto di verosimiglianza positivo,
tanto maggiore è la possibilità di malattia, mentre tanto più alto è
il rapporto di verosimiglianza negativo, tanto minore è la possibilità
di malattia. Ovviamente, per tradurre queste possibilità in valori di
probabilità è necessario tenere conto della prevalenza della malattia.
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NOTA
La
fenilchetonuria è un errore congenito del metabolismo dovuto a
un deficit della fenilalanina idrossilasi e
caratterizzato da elevati livelli ematici di fenilalanina, intolleranza
alimentare a questo aminoacido e ritardo mentale.
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NOTA
L’ipercolesterolemia
familiare è caratterizzata da
una elevata concentrazione ematica di lipoproteine a
bassa densità (LDL) e dal deposito di colesterolo nei
tendini, nella pelle (xantomi) e sulla parete delle
arterie (ateromi). La malattia è più grave nei soggetti omozigoti
rispetto agli eterozigoti (vedi Par.
3)
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NOTA
La curva ROC (Receiver
Operating Characteristic) è un diagramma
bidimensionale ampiamente utilizzato nello studio di performance
dei modelli.
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NOTA
La funzione di perdita da
minimizzare è data dallequazione F(α) = Σ f(α,ξi) p(ξi) , dove f(α,ξi)
rappresenta il danno conseguente allazione α quando
siamo di fronte allevento ξi. Bisogna comunque
tenere presente che il più delle volte mancano i dati
per una trattazione analitica del problema ed il medico
è costretto a limitarsi a soppesare qualitativamente i
pro e i contro di una determinata decisione sulla sola
base del buon senso e della pregressa esperienza cercando
fare del suo meglio per risultare utile al complesso
degli interessi del paziente.
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NOTA
Il termine "normale"
è impiegato in statistica per descrivere una
distribuzione gaussiana (vedi nota successiva).
Tuttavia, nelluso comune "normale"
significa consueto, accettabile, di più frequente
riscontro e, se riferito ai "valori normali",
è spesso inteso nel significato di assenza di malattia o
di rischio di malattia. Il termine "di riferimento"
è esente da queste ambiguità.
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NOTA
Una
distribuzione gaussiana (o normale) è rappresentata da
una particolare curva ad andamento a campana
caratterizzata da un indice di posizione (media) e da un
indice di dispersione (varianza). La deviazione standard
è definita come radice quadrata della varianza. Quando
viene utilizzata nello studio di tutto linsieme dei
valori ottenibili per una data misura (la "popolazione"
dei dati), la curva gaussiana rappresenta la
distribuzione di probabilità p(x) della variabile in
esame. In tale caso, la media, μ = ∫x p(x)
dx, e la varianza, σ2 = ∫(x -
μ)2 p(x) dx, sono da considerarsi
delle costanti (anche se, in generale, incognite). In un
campione casuale (un sottoinsieme casuale della
popolazione in esame), la curva approssima la
distribuzione delle frequenze relative f(x)/n, mentre la
media, xm = Σ xi fi
/ n, e la varianza, s2 = Σ (xi - xm)2
/ (n - 1), sono delle variabili casuali (che variano cioè
al mutare del campione) utilizzabili come stimatori della
media e della varianza della popolazione. La curva di
probabilità, standardizzata mediante la trasformazione
lineare z = (x - μ)/σ, è descritta dallequazione p(z) = (2π ez²)-0,5 . Le
probabilità, corrispondenti a porzioni della superficie
compresa fra la curva e lasse z, sono facilmente
ottenibili mediante luso di tavole in cui sono
calcolate una volta per tutte.
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NOTA
La distinzione fra errore
e sbaglio è spesso arbitraria. Generalmente si definisce
sbagliato un risultato che devia dalla risposta "corretta"
più di un quarto dellintervallo di riferimento (criterio
di Tonks).
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NOTA
I requisiti di precisione
possono variare notevolmente. Ad esempio, se consideriamo
un intervallo di riferimento per il potassio nel siero di
3,6-5,0 mmol/L, la deviazione ±14% dalla media copre lintero
ambito (vedi Par. 12.2). Daltra parte, se per il sodio nel siero
lintervallo di riferimento è 135-145 mmol/L, già
la deviazione ±7% dalla media può apparire eccessiva (vedi
Par. 12.1).
Sembrerebbe ragionevole perciò esigere una maggiore
precisione per il sodio che per il potassio. Tuttavia
anche questo ragionamento può indurre in errore, se si
considera che lambito "normale" per un
dato individuo può essere notevolmente più piccolo dellintervallo
di riferimento calcolato su tutta la popolazione. Così,
malgrado lintervallo di riferimento per la creatinina nel siero in un adulto di sesso maschile sia 6,4-10,4
mg/L, un aumento di 2 mg/L della creatinina sierica in un
soggetto con un valore di base di 8 mg/L potrebbe
indicare la perdita del 25% della funzione renale (vedi
Par.
6.4).
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NOTA
In tal caso, la
deviazione standard è calcolabile in base alla formula s
= [(Σdi2) / N]0.5 , dove di è la differenza fra i
duplicati e N è il numero totale delle determinazioni.
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NOTA
In base ad ovvie
considerazioni statistiche, è da attendersi che un
valore sia fuori dei limiti di guardia e di intervento
rispettivamente solo 1 volta su 20 e 3 volte su 1000.
Altri metodi per il controllo di qualità interno
prevedono luso di carte dei campioni di riferimento
in duplicato (in cui viene riportata lescursione
giornaliera dei valori di controllo) o di carte della
somma cumulativa (in cui viene riportata la somma
algebrica cumulativa delle deviazioni positive o negative
dei risultati ottenuti rispetto al valore atteso).
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NOTA
La
sclerosi a placche (o sclerosi
multipla o disseminata) è una malattia di probabile natura autoimmune
caratterizzata dalla comparsa di un numero variabilissimo di focolai
infiammatori lungo tutto il nevrasse, che si addensano prevalentemente
nella regione del tronco encefalico, ciascuno dei quali ha una evoluzione
propria. In una prima fase si ha la degenerazione della guaina mielinica e
l’interessamento parziale del cilindrasse, segue il riassorbimento dei
prodotti di disintegrazione con frequente formazione di vacuoli e la
proliferazione gliale.
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NOTA
Per dimostrare un danno della
barriera ematoencefalica è stato proposto di calcolare il rapporto tra la
concentrazione dell’albumina nel liquor e quella nel siero; questo
rapporto, che ha un valore di riferimento di 0,0035 + 0,0014, tende
a innalzarsi tutte le volte che aumenta la permeabilità della barriera
ematoencefalica. Per identificare la patogenesi dell’aumento delle IgG nel
liquor è stato proposto di determinare l’indice IgG per il liquor (o
indice immunoglobulinico) che è dato dal rapporto (IgGliquor
albuminasiero) / (IgGsiero albuminaliquor);
questo indice, che ha un valore di riferimento di 0,52 + 0,19,
aumenta in diverse forme morbose e, marcatamente, nella sclerosi a
placche.
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NOTA
Il Sistema Internazionale
di Unità di Misura, derivante dal sistema metrico
decimale proposto alla fine del 18° secolo, è stato
sancito dalla Conferenza Generale dei Pesi e Misure del
1960 e del 1971, accettato dalla Comunità Economica
Europea nel 1980 (direttive CEE n. 80/181 e 85/1) e
divenuto legale in Italia nel 1982 (DPR n. 802 del 12.08.1982
e Legge n. 473 del 28.10.1988). La sua applicazione nella
chimica è curata dalla International Union of Pure
and Applied Chemistry (IUPAC). Nel settore della
chimica clinica, la International Federation of
Clinical Chemistry (IFCC) e la World Health
Organization (WHO) promuovono le iniziative
necessarie per giungere ad un referto normalizzato
comprensibile a tutti.
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NOTA
La dimensione di una
grandezza fisica è definita dalle coordinate necessarie
ad individuarla univocamente e riportate in Tab.
1.IV e Tab.
1.VI. Esistono alcune grandezze
con dimensione "uno" e perciò classificabili (impropriamente)
come grandezze adimensionali; esse sono (1) le
grandezze supplementari, (2) alcune grandezze
derivate da opportune combinazioni delle grandezze di
base (un esempio è dato dalla densità relativa che,
essendo definita come rapporto fra la densità-massa di
un sistema e la densità-massa di un sistema di riferimento, ha
dimensione (L-3M)/(L-3M) = 1), (3) le grandezze indicanti entità
che possono essere contate (ad esempio, il numero delle
cellule presenti in una sospensione o il numero di eventi
radiottivi osservati) e (4) le grandezze che
risultano da particolari operazioni matematiche come, ad
esempio, le funzioni esponenziali e logaritmiche, il cui
argomento deve essere per definizione un numero. La
misura di una grandezza fisica avviene attraverso il
confronto dellentità della grandezza in esame con
lentità di una grandezza di riferimento ad essa
omogenea, indicata come "unità di misura" (entità della grandezza = valore
numerico x unità di misura). Si
deduce, perciò, che il risultato di una misura è dato
dal prodotto di un numero puro per lunità di
misura e che lindicazione di questultima non
deve mai essere omessa. Per questa ragione e in base a
quanto riportato in Tab. 1.IV, non è corretto usare μ al posto di μm o kilo al
posto di kilogrammo e, analogamente, non si devono
adoperare i simboli γ e λ al posto di μg e μL. Si ricorda infine che a volte le grandezze
sono indicate mediante una abbreviazione, che può
variare a seconda della lingua (alcune abbreviazioni
riguardanti grandezze derivate sono riportate in Tab.
1.VI). Mentre, tuttavia, dopo
una abbreviazione è corretto mettere un punto, ciò non
deve essere ovviamente fatto dopo aver scritto i
simboli di una grandezza o di una unità di misura (ad
esempio, si deve scrivere "mol" e non "mol.").
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NOTA
Le "cifre
significative" con le quali deve essere riportato un
risultato sono imposte dalla imprecisione del
procedimento e si deducono dalla deviazione standard (s)
della singola misura, tenendo presente che gli zeri dopo
i numeri diversi da zero fanno parte delle cifre
significative stesse e che, nel caso dei valori numerici
minori di "uno", gli zeri prima dei
numeri diversi da zero non fanno parte delle cifre
significative. Per larrotondamento bisogna
osservare le seguenti regole: se la cifra da eliminare è
maggiore di 5 o è costituita dal 5 seguito da cifre
maggiori di zero, lultimo numero conservato viene
aumentato di 1; se la cifra è minore di 5, lultima
cifra conservata viene lasciata tale quale; se la cifra
da eliminare è 5 seguito da zeri, lultima cifra
conservata viene arrotondata al più vicino numero pari.
Ad esempio, una uricemia di 53,825 ± 1,38 mg/L,
determinata mediante la reazione della uricasi/perossidasi (vedi
Par. 4.1.3b),
ha una "incertezza" sulla seconda cifra da
sinistra e deve essere arrotondata a 54 ± 1 mg/L.
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NOTA
Il peso molecolare (o
massa molecolare relativa), in quanto un numero puro, non
deve essere espresso in dalton (simbolo: Da), unità
a sua volta definita come un dodicesimo della massa di un
atomo di carbonio-12. Pertanto, è ugualmente corretto
dire che "il peso molecolare dellalbumina è
66·103", "la massa molecolare
relativa dellalbumina è 66·103",
"la massa molecolare dellalbumina è 66 kDa",
"lalbumina è una molecola di 66 kDa" o
"la massa molare dellalbumina è 66 kg".
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NOTA
In periodi di digiuno
protratto anche le cellule cerebrali possono ricorrere
allutilizzazione dei corpi chetonici.
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NOTA
Le trasformazioni che
dagli aminoacidi portano allacido piruvico,
ossalacetico o α-chetoglutarico e permettono la formazione di
glucosio sono dette glucogeniche, mentre quelle che
portano allacetil-CoA o allacetoacetato sono
chetogeniche in quanto lacetoacetato e lacetone
sono i prodotti finali. Su questa base gli aminoacidi
possono in generale essere classificati come glucogenici
(alanina, arginina, asparagina, aspartico, cistina,
glutammico, glutamina, glicina, istidina, idrossiprolina,
metionina, prolina, serina, treonina, triptofano, valina)
o chetogenici (isoleucina, leucina, lisina, fenilalanina,
tirosina).
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NOTA
Dal punto di vista
etimologico il termine "diabete mellito" si riferisce al fatto che il paziente
presenta contemporaneamente poliuria e glucosuria. In
pratica, il diabete mellito è una malattia
caratterizzata da alti livelli di glucosio nel plasma. Si
è molto discusso quanto alti debbano essere questi
livelli perché sia lecito fare diagnosi di diabete. Gli
attuali criteri si basano su dati statistici ed
epidemiologici che mettono in relazione liperglicemia
con le complicanze del diabete cronico. La diagnosi di
diabete mellito ha perciò un significato essenzialmente
prognostico riguardante il rischio di andare incontro a
queste complicanze.
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NOTA
L’increzione di insulina da parte
della cellule beta del pancreas è attivata (attraverso un complesso sistema
di regolazione che comporta l’inibizione della pompa per il potassio, la
depolarizzazione della membrana plasmatica e l’aumento del calcio
intracellulare) dal glucosio che, penetrato nella cellula, viene degradato
attraverso la glicolisi anaerobia e il ciclo di Krebs.
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NOTA
La
resistenza allinsulina
tipo A è caratterizzata da
acanthosis nigrigans (iperpigmentazione distrettuale
associata a rilievi papillomatosi) e iperandrogenismo in
assenza di obesità o lipoatrofia. Nel
leprecaunismo si associano un ritardo nella crescita
intrauterina, diversi dismorfismi e ipoglicemia a digiuno
con morte del paziente entro il primo anno di vita. La
sindrome di Rabson-Mendenhall è invece associata a bassa
statura, anomalie ai denti e alle unghie e iperplasia
pineale.
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NOTA
La
fibrosi cistica (o mucoviscidosi) è un difetto autosomico
recessivo relativamente frequente (1 caso su 2.000 nati
vivi). Il quadro clinico è conseguente alla congenita
disfunzione degli epiteli secernenti ed è rappresentato
nelle forme tipiche da iperconcentrazione elettrolitica
nel sudore, pneumopatia cronica evolutiva e insufficienza
esocrina del pancreas.
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NOTA
La
distrofia miotonica (o miotonia distrofica) è una malattia dovuta ad una mutazione
dinamica associata a trinucleotidi instabili (vedi
Par. 14.2.3) caratterizzata da miotonia ed atrofia
muscolare distale accompagnata a cataratta, calvizie
frontale (nel maschio), atrofia gonadica, miocardiopatia,
difettosa ventilazione polmonare, lievi anomalie
endocrine, modificazioni ossee, anormalità nelle
immunoglobuline sieriche, deficit mentale o demenza.
Nelle famiglie colpite si notano un declino sociale
progressivo da generazione in generazione, una diminuita
fertilità ed un aumento del tasso di mortalità
infantile.
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NOTA
La
corea di Huntington è una forma di corea ereditaria dovuta ad una mutazione
dinamica associata a trinucleotidi instabili (vedi
Par. 14.2.3) che si
manifesta come malattia grave solo in età adulta ed è accompagnata da
severi disturbi mentali.
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NOTA
Latassia di Friedreich è una rara malattia ereditaria dovuta ad una mutazione
dinamica associata a trinucleotidi instabili (vedi
Par. 14.2.3) che si
manifesta nella preadolescenza con diminuzione o
scomparsa dei riflessi tendinei e progressiva disfunzione
cerebellare.
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NOTA
La
sindrome di Wolfram è caratterizzata da diabete insipido, diabete
mellito, atrofia ottica e sordità.
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NOTA
La
sindrome di Werner è caratterizzata da alterazioni sclerodermiche
alle estremità, cataratta, calcificazioni sottocutanee,
precoce aterosclerosi, diabete mellito e una facies
raggrinzita e vecchieggiante.
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NOTA
La
sindrome di Cockayne è caratterizzata da nanismo, precoce aspetto
senile, degenerazione pigmentaria della retina, atrofia
ottica, sordità e sensibilità ai raggi solari.
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NOTA
La
sindrome di Down è un particolare fenotipo con ritardo mentale
e facies caratteristica causato dalla trisomia 21.
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NOTA
La
sindrome di Klinefelter è un quadro morboso esclusivo del sesso
maschile caratterizzato da disgenesia testicolare con
ipogonadismo ipergodanotropo che si accompagna sul piano
citogenetico ad anomalie numeriche del corredo
cromosomico per la presenza duno o più gonosomi X
sovranumerari.
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NOTA
La
sindrome di Turner è
caratterizzata da amenorrea primaria, infantilismo
sessuale, bassa statura e anomalie fenotipiche associate
ad alterazioni del numero e/o della morfologia dei
cromosomi sessuali (il cariotipo più comune è
rappresentato da 45,X0).
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NOTA
Il termine "glicosilazione",
spesso usato come sinonomo di glicazione, dovrebbe più
propriamente riferirsi al trasferimento enzimatico,
operato da glicosiltransferasi specifiche, di una unità
saccaridica da un donatore (generalmente un nucleotide
difosfato legato allo zucchero) ad un accettore capace di
formare con essa un legame di tipo glicosidico.
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NOTA
Le lipoproteine possono
essere prive del nucleo centrale idrofobico ed essere
costituite solo da un doppio strato lipoproteico
appiattito in dischi o sotto forma di vescicole. Di forma
discoidale sono, ad esempio, le HDL nascenti, mentre la
forma vescicolare è tipica della lipoproteina-X. Nel
deficit di lecitina-colestrolo aciltransferasi è
possibile rinvenire lipoproteine anomale sia di forma
discoidale che vescicolare.
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NOTA
LHDL1
ha un alto contenuto in colesterolo e in apo E.
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NOTA
Le sigle utilizzanti le
lettere latine maiuscole sono generalmente adoperate
quando si fa riferimento al frazionamento delle
lipoproteine mediante ultracentrifigazione, mentre le
sigle utilizzanti le lettere greche sono generalmente
usate per identificare le medesime frazioni allelettroforesi.
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NOTA
Il
morbo di Tangier è un difetto autosomico recessivo
caratterizzato nellomozigote da un grave deficit di
HDL e dallaccumulo degli esteri del colesterolo in
diversi tessuti. La malattia si manifesta con iperplasia
giallo-arancione delle tonsille, spenomegalia e
neuropatie ricorrenti. La colesterolemia è bassa, mentre
il livello dei trigliceridi è normale o aumentato.
Malgrado il deficit di HDL, vi è solo un leggero aumento
del rischio di infarto miocardico.
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NOTA
Due diverse sindromi
sono collegate ad alterazioni della lecitina-colesterolo
aciltransferasi:
deficit familiare è caratterizzato dalla pressoché totale
assenza dellenzima nel plasma, la
malattia a occhio di pesce dallassenza di attività verso le HDL, ma
dalla presenza di attività verso le LDL. Il deficit
familiare si manifesta con opacità corneale, anemia,
proteinuria e, spesso, insufficienza renale.
Caratteristica è la presenza di HDL discoidi o
vescicolari e di LDL ricche di colesterolo non
esterificato. La malattia a occhio di pesce è
caratterizzata da opacità corneale, aumento dei
trigliceridi, delle VLDL e delle LDL, presenza di HDL
discoidi o vescicolari.
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NOTA
Lipertrigliceridemia
familiare si manifesta
fenotipicamente come una dislipidemia tipo IV. Ha
carattere autosomico dominante e si accompagna
frequentemente a malattie cardiache.
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NOTA
Liperlipidemia familiare
combinata è la iperlipidemia
ereditaria di più frequente riscontro. E
caratterizzata dallaumento sia del colesterolo che
dei trigliceridi e da un aumento incostante nel tempo
delle LDL e delle VLDL. E la causa di circa il 10%
delle malattie coronariche ad insorgenza precoce.
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NOTA
Lipo-α-lipoproteinemia
familiare è una patologia
autosomica dominante caratterizzata da livelli di HDL-colesterolo
sotto il 10° percentile con valori normali di
colesterolo e trigliceridi. Il difetto è presente nel 5-10%
dei pazienti coronaropatici al di sotto dei 60 anni e
nello 0.5% della popolazione generale.
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NOTA
I geni che codificano
per lapo A-I, lapo A-IV e lapo C-III
sono tutti localizzati sul cromosoma 11.
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NOTA
Lanalisi del
fenotipo individuale è complicata dalla coesistenza in
circolo di molecole di apo E con diverso grado di
sializzazione per cui una interpretazione accurata
richiede un pretrattamento del campione con neuraminidasi.
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NOTA
Molti dei
soggetti E-2/2
sono normolipidemici e persino ipocolesterolemici. La
comparsa dellipertrigliceridemia e dellipercolesterolemia
è dovuta alla concomitante presenza di altri fattori di
ordine genetico, ormonale ed ambientale (ipotiroidismo,
basso livello di estrogeni, obesità, diabete, età
avanzata). Altre varianti dellapo E (molto più
rare) danno invece luogo al quadro dislipidemico anche
nelletrozigote e non richiedono la presenza di
fattori scatenanti.
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NOTA
La
malattia di Alzheimer è una malattia degenerativa del sistema
nervoso centrale che si manifesta clinicamente con
demenza ed è caratterizzata, sul piano istopatologico,
dalla presenza, a livello della corteccia e dei centri
grigi sottocorticali, di tipiche modificazioni del
tessuto (placche senili e degenerazioni neurofibrillari).
La malattia è geneticamente trasmessa in circa il 10%
dei casi come carattere autosomico dominante.
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NOTA
Il plasminogeno è una
proteasi del sistema fibrinolitico costituita da un
polipeptide in cui si identificano 5 sequenze
aminoacidiche molto simili tra loro, denominate kringle e identificate con le sigle da K1 a K5, e un
frammento con attività proteasica (vedi
Par. 7.3.2).
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NOTA
Con il termine ELISA (Enzyme
Linked Immuno Sorbent Assay) si indica una tecnica
immunoenzimatica in fase eterogenea in cui il reagente
marcato non modifica la sua attività nel passare dallo
stato libero a quello legato. La separazione fisica del complesso
antigene-anticorpo avviene grazie allassorbimento di
uno degli immunoreattivi su una fase solida mediante l’utilizzo di un
secondo anticorpo specifico reso immobile su di essa. Con il termine IRMA
(ImmunoRadioMetric Assay) si indica una tecnica analoga alla
precedente che utilizza come reagente marcato un anticorpo radioattivo.
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NOTA
Gran parte degli attuali dati
epidemiologici riguardanti le malattie cardiache, come l’effetto della
dieta, dell’esercizio fisico o di alcuni medicamenti di uso comune
(come ad esempio l’aspirina)
derivano da uno studio longitudinale iniziato nel 1948 su 5209
soggetti adulti nella città di Framingham, Massachusetts, e giunto ora
alla terza generazione di partecipanti (Framingham
Heart Study).
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NOTA
La
sindrome metabolica, considerata predisponente a malattie
aterosclerotiche cardiovascolari ed al diabete, è definita dalla
contemporanea presenza di almeno tre delle seguenti
condizioni: elevata circonferenza
addominale, trigliceridi ematici maggiori o uguali a 150 mg/dL,
HDL-colesterolo minore di 40 mg/dL nei maschi e di 50 mg/dL nelle
femmine, pressione arteriosa maggiore o uguale a 130/85 mmHg, glicemia
a digiuno maggiore o uguale a 100 mg/dL. I valori di riferimento per
la circonferenza addominale sono diversi nelle varie popolazioni;
valori indicativi per la popolazione italiana sono 102 cm nei maschi e
88 cm nelle femmine. L’assunzione di farmaci allo scopo di controllare
il valore dei parametri summenzionati costituisce di per sé un
ulteriore criterio per la definizione della sindrome. I sintomi presi
in considerazione nella definizione di sindrome metabolica non
includono alcuni importanti fattori di rischio cardiovascolare (età,
fumo) e sono pertanto considerati di minore valore predittivo rispetto
a quelli forniti dal Framingham Heart Study (vedi nota successiva).
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NOTA
La
malattia di von Willebrand , o angioemofilia, è una malattia emorragica
ereditaria autosomica dovuta alla difettosa sintesi della
componente ad alto peso molecolare del complesso del
fattore VIII della coagulazione.
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NOTA
La
malattia con urine a
sciroppo dacero è una dovuta al deficit congenito della deidrogenasi degli α-chetoacidi a catena ramificata. Il difetto
causa un accumulo di leucina, isoleucina e valina e dei
corrispettivi α-chetoacidi e, nella forma classica, una
encefalopatia ad insorgenza neonatale.
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NOTA
La
sindrome di Lesch-Nyhan è una
malattia ereditaria legata al cromosoma X, dovuta a un deficit totale
dell’enzima ipoxantina fosforibosiltransferasi e caratterizzata da
eccessiva produzione di acido urico, coreoatetosi, spasticità, ritardo
mentale e tendenza compulsiva all’autofagismo.
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NOTA
A dosi elevate (> 4 g/die)
lacido acetilsalicilico ha un effetto uricosurico.
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NOTA
La
glicogenosi tipo I (o malattia di von Gierke) è causata da un deficit di glucosio-6-fosfatasi ed è
caratterizzata da massiccia epatomegalia, per accumulo di glicogeno nel
fegato, e da ipoglicemia, particolarmente severa durante l’infanzia.
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NOTA
Lipouricemia ereditaria
renale è dovuta ad un difetto
nel trasporto dellurato attraverso le membrane che
si manifesta nelleterozigote con una modesta
diminuzione delluricemia e un moderato ma
significativo aumento della clearance renale dellacido
urico. Nellomozigote si osserva unipouricemia
più marcata, un notevole aumento della clearance
renale accompagnata ad iperuricosuria, ad ipercalciuria (nel
21% dei casi) ed a urolitiasi con presenza di calcoli
misti di acido urico ed ossalato di calcio (nel 25% dei
casi).
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NOTA
La
sindrome di Hartnup è caratterizzata da eruzioni cutanee
pellagriformi, atassia cerebellare e varie alterazioni
neuropsichiatriche (da una occasionale instabilità emotiva al delirio),
accompagnate a massiva
aminoaciduria riguardante aminoacidi monoamino
monocarbossilici che utilizzano un medesimo meccanismo di
riassorbimento tubulare.
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NOTA
La
sindrome di Fanconi-DeToni-Debré è caratterizzata da (1) una
disfunzione complessa del tubulo renale prossimale che porta ad
aumento della clearance per il fosfato e gli α-aminoacidi, spesso per
il bicarbonato e qualche volta per il glucosio e l’acido urico e ad
una diminuzione della concentrazione plasmatica di queste sostanze;
(2) una alterazione metabolica delle ossa con rachitismo nei bambini e
osteomalacia negli adulti.
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NOTA
La galattosemia è una malattia
ereditaria dovuta a deficit di
galattosio-1-fosfato uridiltransferasi o di
galattochinasi.
Nel primo caso, la malattia è caratterizzata da una
grave intolleranza alimentare al latte con danni epatici, renali e
cerebrali e comparsa di cataratta. Il deficit di galattochinasi è meno
grave e dà luogo principalmente a cataratta.
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NOTA
L’intolleranza
ereditaria al fruttosio è una malattia ereditaria dovuta a deficit
dell’enzima aldolasi B, che è presente nel fegato, nel rene e
nell’intestino tenue. La malattia ha un andamento generalmente benigno
ed è caratterizzata da una intolleranza alimentare al fruttosio.
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NOTA
Il
morbo di Wilson è una difetto ereditario autosomico recessivo
riguardante lescrezione del rame e la sua
incorporazione nella ceruloplasmina (vedi
Par. 8.1.7) che comporta un danno
a livello del fegato e del sistema nervoso centrale.
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NOTA
Il
morbo di Wilson è una difetto ereditario autosomico recessivo
riguardante lescrezione del rame e la sua
incorporazione nella ceruloplasmina che comporta un danno
a livello del fegato e del sistema nervoso centrale.
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NOTA
Il
morbo di Hodgkin è una neoplasia del sistema linforeticolare
inquadrabile nel capitolo dei linfomi. La diagnosi è basata
sull’osservazione delle cellule di Reed-Sternberg sui preparati istologici
ottenuti per biopsia. Queste sono cellule giganti con caratteristici
nuclei disposti specularmente e nucleoli ben evidenti che appaiono come
"occhi di gufo".
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NOTA
La
xantinuria ereditaria è un
difetto metabolico, spesso asintomatico, dovuto ad un deficit isolato
dell’enzima xantina ossidasi. Questo enzima è carente anche nel
deficit
combinato di xantina ossidasi, sulfito ossidasi e aldeide ossidasi, una
grave malattia che causa grave ritardo mentale (vedi nota
successiva)
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NOTA
Gli enzimi xantina ossidasi, sulfito
ossidasi e aldeide ossidasi sono metalloproteine contenenti il molibdeno.
Il deficit combinato di questi enzimi è dovuto a carenza del cofattore del molibdeno, la molibdopterina. Il grave danno neurologico che
accompagna la malattia è causato dal deficit di sulfito ossidasi.
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NOTA
La
sindrome HHH (Hyperornithinemia-Hyperammonemia-Homocitrullinuria
Syndrome) è dovuta ad un alterato trasporto dell’ornitina dal
citoplasma al mitocondro, che determina un blocco del ciclo dell’urea. Il carbamilfosfato in eccesso nel mitocondrio si coniuga con la lisina
formando omocitrullina, che viene escreta con le urine.
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NOTA
L’intolleranza proteica lisinurica è
dovuta ad un deficit del trasportatore degli aminoacidi, che porta ad una
sindrome da malassorbimento, ad una aumentata escrezione urinaria di
lisina, arginina ed ornitina, ed a ritardo mentale e di sviluppo fisico.
L’iperlisinemia periodica con iperammoniemia, una malattia ereditaria
dovuta a un deficit parziale di lisina deidrogenasi, è caratterizzata da
iperammoniemia postprandiale, che è da imputarsi all’inibizione esercitata
dalla lisina in eccesso sull’enzima arginasi che catalizza l’ultima tappa
del ciclo dell’urea.
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NOTA
L’allopurinolo è un analogo dell’ipoxantina
e un potente inibitore dell’enzima xantina ossidasi. E’ adoperato nella
terapia delle iperuricemie (vedi
Par. 4.1.1).
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NOTA
Lattività della δ-aminolevulinico
sintetasi epatica è influenzata in parte anche dalla
disponibilità di glicina per la quale lenzima ha
una relativamente scarsa affinità. Così, lacido p-aminobenzoico,
che viene escreto nelle urine coniugato alla glicina, può
determinare una diminuzione della sintesi di acido δ-aminolevulinico.
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NOTA
La
porfiria eritropoietica
congenita è rara, ma determina
gravi lesioni cutanee da fotosensibilizzazione,
specialmente sul viso ed a livello delle cartilagini
nasali e auricolari, accompagnate ad emolisi. La
protoporfiria eritropoietica è più frequente e dà lesioni cutanee meno
distruttive della forma precedente.
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NOTA
La
porfiria acuta intermittente è probabilmente la porfiria più frequente (la
prevalenza del gene è stimata 1:10.000). La malattia,
che rimane latente per tutta la vita in circa il 90% dei
pazienti, si manifesta con maggiore frequenza nelle donne
dopo la pubertà con esacerbazioni intermittenti in
relazione al ciclo mestruale. La sintomatologia dolorosa
addominale è acuta e le pazienti sono state a volte
erroneamente etichettate come isteriche e rinchiuse in
ospedali psichiatrici. La
coproporfiria ereditaria, più rara, è presente anchessa spesso
in forma latente, dà luogo a sintomi neuroviscerali
simili alla precedente e, nel 30% dei casi, a fenomeni di
fotosensibilizzazione cutanea. Il deficit di
ALA deidratasi è rarissimo.
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NOTA
La
porfiria variegata ha acquisito unalta prevalenza (3:1000)
in Sud Africa dopo il trasferimento in questo paese di
una singola famiglia olandese con il deficit enzimatico
nel 1680, mentre è rara altrove.
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NOTA
La
porfiria cutanea tarda è fra le forme più comuni ed è
caratterizzata da una fotosensibilizzazione da lieve a
moderata che insorge generalmente in età adulta. La
porfiria epatoeritropoietica è molto più rara e dà luogo a danni cutanei
simili alla porfiria eritropoietica congenita, ad anemia
ed a epatosplenomegalia.
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NOTA
La triptofano pirrolasi
è unemoproteina che catalizza la conversione del
triptofano in chinurenina. La ridotta disponibilità di
eme causa una diminuzione dellattività di questo
enzima e quindi una aumentata disponibilità di
triptofano. Un incremento di assunzione del triptofano
nelle cellule cerebrali può condurre ad un aumento della
produzione di 5-idrossitriptamina. In effetti, durante lattacco
acuto di porfiria vi è un aumento delleliminazione
urinaria di acido 5-idrossiindolacetico.
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NOTA
Le sindromi di
Dubin-Johnson e di
Rotor sono delle malattie ereditarie autosomiche
recessive molto simili e caratterizzate da ittero
moderato e variabile, scarsa sintomatologia e prognosi
favorevole. Diverse caratteristiche ne consentono
tuttavia la differenzazione. In particolare solo nella
sindrome di Dubin-Johnson si osserva una pigmentazione
del parenchima epatico e un aumento secondario della
concentrazione plasmatica della bromosulftaleina dovuto
ad un reflusso di questa sostanza per una ridotta capacità
escretoria epatica quando la bromosulftaleina è
somministrata endovena.
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NOTA
La
sindrome di Lucey è caratterizzata da una transitoria
iperbilirubinemia neonatale probabilmente dovuta a sostanze steroidee
presenti nel plasma e nel latte materno che inibiscono la
coniugazione della bilirubina.
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NOTA
Unaltra causa di
aumento della bilirubina non coniugata può essere un
deficit epatico di captazione della bilirubina (sindrome
di Gilbert).
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NOTA
L’ossido nitrico è (1)
un vasodilatatore periferico capace di attivare la
guanilato ciclasi scatenando una serie di reazioni che
portano alla stabilizzazione della miosina nelle fibre
muscolari lisce, (2) un inibitore
dell’attivazione piastrinica in quanto agisce in sinergia
con la prostaciclina impedendo la formazione del trombo,
(3) un agente citotossico utile nella
difesa contro i microorganismi in quanto forma dei
perossinitriti interagendo con i radicali dell’ossigeno.
La ossido nitrico sintetasi è presente sotto forma di
tre isoenzimi. I primi due (eNOS e nNOS) sono attivati da
un aumento transiente degli ioni calcio intracellulari.
Il terzo isoenzima (iNOS) gioca un ruolo importante nella
difesa contro gli agenti patogeni e viene indotto in
risposta a stimoli mediati dalle citochine. Un inibitore
endogeno del iNOS è la
dimetilarginina asimmetrica che deriva dal catabolismo delle proteine che
hanno subito un processo di
metilazione post-transduzionale.
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NOTA
Nel calcolare la velocità di
filtrazione glomerulare bisogna tenere conto del contenuto di acqua nel
plasma (pari a circa il 95% del volume totale). Così, se la clearance dell’inulina è di 125 mL/min in un
giovane maschio adulto, la velocità di filtrazione glomerulare è 125 x
0,95 = 118 mL/min.
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NOTA
La clearance
della creatinina e la sua correzione per la superficie corporea sono
determinate in base alle formule
clearance = V x U / P
clearance corretta = clearance
x 1,73 / S dove V (mL/min) è il
volume delle urine raccolte nellunità di tempo, U (mg/L) la
concentrazione urinaria di creatinina, P (mg/L) la
concentrazione plasmatica di creatinina, S (m2)
la superficie corporea del paziente e 1,73 m2
la superficie corporea di una persona standard di 70 kg.
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NOTA
La volemia è calcolata
dal volume plasmatico in base al valore di ematocrito. Per la
determinazione del volume plasmatico si impiegano sostanze che si
distribuiscono uniformemente nel plasma ma non passano nel compartimento
extravascolare. Le sostanze più usate sono il blu Evans e l’albumina
marcata con 131I. Il volume del plasma corrisponde a 1300 -
1800 mL/m2 di superficie corporea o a 35 - 45 mL/kg di peso.
Il volume del sangue totale corrisponde a 2500 - 3200 mL/m2
di superficie corporea o a 63 - 80 mL/kg di peso. Nel maschio il volume
del sangue totale è più elevato di quello della femmina di circa il 7%,
mentre i valori del volume plasmatico sono circa uguali.
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NOTA
L’eritropoietina è una glicoproteina
che viene sintetizzata per lo più a livello renale (90%) ed in minima
parte nel fegato (10%). Stimola la proliferazione e la differenziazione
degli eritrociti, interagendo con
recettori specifici espressi sui
progenitori delle cellule rosse staminali del midollo osseo.
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NOTA
L’anemia di Fanconi è una rara forma di anemia aplastica familiare associata ad anomalie
ossee, microcefalia, ipogonadismo e pigmentazione cutanea.
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NOTA
Le reazioni leucemoidi
di tipo mieloide possono essere distinte dalla
leucemia mieloide cronica
sulla base delle seguenti caratteristiche: il numero dei leucociti è
solitamente inferiore a 50.000 cellule/μL,
nel citoplasma dei leucociti sono presenti granulazioni tossiche e/o
corpi di Döhle, vi è una prevalenza di neutrofili con nucleo non
segmentato (cellule a banda), la fosfatasi alcalina leucocitaria è
elevata, vi è assenza di basofilia (il numero di basofili di solito
aumenta nelle leucemie), il cromosoma Philadelphia è assente (risulta
frequentemente presente nei casi di leucemia), la milza non è
palpabile.
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NOTA
La
sindrome da eosinofilia e mialgia è stata identificata per la prima
volta nel 1989 nel Nuovo Messico su pazienti che avevano ingerito
sonniferi a base di L-triptofano. In seguito la malattia ha colpito in
forma epidemica un migliaio di persone (principalmente negli Stati
Uniti). La causa del disturbo è tuttora ignota. Una ipotesi è che il
danno sia stato dovuto a metaboliti tossici derivanti dal triptofano (probabilmentye
l’acido quinolinico) che si accumulerebbero in soggetti predisposti.
Un’altra ipotesi è che il danno sia stato dovuto a contaminati presenti
nella preparazione commerciale di L-triptofano.
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NOTA
L’esposizione
all’allergene causa una rapida riduzione del numero dei basofili nei
soggetti affetti da ipersensibilità cronica.
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NOTA
La
clorotiazide è un
diuretico con effetti anti-ipertensivi. E’ adoperato nel doping
per mascherare la presenza di altri farmaci, controbilanciare la
ritenzione idrica degli anabolizzanti e ridurre il peso.
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NOTA
Gli effeti dell’alcool
etilico sull’omeostasi piastrinica sono diversi: una trombocitopenia può
derivare dalla depressione del midollo, da un ipersplenismo secondario a
cirrosi epatica o da deficit di vario genere (ad esempio, una carenza di
acido folico). La trombocitopenia conseguente a depressione midollare si
risolve generalmente in pochi giorni se il soggetto sospende
l’assunzione di alcool.
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NOTA
Talvolta una anemia
emolitica autoimmune può coesistere con una trombocitopenia autoimmune
(sindrome di Evan).
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NOTA
La
porpora trombotica
trombocitopenica è caratterizzata da trombocitopenia, anemia emolitica
microangiopatica, danni renali, disturbi neurologici e febbre. Gli
aspetti fisiopatologici della malattia non sono ancora del tutto
chiariti. E’ frequentementee associata a malattie del collageno,
infezioni, assunzioni di farmaci o al periodo post-partum. La malattia
potrebbe avere una base autoimmune riconducibile alla presenza di
anticorpi contro una proteasi preposta alla proteolisi controllata del
fattore di von Willebrand (vedi
Par. 7.3.1b).
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NOTA
La
sindrome emolitico-uremica è caratterizzata da grave anemia emolitica
microangiopatica, schistocitosi, reticolocitosi, porpora
trombocitopenica ed insufficienza renale acuta. Colpisce più
frequentemente i bambini, nei quali si manifesta con grave oliguria
associata ad ematuria. Può essere osservata anche nelle donne poco dopo
il parto (sindrome emolitico-uremica post-partum), in corso di infezioni
da E. coli e in soggetti in terapia antiblastica con
mitomicina C.
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NOTA
Le
sindromi mielodisplastiche sono caratterizzate da una progressiva insufficienza
midollare in presenza di un numero di blasti (< 30%) insufficiente per
una diagnosi di leucemia mieloide acute. Tuttavia, nel 40-60% dei casi il
quadro evolve verso una forma leucemica.
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NOTA
La carenza di acido
folico in gravidanza è associata nel feto a difetti di sviluppo del tubo
neurale (spina bifida). A scopo profilattico è raccomandata la
somministrazione durante la gravidanza di 5 mg di acido folico al
giorno.
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NOTA
La
malattia emolitica del neonato è una condizione alloimmune che si sviluppa nel feto, quando le IgG, che sono state
prodotte dalla madre e hanno attraversato la barriera placentare,
reagiscono con i globuli rossi fetali determinandone la lisi. La
malattia può manifestarsi in forma lieve o grave (eritroblastosi
fetale) e può condurre a morte il feto per idrope. Gli antigeni
eritrocitari coinvolti nella reazione immunitaria generalmente
appartengono al sistema Rhesus (Rhesus D, Rhesus C, Rhesus c, Rhesus E, Rhesus e), al
sistema Kell (Kell1, Kell2, Kell3,
Kell4) o al sistema ABO (A, B). L’incompatibilità materno-fetale da fattore Rh(D) è la causa più frequente di malattia
emolitica del neonato ed è generalmente dovuta alla immunizzazione
della madre verso l’antigene fetale durante una precedente gravidanza.
Gli anticorpi anti-Kell1 sono, in ordine di frequenza, la
seconda causa di malattia emolitica del neonato e la loro presenza nel
sangue materno è generalmente dovuta ad una precedente trasfusione di
sangue non compatibile per quanto riguarda il sistema Kell. Più
raramente, la malattia può essere dovuta alla presenza di anticorpi di
tipo IgG anti-A o anti-B, la cui produzione può essere occasionalmente
stimolata nella madre da antigeni ambientali.
La proteina transmembrana
che contiene l’antigene del
sistema Rhesus (fattore Rh) costituisce probabilmente un canale
per il trasporto dei gas (CO2 e NH3). La
proteina Kell è una endopeptidasi transmembrana, che è
responsabile dell’idrolisi dell’endotelina-3 (un peptide vasoattivo
prodotto dall’endotelio). Questa endopeptidasi è strettamente connessa
alla proteina XK, la quale, a sua volta, è indispensabile per una
corretta presentazione dell’antigene Kell sulla superficie delle
emazie ed è causa, se assente, della
sindrome di McLeod. La struttura degli antigeni del sistema ABO è
discussa in una nota successiva.
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NOTA
L’emoglobinuria
parossistica a frigore è una rara forma di anemia emolitica da
agglutinine fredde. L’emolisi avviene alcuni minuti o alcune ore dopo
che il paziente è stato esposto al freddo (bevendo o lavandosi le mani
con acqua gelata) in quanto gli autoanticorpi legano gli eritrociti a
bassa temperatura ma li lisano a temperatura più alta.
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NOTA
Sono state descritte
circa 40 varianti instabili dell’emoglobina che formano dei precipitati
all’interno del globulo rosso (corpi di Heinz) e danno luogo ad anemia
emolitica (CHBA, congenital Heinz body hemolytic anemia).
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NOTA
Le varianti
strutturali dell’emoglobina che causano una metaemoglobinemia congenita
vengono indicate complessivamente con la sigla HbM (HbMBoston,
HbMHyde Park,
etc.). Le varianti con aumentata affinità per l’ossigeno (HbChesapeake,
HbJ-Cape Town,
etc.) determinano una condizione di policitemia ereditaria e sono
generalmente asintomatiche. Le varianti con diminuita affinità per
l’ossigeno (HbKansas,
HbBeth Israel,
etc.) sono causa di cianosi.
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NOTA
La sulfoemoglobina e la metaemoglobina sono forme anormali di emoglobina incapaci
di legare l’ossigeno. Possono aumentare nel sangue per esposizione a diversi
farmaci e composti di uso industriale o domestico, in particolare fenacitina,
sulfonamidi, sulfoni, clorochina, bromuri, nitriti, nitrati, coloranti
all’anilina, etc. Normalmente meno del 2% dell’emoglobina totale è presente nel
sangue sotto forma di metaemoglobina. La concentrazione della metaemoglobina nel
sangue può aumentare per
difetto congenito di metaemoglobina reduttasi.
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NOTA
Nei forti fumatori la
concentrazione di carbossiemoglobina ematica può rappresentare il 20%
dell’emoglobina totale.
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NOTA
La riduzione della vitamina K chinone in
vitamina K idrochinone può essere catalizzata anche da una
deidrogenasi
NAD(P)H dipendente. Questo enzima ha tuttavia una bassa affinità per il
substrato e probabilmente interviene nel metabolismo solo nel caso di
intossicazione con un inibitore specifico per l’epossido
reduttasi (warfarina).
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NOTA
In circolo esistono
due forme di fibrinogeno che possono essere
separate mediante cromotografia su resina a scambio ionico e che
differiscono per il tipo di catena γ. Il
fibrinogeno 1 contiene due catene γA
di 411 aminoacidi, il fibrinogeno 2 è un eterodimero con una catena
γA e una catena
γ’ più lunga della precedente (427 aminoacidi) e con una sequenza carbossi-terminale più acida. Il fattore XIII
si lega specificatamente alle catene γ’ del
fibrinogeno 2.
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NOTA
Con il termine callicreine si intende un gruppo di enzimi ad alta specificità di substrato,
presenti nel plasma, nelle ghiandole e in molti altri tessuti e liquidi
biologici. Le callicreine agiscono sui chininogeni trasformandoli in chinine. La
callicreina meglio conosciuta è quella plasmatica, che circola sotto forma
inattiva (precallicreina).
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NOTA
I chininogeni si possono suddividere in due gruppi: i chininogeni a basso
peso molecolare e i chininogeni ad alto peso molecolare. Il chininogeno ad
alto peso molecolare è attivato dalla callicreina plasmatica e dà origine alla bradichinina
(un nonapeptide). Il chininogeno a basso peso molecolare è attivato dalle
callicreine non plasmatiche e dà luogo alla callidina (un decapeptide). Entrambe
queste chinine a emivita brevissima (circa 15 s) sono potenti agenti
vasodilatatori, capaci di aumentare la permeabilità capillare, provocare
la stimolazione delle terminazioni nervose e contrarre la muscolatura
liscia.
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NOTA
Il frammento
costituito dai primi quattro kringle, denominato
angiostatina, è un potente
inibitore dell’angiogenesi potenzialmente utile nel trattamento delle neoplasie.
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NOTA
Tra le sostanze ad
azione fibrinolitica, la
streptochinasi è utilizzata da più lungo tempo e presenta un particolare
meccanismo di attivazione del plasminogeno. La streptochina, un polipeptide di
414 aminoacidi prodotto dallo streptococco, non ha infatti una diretta attività proteolitica, ma è capace di modificare la conformazione del plasminogeno, a cui
si lega, in modo da rendere esposto il suo sito catalitico. Il plasminogeno
legato alla streptochinasi diventa così, a sua volta, capace di attivare una
seconda molecola di plasminogeno. Anche il plasminogeno legato alla
streptochinasi è convertito in plasmina e questo complesso è resistente
all’inibizione da α2-AP (vedi
Par. 7.3.2b). La stafilochinasi, prodotta
dallo S. aureus, agisce in modo analogo alla streptochinasi, ma in questo
caso il complesso stafilochinasi-plasmina è invece inibito dalla α2-AP.
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NOTA
L’omocisteinuria è una
malattia ereditaria dovuta ad un difetto nel metabolismo della
omocisteina, che si accumula nel sangue e viene escreta nelle urine. La
malattia si accompagna a ritardo mentale, ad alterazioni scheletriche ed
oculari e a processi aterotrombotici. Il disordine è geneticamente
eterogeneo ed è dovuto a deficit di
metilene tetraidrofolato reduttasi,
di
cistationina-β-sintetasi o ad altri
difetti correlati al metabolismo della vitamina B12.
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NOTA
I valori di
riferimento per l’omocisteina plasmatica sono di 4-17 μmol/L. Alcuni studi evidenziano un aumento
del rischio aterotrombotico anche in presenza di livelli di omocisteina
compresi nell’intervallo di normalità. Per tale motivo è stato suggerito
di ridurre in ogni caso il livello di omocisteina plasmatica. Ciò può
essere ottenuto facilmente mediante la somministrazione di acido folico
(1 - 2 mg/die), un trattamento privo di effetti collaterali a meno che
non vi sia una carenza di vitamina B12.
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|
NOTA
L’enzima
L-asparaginasi è adoperato nella terapia della leucemia linfatica acuta.
L’enzima converte l’asparagina in acido aspartico ed ammoniaca, privando
le cellule leucemiche di asparagina che, a differenza delle cellule
normali, non sono in grado di sintetizzare.
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|
NOTA
I
chaperoni sono una
classe di proteine che assistono altre proteine ad assumere la struttura
appropriata (folding). Molti chaperoni sono proteine da shock
termico, in quanto espresse in risposta ad alte temperature o ad altre
condizioni di stress cellulare. Altri tipi di chaperoni sono
coinvolti nel trasporto di proteine attraverso le membrane (ad esempio
sono coinvolti nei meccanismi di trasporto di proteine nei mitocondri).
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NOTA
L’anticoagulante tipo lupus è una immunoglobulina
identificata per la prima volta in pazienti affetti da lupus
eritematoso sistemico (vedi nota successiva). In
effetti, solo un terzo dei pazienti con lupus eritematoso presentano
questa immunoglobulina in circolo, che è invece riscontrabile anche in
altre malattie autoimmuni, nell’AIDS e in patologie linfoproliferative.
In vitro inibisce l’interazione tra i fosfolipidi ed i fattori della
coagulazione, determinando un aumento del tempo di tromboplastina
parziale e (meno spesso) un aumento del tempo di protrombina. Malgrado
ciò, in vivo la presenza di questa immunoglobulina è associata a
trombofilia e non a sanguinamento.
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NOTA
Il D-dimero (DD) è
costituito da due frammenti, che derivano dall’originaria regione D della
molecola del fibrinogeno. Questi due frammenti sono legati covalentemente da legami crociati
glutammato-lisina e quindi sono presenti solo dopo che è avvenuta una
frammentazione della fibrina stabilizzata
(vedi Par. 7.3.1f). Il D-dimero è presente in oltre il 90% dei pazienti con patologie trombotiche o tromboemboliche.
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|
NOTA
Il tempo di tromboplastina parziale (PTT) era originariamente eseguito mediante la
sola aggiunta di calcio. I risultati erano tuttavia fortemente
influenzati dal numero di piastrine presenti nel plasma e
dall’estensione della superficie di contatto del plasma con il vetro.
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|
NOTA
Nei pazienti in
trattamento con eparina è possibile sostituire la determinazione del
tempo di trombina con la determinazione del tempo di reptilasi. Questo
test utilizza, al posto della trombina, l’enzima reptilasi
da veleno di vipera, che catalizza il distacco dei fibrinopeptidi
permettendo la formazione del monomero insolubile di fibrina, senza la
necessità dell’intervento delle vie intrinseca o estrinseca della
coagulazione.
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NOTA
Un bambino è
sottopeso se il suo peso corporeo è il 60-80% rispetto al valore di
riferimento per la sua classe d’età. Un apporto calorico gravemente
insufficiente porta ad una condizione di
marasma quando il peso è inferiore al 60% del valore di riferimento.
Il
kwashiorkor è una forma di malnutrizione dovuta principalmente ad un
insufficiente apporto proteico con comparsa di edemi addominali e
depigmentazione della cute e dei capelli. Il marasma e il kwashiorkor
possono associarsi tra loro e/o a condizioni di avitaminosi.
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NOTA
Le forme transitorie
acquisite di sdoppiamento elettroforetico della banda
dellalbumina sono indicate come "pseudobisalbuminemie"
e possono essere dovute allassunzione di
antibiotici o ad una
pseudocisti pancreatica fistolizzata
in cavità pleurica o peritoneale.
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NOTA
Il termine "sindrome nefrosica" è comunemente usato per descrivere quei
pazienti con proteinuria (superiore a 50 mg per kg
di peso corporeo nelle 24 ore, nel bambino, o superiore a
3 g totali nelle 24 ore, nelladulto) di durata ed
entità sufficiente a determinare unipoalbuminemia
(< 30 g/L) tale da causare la comparsa di edemi
riconoscibili, comunemente declivi.
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NOTA
Il trasporto ematico
della tiroxina è supportato da tre proteine vettrici: la
prealbumina, lalbumina e la "globulina legante la
tiroxina" (una
glicoproteina di origine epatica e peso molecolare di 55
kDa con mobilità elettroforetica compresa tra le α1
e le α2 globuline, che è il principale e
più specifico trasportatore dell’ormone; vedi
Par.
10.4).
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NOTA
Lamiloidosi è caratterizzata dallaccumulo in sede
extracellulare di fibrille proteiche aventi una struttura
b a superficie pieghettata, che infiltrano vari
organi e tessuti alterandone la struttura e la funzione.
Nellamiloidosi reattiva (secondaria) le fibrille
sono costituite da un prodotto di degradazione della
proteina sierica dellamiloide A, nellamiloidosi
immunoglobulinica (primaria) dalla porzione variabile
delle catene leggere delle immunoglobuline o da porzioni
di queste, nellamiloidosi ereditaria sistemica il
più delle volte dalla prealbumina. Altre forme di
amiloidosi sistemica o localizzata possono essere dovute
allaccumulo di
apolipoproteina A-I (amiloidosi
dello Iowa),
procalcitonina (adenomatosi endocrina
multipla tipo II),
cistatina C (amiloidosi cerebrale
emorragica),
proteina A-beta (morbo di Alzheimer).
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NOTA
I gruppi eminici liberi
si possono legare anche allalbumina formando la
metemalbumina, ma laffinità delleme per
l’albumina è assai inferiore a quella per l’emopessina.
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NOTA
Negli alcolisti la transferrina
perde l’acido sialico e viene catturata da un recettore epatico per le
asialoproteine; ciò contribuisce all’insorgenza dell’emosiderosi epatica
in questi soggetti (vedi nota successiva).
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NOTA
Il ferro intracellulare
può accumularsi anche sotto forma di emosiderina, che è
costituita in gran parte da una condensazione amorfa di
idrossido ferrico ed appare al microscopio ottico sotto
forma di granuli colorabili in blu con ferrocianuro di
potassio. La emosiderina aumenta specialmente negli stati
di sovraccarico di ferro, derivando o da un processo di
degradazione della ferritina o da altre vie non ancora
note quando il sistema che regola la sintesi della
ferritina è saturato. Con il termine "emocromatosi" viene indicata unalterazione
funzionale degli organi parenchimatosi (fegato, cuore,
pancreas, ghiandole endocrine, etc.) conseguente alleccessivo
accumulo di emosiderina.
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NOTA
L’amiloidosi reattiva si
associa frequentemente a malattie infiammatorie
articolari (artrite reumatoide o psoriasica),
osteomieliti, infezioni suppurative, tubercolosi e lebbra.
Può essere osservabile anche in pazienti con fibrosi
cistica, lupus eritematoso sistemico e bronchettasie.
Recentemente, sono stati descritti casi di amiloidosi
reattiva in soggetti che usano iniettarsi delle droghe dabuso
endovena, probabilmente da attribuirsi a concomitanti
infezioni croniche della cute o di altri organi. Un
aumento della proteina sierica dell’amiloide A e la
comparsa di depositi di sostanza amiloide, specie in sede
renale, sono osservabili in soggetti con
febbre mediterranea
familiare (malattia a
trasmissione autosomica recessiva caratterizzata da
periodici episodi di polisierositi autolimitantisi,
probabilmente dovuta ad un abnorme attivazione del
complemento).
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NOTA
Il termine mucoproteine,
anche se considerato a volte come sinonimo di glicoproteine,
è da usarsi per indicare proteine con un elevato
contenuto di idrati di carbonio, solubili in acido
perclorico diluito ma precipitabili con acido
fosfotungstico. Le glicoproteine occupano quasi per
intero lo spettro elettroforetico sieroproteico. Le
mucoproteine si trovano invece specialmente fra le α1
e (in minor misura) le α2
globuline e sono costituite per oltre l80% da
orosomucoide.
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NOTA
Il
deficit di
α1-antitripsina
non causa di norma alterazioni nel processo coagulativo e
nella fibrinolisi. Tuttavia una variante genetica
presentante un residuo di arginina al posto di una
metionina (α1-antitripsina Pittsburg) si
comporta come un potente inibitore della trombina e del
fattore IX determinando gravi episodi emorragici durante
la risposta di fase acuta (vedi
Par. 7.3.1).
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NOTA
Latassia telangectasica è una malattia ereditaria, trasmessa come
carattere autosomico recessivo, caratterizzata da gravi
alterazioni neurologiche, telangiectasie oculocutanee, deficit immunitari e unalta incidenza di neoplasie.
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NOTA
Leclampsia è una
forma particolarmente grave di tossicosi gravidica in cui
oltre ai sintomi clinici delle tossicosi gravi del 3°
trimestre di gravidanza (ipertensione, edema, proteinuria)
è presente anche una compromissione del sistema nervoso
centrale che si manifesta clinicamente con convulsioni e/o
coma.
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NOTA
In alcuni libri, le componenti
del complemento attivate, aventi attività enzimatica,
possono essere anche indicate con a una linea posta sopra il numero o i
numeri corrispondenti (ad. es. il prodotto di scissione della componente
Cr1 viene indicato indifferentemente come Cr1
o come Cr1 attivato).
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NOTA
La papaina taglia limmunoglobulina
dal lato N-terminale rispetto al ponte disolfuro fra le
catene H dando luogo a tre frammenti: uno
cristallizzabile (Fc) comprendente lestremità C-terminale
di entrambe le catene pesanti e capace di legarsi al
complemento o ai recettori di superficie dei neutrofili,
dei macrofagi e dei monociti e due frammenti F(ab),
identici in ogni singolo anticorpo, comprendenti le
regioni variabili e capaci di legarsi al determinante
antigenico. La pepsina, invece, taglia limmunoglobulina
dal lato C-terminale rispetto al ponte disolfuro fra le
catene H, producendo un frammento F(ab)’2
bivalente rispetto lantigene e numerosi altri
frammenti di basso peso molecolare.
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NOTA
La distinzione fra
classi e sottoclassi si basa sul grado della reattività
immunologica crociata degli antisieri specifici verso le
singole varianti isotipiche. Tra le diverse classi (IgG,
IgM, IgA, IgD ed IgE) non esiste in pratica reattività
crociata, mentre questa è la norma tra le sottoclassi (IgG1,
IgG2, IgG3 ed IgG4 oppure IgA1 ed IgA2) denotando un
maggior grado di omologia strutturale fra queste proteine.
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NOTA
La sindrome di
Wiskott-Aldrich
è una malattia ereditaria, trasmessa come carattere
recessivo legato al cromosoma X, caratterizzata da una
spiccata suscettibilità a infezioni opportunistiche, da
porpora piastrinopenica e da eczema recidivante. I
pazienti hanno linfociti T morfologicalmente alterati e
ridotti di numero, IgM sieriche ridotte e sono incapaci a
produrre anticorpi dopo stimolazione con antigeni di
natura polisaccaridica.
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NOTA
Questa reazione è
chiamata del biureto perché ha luogo con tutti i
composti che contendono almeno due legami peptidici e,
tra questi, il più semplice è il biureto (carbamilurea).
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NOTA
Non devono essere
considerati isoenzimi quegli enzimi che differiscono per
modificazioni post-trasduzionali. Queste verranno
trattate nel Par. 9.2.
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NOTA
Le subunità della
lattico deidrogenasi sono definite H (heart) o
tipo cardiaco e M (muscle) o tipo muscolare in
relazione ai tessuti in cui sono state evidenziate
originariamente.
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NOTA
Nell’infarto cardiaco, linversione del rapporto LDH1/LDH2
compare fra la 12° e la 24° ora ed è presente nell80%
dei pazienti entro 48 ore dallepisodio acuto.
Tuttavia, ad una settimana dallinfarto, il quadro
si mantiene in meno della metà dei pazienti, malgrado lattività
della lattico deidrogenasi continui ad essere elevata.
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NOTA
Oltre ai tre isoenzimi
della creatina chinasi citoplasmatica esiste un isoenzima
mitocondriale immunologicamente differente dai precedenti.
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NOTA
La catena polipeptidica
M (muscle) è stata isolata per la prima volta dal
muscolo scheletrico, mentre la catena polipeptidica B (brain)
è stata isolata dal cervello.
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NOTA
La creatina chinasi
rimane elevata anche dopo 4-5 giorni dallinfarto,
ma dopo le prime 72 ore laumento dellattività
enzimatica è generalmente dovuto ad un incremento del
solo CPK3.
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NOTA
La
cardiomiopatia Takotsubo è una sindrome cardiaca transiente che
coinvolge il ventricolo sinistro e mima una sindrome coronarica acuta.
La sindrome è caratterizzata da dolore precordiale, dislivellamento
del tratto ST all’esame elettrocardiografico, aumento degli enzimi
sierici di origine cardiaca e dilatazione a palla dell’apice
ventricolare sinistro in assenza di una significativa stenosi
coronarica. In circa il 90% dei casi la sindrome riguarda donne in
menopausa ed è conseguente ad uno stress psico-fisico.
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NOTA
Altri marcatori sierici tardivi di infarto cardiaco
sono l’inversione del rapporto LDH1/LDH2 (vedi
Par. 9.1.1) e l’aumento
dei livelli di aspartato aminotransferasi e di miosina.
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NOTA
Nelle
pancreatiti acute,
l’amilasi aumenta dopo 2-12 ore dalla comparsa del dolore,
raggiunge un picco dopo 12-72 ore e si normalizza dopo 3-5 giorni.
Oltre all’aumento dell’isoenzima P,
si può osservare talvolta anche un aumento dellisoenzima
S per contemporaneo interessamento delle ghiandole
salivari o per una produzione di questo isoenzima da
parte di cellule contenute nel pancreas. La lipasi sierica rimane
elevata per più tempo (fino dopo 8-14 giorni), ma può dare luogo a
falsi positivi per la presenza in circolo di lipasi di altra origine
(intestinale, epatica, endoteliale). La determinazione dell’isoenzima
2 (cationico) del tripsinogeno sierico si presta bene per indagini di
screening in quanto, in presenza di un risultato negativo,
l’ipotesi diagnostica di pancreatite acuta può essere esclusa con
elevata probabilità.
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NOTA
Un marcatore molto precoce di
infarto cardiaco con alto
valore predittivo negativo è la mioglobina, il cui livello nel siero
inizia ad aumentare dopo 2 ore dall’evento acuto, raggiunge i valori
di picco dopo 6-9 ore e torna alla norma nel giro di 24-36 ore.
Purtroppo la mioglobina scheletrica, prodotta in caso di intensa
attività fisica, è indistinguibile da quella cardiaca. La diagnosi
differenziale viene eseguita mediante il
dosaggio dell’anidrasi carbonica III, che è presente soltanto nel
muscolo scheletrico.
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NOTA
Le troponine (cTnI e cTnT) sono marcatori precoci
di
infarto cardiaco, che possono essere usati al posto del CPK2 in
pazienti con contemporaneo danno muscolare. Queste proteine fanno
parte di un complesso di regolazione della contrazione del muscolo
scheletrico e cardiaco, che è formato da tre subunità (la subunità TnT, responsabile del
legame alla catena tropomiosinica; la subunità TnI, inibitrice dell’ATPasi;
la subunità TnC,
chelante del calcio). Le forme cardiache cTnI e cTNT sono ben
differenziabili dalle rispettive forme scheletriche mediante
l’utilizzo di anticorpi monoclonali. In seguito ad una lesione
miocardica, le troponine aumentano nel siero dopo 4-6 ore,
raggiungono un picco dopo 15-25 ore e ritornano ai valori basali dopo
5-7 giorni (la cTnI) o dopo 7-15 giorni (la cTnT).
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NOTA
Nella
parotite epidemica
è utile seguire nel tempo landamento degli
isoenzimi dellamilasi per evidenziare un eventuale
innalzamento anche della frazione P che indica un
interessamento pancreatico, molto frequente in questa
patologia.
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NOTA
La
sindrome di Sjögren è un processo infiammatorio cronico a carico
di tutte le ghiandole esocrine accompagnato da anomalie
immunologiche proprie delle malattie autoimmuni e
caratterizzato clinicamente da cheratocongiuntivite
secca, xerostomia ed artrite.
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NOTA
Le frazioni della
fosfatasi alcalina normalmente presenti nel siero possono
essere indicate con un numero progressivo partendo dalla
frazione con maggiore mobilità anodica. Secondo questa
nomenclatura si distingue lisoenzima epatico (ALP1a),
lisoenzima osseo (ALP1b), lisoenzima
placentare (ALP2) e lisoenzima
intestinale (ALP3).
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NOTA
La
sarcoidosi è una malattia ad etiologia sconosciuta
sostenuta da una granulomatosi sistemica che può
interessare tutti gli organi, ma che provoca le più
gravi alterazioni anatomiche e funzionali a livello
dell’apparato respiratorio.
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NOTA
Il
morbo di Gaucher è
un disordine metabolico dei glicolipidi lisosomiali con
accumulo di glucosilceramide. La malattia è
caratterizzata da epatosplenomegalia, lesioni ossee e, a
volte, interessamento dei polmoni e di altri organi. Nel
tipo 1 non vi è un danno primario al sistema nervoso
centrale. Nel
tipo 2 il danno al sistema nervoso è precoce e porta
a morte il paziente generalmente entro i primi due anni
di vita. Il
tipo 3 è caratterizzato da una neuropatia subacuta ad
insorgenza più tarda.
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NOTA
La
spondilite anchilosante è una
affezione sistemica di natura infiammatoria a decorso cronico progressivo,
con tendenza all’anchilosi, che colpisce elettivamente le articolazioni
sacro-iliache, le apofisi spinali e i tessuti molli paravertebrali. Più
raramente sono interessate le articolazioni periferiche o le spalle
(varietà rizomelica).
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NOTA
Un marcato aumento della γ-glutamiltranspeptidasi (più di cinque volte
il limite superiore di riferimento) giustifica unaccurata
indagine per un possibile abuso di alcool. Laumento
è dovuto sia ad una induzione dellenzima da parte
dellalcool sia al danno epatico ed è maggiore
negli alcolisti con epatopatia, tendendo a persistere
anche dopo astinenza. Per contro, solo circa la metà
degli alcolisti senza epatopatia presenta un aumento
della γ-glutamiltranspeptidasi.
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NOTA
Gli enzimi separati
elettroforeticamente su matrice solida (destrano,
agarosio, gel di poliacrilamide, acetato di cellulosa,
gel di amido) sono resi visibili aggiungendo direttamente
i substrati di reazione sulla lastrina. Nel caso delle
deidrogenasi, l’enzima viene evidenziato dalla
fluorescenza dell’NAD(P)H o dal colore che si sviluppa
per aggiunta di bromuro di tetrazolio e metasolfato di
fenazina. Nel caso delle fosfatasi, si aggiunge il
naftilfosfato; il naftolo, liberato nel corso della
reazione enzimatica, viene quindi fatto reagire con un
cromogeno.
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NOTA
Il
lisozima urinario
serve per il monitoraggio dei pazienti sottoposti a
trapianto renale in quanto è dimostrato che, nelle crisi
di rigetto, lescrezione urinaria di lisozima assume
dei valori patologici ancor prima di altri segni
bioumorali e ritorna alla norma dopo un trattamento
adeguato.
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NOTA
Per
l’interpretazione dei quadri elettroforetici, valgono i
seguenti intervalli di riferimento:
albumina: 29-53 g/L; α1: 1-4 g/L; α2: 4-10 g/L; β: 5-13 g/L;
γ: 7-17 g/L.
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NOTA
L’alcaptonuria è un raro difetto del metabolismo della
fenilalanina e della tirosina dovuto al deficit
dell’enzima omogentisico ossidasi. La malattia è
associata ad artrite ed ocronosi (per accumulo di un
pigmento nerastro derivante dall’acido omogentisico non
metabolizzato).
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NOTA
A pH
alcalino la matrice ialina dei cilindri o non si forma o
si dissolve. Per questo motivo, nellinsufficienza
renale grave, con poliuria e pH urinario tendente allalcalino,
il numero dei cilindri si riduce nonostante lestensione
del danno parenchimale. Poiché la precipitazione
endotubulare è favorita da una elevata concentrazione
dei soluti, anche nelle poliurie da diuretici la
cilindruria è nettamente ridotta. In base alla loro
struttura i cilindri sono distinti in ialini, cellulari (ematici,
epiteliali, granulocitari), granulosi, cerei e misti con
inclusioni (cellulari ed acellulari). Altri caratteri
distintivi dei cilindri sono la pigmentazione e il
diametro.
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NOTA
Il
citrato è prodotto dalle cellule tubulari. Si ritiene
che i citrati urinari siano capaci di ostacolare la
formazione dei cristalli nelle urine e che una
ipocitraturia rappresenti una condizione di rischio per
la comparsa di nefrolitiasi.
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NOTA
L’indacano è un
derivato dell’indolo che si forma nell’intestino
per azione della flora batterica sul triptofano. L’indolo
viene assorbito dall’intestino, ossidato e coniugato a indossilsolfato (indacano) a livello epatico.
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NOTA
I sali
biliari sono sintetizzati dal fegato e riversati
nell’intestino con la bile. Non si ritrovano normalmente
nelle urine, ma vi compaiono (colaluria) in corso di
ittero ostruttivo.
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NOTA
Il test
per i nitriti viene eseguito quale indice di una elevata
carica batterica nelle urine in quanto numerose specie (E.
coli, Aereobacter, Proteus, Klebsielle, Pseudomonas,
Enterococchi, Stafilococchi, etc.) sono capaci di ridurre
i nitrati a nitriti. Un risultato negativo al test non
esclude però la presenza di germi potendovi essere una
batteriuria da germi che non riducono i nitrati. Inoltre
è necessario che le urine secrete dal rene contengano già
una certa quantità di nitrati, derivanti da una dieta
ricca di verdure fresche, e che l’urina sia rimasta per
alcune ore in vescica per dar modo ai batteri di agire.
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NOTA
La
rabdomiolisi può essere causata da lesioni meccaniche,
ischemia, disturbi metabolici, infezioni virali, o
sostanze tossiche che danneggiano i muscoli.
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NOTA
Un
indice comunemente usato per una valutazione quantitativa
della selettività è il rapporto fra la clearance delle
IgG e la clearance della transferrina. La
proteinuria glomerulare è "altamente selettiva"
quando lindice è inferiore a 0,2; "moderatamente
selettiva" quando è compreso tra 0,2 e 0,5; "non
selettiva" quando è superiore a 0,5. La selettività
della proteinuria non è tuttavia sempre correlata alla
gravità della patologia, evidenziabile dal quadro
istologico, in quanto il danno può alterare
profondamente la permeabilità alle proteine, ma
interessare solo alcuni glomeruli.
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NOTA
La
classificazione delle
glomerulonefriti è basata sull’esame istologico della biopsia
renale e sulla gravità della malattia valutata in
relazione all’estensione e al tipo di lesione glomerulare.
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NOTA
Il
lupus eritematoso sistemico è una infiammazione cronica del tessuto
connettivo a patogenesi prevalentemente autoimmune che
coinvolge le articolazioni, i reni, le sierose e le
pareti dei vasi. Il termine latino lupus si
riferisce ad una lesione ulcerativa del volto che erode e
distrugge analogamente al morso di un lupo. Gli aggettivi
"eritematoso" e "sistemico" indicano
il rossore delle lesioni cutanee e la generalizzazione
del processo morboso a vari organi ed apparati.
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NOTA
La
malattia di Schönlein-Henoch è una porpora vascolare, non trombocitopenica,
che è probabilmente dovuta alla presenza di
immunocomplessi ed è associata a manifestazioni
articolari, digestive e renali di varia entità, con un
andamento prevalentemente acuto o recidivante.
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NOTA
Il
lisozima, che è normalmente filtrato dal glomerulo e
riassorbito dal tubulo prossimale, aumenta nelle urine
nelle nefropatie con danno tubulare, mentre rimane nei
limiti della norma nella sindrome nefrosica. Tuttavia
poiché il lisozima aumenta nel plasma nel corso dei
processi infiammatori e nelle leucemie, il suo valore
quale marcatore tubulare è limitato.
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NOTA
La cistinosi è un raro disordine metabolico dovuto
ad un difettoso trasporto della cistina attraverso la membrana
lisosomiale. Ne sono state descritte tre forme: le prime due (la
forma
infantile e la
forma giovanile) portano ad insufficienza renale,
mentre la
forma dell’adulto (molto rara) è benigna.
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NOTA
La
tirosinemia tipo I (o tirosinosi)
è una grave malattia ereditaria relativamente frequente fra la popolazione
del Quebec di origine francese (1:700 ), dovuta a deficit di
fumarilacetoacetato idrolasi e caratterizzata da spleno- e nefromegalia e
da cirrosi macronodulare. La
tirosinemia tipo II (o sindrome di
Richner-Hanhart) è una malattia ereditaria dovuta a deficit di tirosina
aminotransferasi epatica e caratterizzata da alterazioni cutanee ed
oculari, associate a volte a ritardo mentale. La tirosinemia neonatale,
spesso asintomatica, è dovuta a un deficit relativo di
p-idrossifenilpiruvato ossidasi; il disturbo è di più frequente riscontro
nei prematuri, recede in 1-4 settimane e può dare luogo a un lieve ritardo
mentale.
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NOTA
La
sindrome di Lowe è un disordine metabolico legato al cromosoma
X e caratterizzato da alterazioni del trasporto tubulare
con iperaminoaciduria, anomalie congenite dell’occhio (cataratta
o glaucoma) e ritardo mentale. La disfunzione renale è
analoga a quella che si osserva nella sindrome di Fanconi (vedi nota successiva), ma generalmente più grave.
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NOTA
Lalanina
aminopeptidasi è presente in tracce nel plasma, ma per
il suo elevato peso molecolare non viene filtrata
attraverso il glomerulo.
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NOTA
Lipercalciuria
primitiva o idiopatica sembra essere dovuta ad un aumento
dellassorbimento intestinale di calcio indipendente
dalla vitamina D o ad un insufficiente riassorbimento di
calcio nei tubuli renali.
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NOTA
Le
acidosi tubulari renali comprendono un gruppo di acidosi
metaboliche ipercloremiche secondarie a difetti dellacidificazione
dellurina. Sono classificate, in base alla
localizzzazione del difetto nel nefrone, in distali (tipo 1) e in prossimali (tipo 2). Le prime sono caratterizzate da una ridotta
capacità di escrezione degli acidi, mentre nelle seconde
vi è un difetto di riassorbimento del bicarbonato.
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NOTA
In caso di deficit di potassio, nel tubulo renale
vengono scambiati, con il sodio riassorbito, più ioni idrogeno che
ioni potassio; in questo modo, nonostante l’alcalosi, il paziente
elimina paradossalmente una urina acida.
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NOTA
La pressione parziale di ossigeno (pO2)
nel sangue arterioso è proporzionale alla piccola quota - circa il 2%
- dell’ossigeno totale che si trova disciolto senza essere legato
all’emoglobina. Una insufficienza respiratoria prevalentemente
ipossiemica è definita "di tipo 1" ed è dovuta ad una alterazione del
parenchima polmonare (polmonite,
edema polmonare,
sindrome da distress
respiratorio acuto) o ad uno sbilanciamento tra ventilazione e perfusione (embolia
polmonare,
malattie cardiache congenite di tipo
cianotico) che ostacola il passaggio di O2, permettendo
ancora una discreta diffusione di CO2. Una insufficienza
respiratoria ipercapnica ed a volte solo marginalmente ipossiemica è
definita "di tipo 2" ed è osservata nei casi di alterazione della
pompa respiratoria che comportano una insufficiente ventilazione
alveolare (affaticamento dei muscoli respiratori, malattie
neuromuscolari, intossicazione da oppiacei, coma). Per valutare il
grado dell’insufficienza respiratoria è utile rapportare la pO2
nel sangue arterioso alla frazione di ossigeno presente nella miscela
gassosa inspirata (FiO2). Un valore di pO2/FiO2
superiore a 350 mmHg è da considerarsi normale. Nel caso di pazienti
fortemente ipercapnici è più corretto prendere in considerazione la
pressione parziale alveolare dell’ossigeno (pAO2) piuttosto
che la frazione di ossigeno nella miscela gassosa inspirata. La
pAO2 si calcola in base alla formula
pAO2 = (patm -
pH2O) x FiO2 - pCO2
/ QR
dove patm è la pressione della miscela
gassosa inspirata, pH2O è la pressione di vapore saturo
dell’acqua a 37°C (= 47 mmHg) e QR è il quoziente respiratorio (=
0,8).
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NOTA
Il
morbo di Paget (o osteite deformante) è una affezione che
colpisce esclusivamente lo scheletro ed è caratterizzata
da un sovvertimento del normale turnover
dell’osso con formazione di un tessuto alterato nella sua
morfologia.
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NOTA
Il
furosemide è un diuretico indicato nel trattamento delledema
polmonare che trova impiego anche nell’insufficienza
cardiaca congestizia e negli edemi associati a
insufficienza renale, a sindrome nefrosica e a cirrosi
epatica. E inoltre utilizzato nel trattamento
dell’ipertensione lieve o moderata e per aumentare
l’escrezione del calcio nei pazienti affetti da ipercalcemia.
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NOTA
Liperossaluria
primaria comprende due rare malattie metaboliche
ereditarie. Il
tipo I dovuto ad un deficit dellalanina
gliossilato aminotransferasi. Il
tipo II è dovuto al deficit di un enzima che si
comporta sia come glicerato deidrogenasi che come
gliossilato reduttasi.
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NOTA
Alimenti
che contengono molto ossalato sono gli spinaci, il
rabarbaro e il cioccolato.
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NOTA
Nel
malassorbimento, gli acidi grassi non assorbiti si
combinano nel lume intestinale con il calcio rendendo
disponibile allassorbimento una maggiore quota di
ossalato.
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NOTA
Il
sodio del tessuto osseo costituisce una quota poco
utilizzabile e solo in alcuni casi (acidosi metabolica)
può verificarsi la sua mobilizzazione dai cristalli di
carbonato di sodio e il suo passaggio nel liquido
extracellulare.
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NOTA
I
peptidi natriuretici
hanno in comune una struttura ad anello, formata da 17 residui
aminoacidici e stabilizzata da un ponte disolfuro tra due cisteine.
Essi svolgono una azione diuretica, natriuretica ed anti-ipertensiva
attraverso una inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. L’α-ANP (Atrial
Natriuretic Peptide) è il principale composto
circolante sintetizzato sotto forma di un precursore
dall’atrio cardiaco sottoposto a tensione. Un altro peptide natriuretico è il BNP (Brain Natriuretic
Peptide) anch’esso sintetizzato dal cuore, ma isolato inizialmente nel cervello.
Due ulteriori peptidi natriuretici sono il CNP (C-type Natriuretic
Peptide) e il DNP (Dendroaspis Natriuretic Peptide).
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NOTA
Sia
l’acido glicerrizico, che si trova nelle radici di
liquirizia, sia l’acido glicerretinico, componente attivo
del farmaco antiulcera peptica carbenoxolone, hanno
attività mineralcorticoide.
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NOTA
Un
esempio di iponatriemia da diluizione autoindotta è un
eccessivo consumo di birra povera di sali accompagnato da
una assunzione assai limitata di proteine e minerali.
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NOTA
La
sindrome di Liddle è dovuta ad una marcata iperreattività del tubulo renale all’aldosterone.
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|
NOTA
Le
complicanze di un intervento di deviazione delle vie
urinarie nel tratto digerente dipendono dalla durata
dell’esposizione dell’urina sulla mucosa intestinale,
dalla composizione urinaria, dal tipo di tratto
intestinale impiegato e dalla concomitante malattia
renale. Nel caso di segmenti digiunali, le complicanze
consistono in una deplezione di sodio, cloro e
bicarbonato con iperpotassiemia. Le deviazioni che fanno
uso del colon sigmoide causano una perdita di bicarbonato
e possono provocare una perdita di potassio. Nei
procedimenti che fanno uso di segmenti ileali le
complicanze sono più limitate e l’acidosi ipercloremica
ipopotassiemica non è frequente.
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NOTA
Il
morbodi Addison è dovuto ad una diminuzione della sintesi e
dell’increzione degli ormoni corticosurrenalici per
atrofia della ghiandola endocrina.
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|
NOTA
L’ipoaldosteronismo
iporeninemico è caratterizzato da iperpotassiemia,
iponatriemia e, nella maggior parte dei casi, acidosi
metabolica ipercloremica. Questa sindrome si riscontra
frequentemente in soggetti anziani con diabete mellito
non-insulino-dipendente o associata a lupus eritematoso
sistemico, mieloma multiplo, uropatia cronica ostruttiva,
gotta, malattia drepanocitica, nefropatia da piombo,
nonchè nella fase post-trapianto renale e nel
trattamento con inibitori della prostaglandina sintetasi
o con ciclosporina.
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|
NOTA
Lo
pseudoipoaldosteronismo
tipo I è dovuto ad un difetto del recettore per i
mineralcorticoidi che si esprime solitamente entro i
primi 2 anni di vita con difetto della crescita, acidosi
iperpotassiemica, iponatriemia, ipotensione ed alti
livelli plasmatici di renina ed aldosterone. Lo
pseudoipoaldosteronismo
tipo II non sembra dovuto a un difetto del recettore
per i mineralcorticoidi, ma piuttosto ad un aumento del
riassorbimento del cloro nel tratto ascendente dell’ansa
di Henle; è caratterizzato da ipertensione e bassi
livelli plasmatici di renina e aldosterone.
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NOTA
Il
volume del plasma normale è costituito per il 93,1% da
acqua, per il 5,4% da proteine, per il 0,6% da lipidi e
per il 0,9% da altre molecole.
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NOTA
La
paralisi periodica
iperpotassiemica è un raro
difetto ereditario dovuto ad una alterazione del canale
del sodio nel tessuto muscolare che determina attacchi di
iperpotassiemia acuta (fino ad 8 mEq/L), debolezza
muscolare e paralisi.
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NOTA
Gli
apudomi sono neoplasie endocrine che originano da cellule
distribuite in tutto l’organismo con capacità APUD (Amine Precursor Uptake
and Decarboxilation),
capaci cioè di assumere dei precursori e di
decarbossilarli nelle corrispondenti amine biogene. La
sindrome diarrogena è comune a molti apudomi e tra
questi ricordiamo il glucagonoma (con iperproduzione di
glucagone), il gastrinoma (o sindrome di Zollinger-Ellison,
con iperproduzione di gastrina), il VIP-oma (o sindrome
di Verner-Morrison, con iperproduzione del Vasoactive
Intestinal Polypeptide), il PP-oma (o tumore a
cellule F, con iperproduzione del polipeptide pancreatico),
il carcinoide (con iperproduzione di 5-idrossitriptamina),
il GIP-oma (o tumore a cellule K, con iperproduzione del Gastric
Inhibitory Polypeptide), e il CCK-oma (o tumore a
cellule I, con iperproduzione di colecistochinina). In
alcuni casi (ad esempio nel VIP-oma) la diarrea si
accompagna ad una perdita di potassio nell’acqua fecale e
ad acidosi metabolica. In altri casi (ad esempio nella
sindrome di Zollinger-Ellison) l’ipopotassiemia è dovuta
ad una perdita renale di potassio associata ad alcalosi
metabolica.
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NOTA
La
sindrome di Bartter è dovuta ad una iperplasia dell’apparato iuxtaglomerulare e può insorgere in età infantile (accompagnata
ad un difetto di crescita) o in età adulta.
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NOTA
Il
carbonato di bario è usato in alcuni smalti per la
ceramica ma incidentalmente può essere scambiato per
farina e ingerito. I sali di bario impiegati come mezzo
di contrasto in radiologia non sono idrosolubili e non
costituiscono un rischio di tossicità.
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NOTA
La
paralisi periodica
ipopotassiemica familiare ha
carattere autosomico dominante, è più frequente fra gli
individui di razza caucasica, ed è caratterizzata da
paralisi flaccide del tranco e degli arti, che insorgono
solitamente di notte, e da manifestazioni acute di
ipopotassiemia con aritmie cardiache. La malattia è
probabilmente dovuta ad un errore nel trasferimento del
potassio indipendente dalla Na+/K+
ATPasi.
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NOTA
La
componente minerale dellosso è costituita da
idrossiapatite, Ca10(PO4)6(OH)2.
Questa forma cristalli fusiformi che si depositano nel
collageno e nella sostanza fondamentale con un
orientamento solitamente parallelo a quello delle fibre
collagene.
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NOTA
Gli
ioni calcio sono indispensabili per la coagulazione del
sangue. Essi inoltre aumentano la soglia del potenziale dazione
della trasmissione nervosa modificando la pervietà dei
canali del sodio e del potassio probabilmente per un
effetto di schermatura delle cariche negative sulla
superficie cellulare nelle aree di questi canali.
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NOTA
Le
perdite di calcio col sudore sono intorno a 0,3 mmol
nelle 24 ore. Durante lallattamento la donna perde
con il latte 4-8 mmol di calcio al giorno.
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NOTA
Lacido
fitico è lestere esafosforico dellinositolo
presente nei cereali grezzi.
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NOTA
Nelle
metastasi osteolitiche la distruzione ossea appare
mediata dagli osteoclasti che vengono attivati da fattori
rilasciati dalle cellule tumorali. Nel mieloma multiplo
hanno particolare importanza il fattore di necrosi
tumorale β, linterleuchina 1 e linterleuchina 6.
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NOTA
Un importante mediatore dell’ipercalcemia umorale
neoplastica è il PTHrP, un peptide secreto da vari tumori (carcinoma
bronchiale a cellule squamose, carcinoma mammario, carcinoma
prostatico, carcinoma renale) che produce alterazioni simili all’iperparatiroidismo
primario, ma con una ipercalcemia più pronunciata ed una tendenza
alla soppressione dell’1α,25(OH)2D (vedi
Par. 10.9b).
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NOTA
La
neoplasia endocrina tipo I è dovuta allinativazione del gene MEN 1
(probabilmente un gene soppressore tumorale) sul
cromosoma 11.
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NOTA
Lo
pseudoipoparatiroidismo è classificato come
tipo I quando vi è un insufficiente aumento dellAMP
ciclico nelle urine dopo stimolazione del rene con il
paratormone, come
tipo II negli altri casi (test di Ellsworth-Howard).
Nella forma più comune (tipo Ia) la membrana cellulare
del tubulo renale ha una scarsa quantità di proteina Gsα, parte del
complesso proteico che provvede al legame del recettore
del paratormone con lunità catalitica delladenilato
ciclasi.
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NOTA
Il magnesio regola l’increzione del paratormone in
modo simile al calcio ma con una potenza che è soltanto da un quarto
alla metà di quella del calcio. Così, l’increzione dellormone paratiroideo è stimolata da
una ipocalcemia o da una ipomagnesiemia di grado
moderato, mentre è soppressa da una ipercalcemia o da
ipermagnesiemia. Paradossalmente una marcata
ipomagnesiemia inibisce l’increzione del paratormone.
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NOTA
Tutte
le reazioni che prevedono la formazione o lutilizzazione
dellATP hanno bisogno di magnesio. Poiché il
magnesio è in gran parte legato all’ATP, una deplezione
intracellulare di ATP (provocata ad esempio da un carico
di fruttosio) provoca una fuoriuscita di magnesio dalle
cellule ed un aumento della magnesiemia.
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NOTA
Una
rara forma di ipofosfatemia di rilevanza clinica è stata
descritta in seguito alluso di antiacidi
complessanti il fosfato.
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NOTA
Lelevazione
della soglia renale per il fosfato nellacromegalia
e nelletà infantile è mediata dalla somatomedina
C (o fattore di crescita insulino-simile 1; vedi
Par. 10.2).
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NOTA
Nellipoparatiroidismo,
linfusione di calcio è seguita da un aumento della
perdita di fosfato nellurina in quanto il calcio di
per sé influenza il trasporto del fosfato nel rene.
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NOTA
La
calcinosi tumorale è una rara malattia ereditaria caratterizzata
da un innalzamento della soglia renale per il fosfato, da
iperfosfatemia e sviluppo di ammassi calcificati
periarticolari che vanno incontro ad un processo
infiammatorio cronico.
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NOTA
Nel
rachitismo ipofosfatemico è compromesso il trasporto del
fosfato attraverso lorletto a spazzola del tubulo
contorto prossimale del rene; la malattia è legata al
cromosoma X.
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NOTA
Nel
diabete incontrollato la perdita urinaria di fosfato è
secondaria alla diuresi osmotica.
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NOTA
La
concentrazione sierica della somatomedina A nei soggetti
normali è di circa 600 μg/L.
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NOTA
L’ormone somatotropo gioca un importante ruolo nel prevenire
l’ipoglicemia favorendo la lipolisi. Questo effetto
dell’ormone non sembra essere mediato dalla somatomedina
in quanto è stata descritta una variante di hGH con
scarsa azione iperglicemizzante, ma capace di stimolare
normalmente la produzione di somatomedina.
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NOTA
La sintesi della melatonina avviene
ad opera della N-acetiltransferasi, che catalizza la N-acetilazione della
serotonina e limita la velocità del processo biosintetico, e della
idrossindolo-O-metiltransferasi, responsabile della metilazione sul gruppo
ossidrile.
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NOTA
Gli ormoni glicoproteici ipofisari sono degli eterodimeri
formati da una
subunità α
non specifica e da una subunità β
diversa per ciascuno di essi.
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NOTA
Nel maschio, l’increzione di
vasopressina aumenta durante l’eccitazione sessuale, per tornare ai
livelli normali al momento dell’eiaculazione. L’increzione di ossitocina è
invece normale durante l’eccitazione sessuale, ma aumenta notevolmente
durante l’eiaculazione. Nella donna, la stimolazione tattile dei genitali
determina un aumento di increzione di ossitocina che raggiunge un massimo
durante l’orgasmo.
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NOTA
La nicotina ed il fumo di tabacco
determinano un aumento del livello di vasopressina nel sangue ed hanno un
effetto antidiuretico. L’etanolo inibisce l’increzione di vasopressina e
contrasta o abolisce del tutto l’effetto indotto dalla nicotina.
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NOTA
La
piridostigmina e l’arginina potenziano la risposta della
somatotropina al GHRH verosimilmente attraverso la
rimozione dell’inibizione somatostatinergica.
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NOTA
Un
eccesso di prolattina influenza negativamente la funzione
gonadica nella donna per inibizione della liberazione
pulsatile dell’ormone ipotalamico di rilascio delle
gonadotropine (GnRH; vedi Par.
10.6).
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NOTA
La
captazione dello ioduro da parte della tiroide può
essere inibita per competizione da altri anioni (perclorato,
tiocianato). La perossidasi tiroidea è inibita da
farmaci antitiroidei come il propiltiouracile e i
mercaptoimidazoli.
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NOTA
E
possibile distinguere due tipi di tessuto adiposo: il
tessuto adiposo secondario o bianco, che può subire
ampie oscillazioni fino ad una quasi totale scomparsa, ed
il tessuto adiposo primario o bruno, relativamente meno
suscettibile di variazioni quantitative in relazione al
metabolismo generale. Il tessuto adiposo bruno ha una
concentrazione singolarmente elevata di mitocondri, un
alto contenuto in citocromo c ed un alto consumo di
ossigeno; è dislocato prevalentemente a livello dei
segmenti cervicale e toracico della colonna vertebrale ed
ha una temperatura più alta di quella degli altri
tessuti ed una ricca innervazione simpatica.
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NOTA
La subunità β del TSH è costituita da 118 aminoacidi (15 kDa) ed è significativamente
diversa da quelle dellLH, del FSH e dellhCG,
pur presentando analogie strutturali. La
subunità α di 92 aminoacidi (14 kDa) è pressoché identica in tutti
e quattro gli ormoni.
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NOTA
La teca è costituita, all’interno, da
2-3 assise di piccole cellule rotonde particolarmente differenziate (teca
interna) e, all’esterno, da tessuto fibroso ricco di vasi e di fibre
nervose (teca esterna).
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NOTA
Nelle donne eutiroidee,
l’oscillazione pulsatile della concentrazione plasmatica della
subunità α delle gonadotropine dipende
esclusivamente dal livello di GnRH, sebbene questa subunità sia presente
anche nell’ormone tireotropo. La variazione della concentrazione
plasmatica della subunità α è perciò un buon
indice delle oscillazioni del GnRH nel sangue del sistema portale
ipofisario.
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NOTA
Sono
classificati in A gli effetti secondari allattivazione
della cascata dellinositolo trifosfato e in B gli
effetti connessi al cAMP. La stimolazione dell’increzione delle iodotironine (che è relativamente
rapida), lincorporazione dello iodio e la
proliferazione cellulare (che sono dilazionate nel tempo)
sono mediate dal cAMP, mentre la cascata dellinositolo
trifosfato promuove la produzione di H2O2
e la conseguente iodinazione, ma inibisce il trasporto
dello iodio.
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NOTA
Il
morbo di Basedow è caratterizzato da un gozzo tossico
diffuso con oftalmopatia infiltrativa e/o con livelli
misurabili di immunoglobuline (TBII) che, legandosi ai
recettori del TSH, stimolano continuamente la tiroide a
produrre quantità abnormi di T3 e T4.
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NOTA
La
gravidanza molare è caratterizzata da una anomalia del
corion con ingrossamento e rigonfiamento dei villi, che
si verifica nelle prime settimane di gravidanza in
assenza o con morte dell’embrione. Il coriocarcinoma è
un tumore maligno che si origina dalle cellule epiteliali
trofoblastiche proliferanti. L’iperemesi gravidica è la
comparsa nel corso della gravidanza di uno stato
patologico caratterizzato da vomito frequente ed
incoercibile. In tutte queste condizioni sarebbero
presenti nel plasma elevati livelli di asialo-gonadotropina
corionica, che stimola la funzione tiroidea.
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NOTA
L’adenoma
di Plummer è costinuito da un nodolo tiroideo,
generalmente solitario, che nel 10% dei casi risulta
iperfunzionante.
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NOTA
La
tireotossicosi fattizia è l’assunzione surrettizia di
ormoni tiroidei da parte di pazienti con turbe psichiche,
anche in considerazione dell’effetto stimolante di questi
ormoni.
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NOTA
Lo
struma ovarii è un teratoma dell’ovaio contenente del
tessuto tiroideo.
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NOTA
Laumento
degli acidi grassi non esterificati presenti nel sangue
eparinizzato è dovuto anche ad un incremento della
lipolisi indotta dalleparina in vitro, dopo che il
sangue è stato prelevato al paziente.
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NOTA
La
persistenza della soppressione del TSH dopo il ritorno a
valori normali delle iodotironine è un fenomeno che si
verifica sia nella tireotossicosi trattata, sia nellipotiroidismo
trattato con dosi eccessive di ormoni.
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NOTA
La
colinesterasi è dosabile in presenza di
acetilmetiltiocolina. Il prodotto di reazione (β-metiltiocolina)
viene fatto reagire con lacido tionitrobenzoico ed
evidenziato a 405 nm.
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NOTA
Un
saggio biologico per il TSH 10.000 volte più sensibile
dei metodi immunologici e capace di dosare concentrazioni
fino a 50 nU/L è basato sulla determinazione
microspettrofotometrica a 550 nm di un cromoforo prodotto
per azione della naftilamidasi microsomiale sulla leucil-β-naftilamide
in fettine di tessuto tiroideo di cavia. La membrana
lisosomiale è resa permeabile alla leucil-β-naftilamide
per azione del TSH.
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NOTA
L’avidina è una glicoproteina di 70 kDa capace di
legarsi saldamente alla biotina. Il complesso avidina-.perossidasi da
rafano può essere impiegato in numerose metodiche ELISA utilizzanti
anticorpi legati alla biotina (vedi nota successiva).
E’ più facile legare un anticorpo alla biotina piuttosto che
direttamente alla perossidasi di rafano che, con una massa molecolare
di 40 kDa, potrebbe dare luogo a problemi di ingombro sterico.
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NOTA
I
metodi immunologici che utilizzano un tracciante
luminescente sono definiti immunoluminescenti (Luminescent
Immuno Assay, LIA). Laptene può essere marcato
con un derivato dellisoluminolo (ad esempio, laminobutil-etil-isoluminolo),
che in presenza di perossido didrogeno e
microperossidasi si ossida emettendo luce. Altri
possibili tracciante sono la lucigenina (bis-n-metilacridinio
nitrato) e i fenilcarbossilati di acridinio, che a
differenza delle precedenti sostanze emettono luce in
presenza del solo perossido didrogeno, non
richiedendo quindi alcun intervento catalitico.
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NOTA
La 3β-idrossisteroide
deidrogenasi / Δ5-4 isomerasi
catalizza la deidrogenazione del gruppo 3β-ossidrilico
e la successiva isomerizzazione del legame Δ5
olefinico. L’enzima è espresso non solo nei tessuti con attiva
steroidogenesi (corteccia surrenale, gonadi, placenta) ma
anche nella mammella, prostata, fegato e pelle sotto
forma di diversi isoenzimi. L’isoenzima presente nella
corteccia surrenale e nelle gonadi è il tipo II.
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NOTA
L’enzima bifunzionale 17α-idrossilasi
/ 17-20 liasi ha come effettore allosterico il citocromo b5, che
aumenta l’attività liasica dell’enzima e l’utilizzazione del
17-idrossiprogesterone come substrato nella sintesi dell’androstenedione.
Per espletare l’attività liasica, l’enzima deve essere inoltre fosforilato
da una proteina chinasi.
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NOTA
L’elevato
livello di estrogeni in gravidanza determina un aumento
della sintesi di transcortina. Ciò comporta un aumento
della quota di cortisolo legata alle proteine, una
diminuzione del suo catabolismo e, in ultima analisi, un
aumento del livello di glicocorticoidi nel sangue.
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NOTA
Sono
stati isolati due isoenzimi dell11β-idrossisteroide
deidrogenasi: il tipo I, espresso principalmente dal
fegato, e il tipo II, espresso a livello della placenta e
del rene. L’enzima placentale protegge il feto dagli
effetti nocivi del cortisolo materno. A livello renale, l’inattivazione del cortisolo a cortisone, impedisce al
cortisolo di legarsi ai recettori dei mineralcorticoidi.
Un deficit dell’isoenzima tipo II determina la sindrome
da apparente eccesso di mineralcorticoidi (AME, Apparent
Mineralcorticoid Excess).
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NOTA
La 3’-fosfoadenosina-5’-fosfosolfato
è sintetizzata a partire dal solfato inorganico e
dall’ATP per azione combinata della ATP solfurilasi e
della adenosina fosfosolfato chinasi.
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NOTA
La
scissione proteolitica
della proopiomelanocortina genera diversi frammenti: lormone
stimolante i melanociti (α-MSH, β-MSH e γ-MSH), la
lipotropina (β-LPH e γ-LPH), la β-endorfina e la corticotropina (ACTH). Il
frammento N-terminale formato dai primi 24 aminoacidi
dellACTH ha le medesime proprietà fisiologiche
della molecola intera di ACTH, ma una vita media
leggermente più breve.
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NOTA
Lo
spironolattone è usato in caso di acne, seborrea del
cuoio capelluto ed alopecia androgenetica.
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|
NOTA
Il
clordiazepossido è un farmaco usato come tranquillante.
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NOTA
Lo stress,
l’ipoglicemia indotta dall’insulina e la febbre indotta
da pirogeni stimolano anche direttamente l’increzione di
ACTH.
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NOTA
L’adrenarca (l’aumento
di produzione di androgeni surrenali in assenza dell’aumento di produzione
di cortisolo o di ACTH) potrebbe derivare da un incremento dell’attività
della 17-20 liasi dovuto ad un aumento del citocromo b5 o ad una
fosforilazione dell’enzima (vedi nota
successiva).
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NOTA
I
recettori periferici per gli androgeni non legano il
deidroepiandrosterone e l’androstenedione, che non hanno perciò alcuna
azione biologica diretta. Questi composti sono tuttavia facilmente
trasformati in testosterone, che è invece un potente androgeno ed è
corresponsabile nella donna dello sviluppo pilifero ascellare e
pubico. La
sindrome da insensibilità agli androgeni (sindrome del testicolo
femminilizzante o sindrome di Morris) è un difetto genetico dei
recettori periferici che si trasmette come un carattere legato al
cromosoma X. La sindrome determina lo sviluppo di un habitus femminile
anche in soggetti con genotipo maschile, malgrado siano presenti i
testicoli (trattenuti di norma nell’addome)
ed una normale produzione di testosterone; poiché i testicoli
producono quantità normali dell’ormone
inibente i dotti di Müller (anti-müllerian hormone, AMH),
questi pazienti non hanno le tube di Falloppio, l’utero
e la parte prossimale della vagina, pur presentando genitali esterni
di tipo femminile.
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NOTA
L’iperplasia
surrenalica è conseguente ad una iperincrezione di ACTH per il venir
meno della inibizione esercitata dai glicocorticoidi a causa di un
blocco nella biosintesi del cortisolo. I deficit di 21-idrossilasi, 3β-idrossisteroide
deidrogenasi, desmolasi (enzima di scissione della catena laterale del
colesterolo) o StAR sono associati a sindromi da perdita salina,
mentre i deficit di 11β-idrossilasi
o 17α-idrossilasi
causano ipernatriemia ed ipertensione. Soggetti di sesso maschile con
deficit di 3β-idrossisteroide
deidrogenasi, 17α-idrossilasi,
desmolasi o StAR hanno generalmente genitali ambigui per inadeguata
produzione di testosterone durante il primo trimestre di vita fetale,
mentre soggetti di sesso femminile con deficit di 21 idrossilasi o 11β-idrossilasi
vanno incontro a un processo di virilizzazione (sindrome
adrenogenitalica). Le bambine con deficit di 17α-idrossilasi
hanno uno sviluppo intrauterino normale, ma non presentano sviluppo
mammario e/o menarca alla pubertà per inadeguata produzione di
estradiolo.
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NOTA
La 17β-idrossisteroide
deidrogenasi è presente in vari tessuti sotto forma di diversi isoenzimi. Nelle
gonadi e nella placenta la deidrogenasi riduce i 17-chetosteroidi in 17β-idrossisteroidi,
mentre nei tessuti bersaglio usualmente ossida ed inattiva quest’ultimi
composti.
L’isoenzima citoplasmatico tipo 1 è chiamato "estrogenico" in quanto
riduce l’estrone in estradiolo nella tappa finale della biosintesi degli estrogeni.
L’isoenzima tipo 2, presente nel fegato, nell’endometrio e nell’endotelio
dei vasi fetali della placenta, ossida il testosterone e l’estradiolo, rispettivamente,
ad androstenedione ed estrone. L’isoenzima microsomiale tipo 3 è chiamato "androgenico"
in quanto catalizza la riduzione dell’androstenedione in testosterone nell’ultima tappa della
biosintesi degli androgeni nelle cellule di Leydig.
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|
NOTA
L’ormone rilasciante le gonadotropine (GnRH) deriva dalla parziale idrolisi un precursore di 92
aminoacidi (pre-pro-GnRH). Gli ultimi 56 aminoacidi di questo precursore
proteico costituiscono un peptide associato al GnRH con proprietà inibenti
la prolattina. Nel midollo osseo e nella prostata (e in minore misura nel
cervello) viene espressa una seconda forma dell’ormone rilasciante le gonadotropine (GnRH II) di non chiaro significato biologico. Una terza
forma dell’ormone (GnRH III) è stata isolata nel cervello.
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|
NOTA
Le inibine sono
proteine eterodimeriche formate da una subunità α
e una subunità di tipo β (βA
o βB). Le inibine (αβA
e αβB) devono il proprio nome al fatto
di inibire la produzione ipofisaria di FSH. Al contrario, le attivine sono
omodimeri (βAβA
e βBβB)
che stimolano la produzione di FSH. Le attivine vengono inattivate nel siero
in quanto si legano irreversibilmente ad una proteina monomerica
denominata follistatina.
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NOTA
La
sindrome da ovaio policistico, che colpisce il 5-10% della
popolazione femminile ed è la causa principale di infertilità nella
donna, è caratterizzata da alterazioni del ciclo mestruale (oligomenorrea
con oligoovulazione e/o anovulazione), iperandrogenismo e bassi
livelli di SHBG (Sex Hormone-Binding Globulin). Frequente è
la comparsa di acne, diabete mellito da insulino-resistenza, disturbi
del metabolismo lipidico e malattie cardiovascolari.
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NOTA
La somatomammotropina
scompare rapidamente dal sangue e dalle urine della madre dopo un giorno dal
parto e dopo rimozione della placenta. Può ritrovarsi nelle urine di
pazienti con tumori del trofoblasto o coriocarcinoma del testicolo.
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|
NOTA
La
α-fetoproteina
è una globulina di 70 kDa di origine fetale, che è
sintetizzata dal sacco vitellino durante il primo trimestre e dal fegato
e, in piccola parte, dal tratto gastrointestinale fetale nel secondo
semestre. Dopo essere stata filtrata dal rene fetale, passa nel liquido
amniotico dove raggiunge normalmente i livelli massimi intorno alla
tredicesima settimana. Nel sangue materno, la sua concentrazione aumenta
in modo esponenziale, raggiungendo un valore massimo intorno alla
trentaduesima settimana.
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NOTA
La placenta produce
anche l’urocortina, un peptide di 40 aminoacidi che ha proprietà biologiche
simili all’ormone rilasciante la corticotropina (CRH).
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NOTA
Le solfotransferasi
sono una classe di enzimi che trasferisce un gruppo SO3-
dalla 3’-fosfoadenosina 5’-fosfosolfato (vedi
nota successiva)
sull’ossidrile degli steroidi, inattivandoli. Questi enzimi comprendono le solfotransferasi degli estrogeni e le solfotransferasi degli idrossisteroidi.
Le reazioni catalizzate dalle solfotransferasi sono ubiquitarie nel feto,
che è capace di formare il deidroepiandrosterone solfato nei surreni
direttamente dal colesterolo solfato, senza dover prima distaccare il gruppo
solforico. Questa via metabolica scompare nell’individuo adulto normale, ma
può ricomparire in caso di iperplasia o neoplasia surrenalica.
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|
NOTA
Il paratormone è prodotto dalle ghiandole
paratiroidee come un pre-pro-ormone di 115 aminoacidi, che viene
immediatamente scisso in pro-paratormone di 90 aminoacidi. La
rimozione di 6 aminoacidi dal versante carbossi-terminale porta alla
formazione dell’ormone maturo che consiste in un peptide di 84 aminoacidi.
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NOTA
Il gene della
calcitonina codifica per due peptidi
diversi mediante un meccanismo di splicing alternativo. Nelle
cellule parafollicolari C della tiroide si forma la calcitonina, che è un peptide di 32 aminoacidi,
da un precursore di 141 aminoacidi. Nelle tessuto nervoso si forma il calcitonin gene-related peptide (CGRP), che è un peptide di
37 aminoacidi, da un precursore di 128 aminoacidi. Il CGRP
interagisce debolmente con i ricettori per la calcitonina, ma è
riconosciuto da ricettori specifici ed agisce come vasodilatatore o
come neurotrasmettitore.
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|
NOTA
Il 7-deidrocolesterolo è un precursore del
colesterolo lungo la sua via biosintetica ed è trasformato in colesterolo per azione dell’enzima
7-deidrocolesterolo reduttasi. Un deficit congenito di questo enzima (sindrome
di Smith-Lemli-Opitz) è causa di ritardo psicomotorio, disturbi del
comportamento e di una serie di malformazioni.
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NOTA
L’enzima 25-idrossi-vitamina D 1-idrossilasi è
presente, oltre che nel rene, anche nella placenta e in alcuni tessuti
patologici (granulomi, tumori solidi, cellule T attivate).
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|
NOTA
Le
smart
drug sono dei composti di origine vegetale o sintetica, che
sono proposti e consumati soprattutto in ambienti giovanili
(discoteche, rave party, etc.) ed assicurano effetti eccitanti
nonché un aumento della performance, pur rimanendo nei limiti
della legalità. Un altro gruppo di composti ad azione psicotropa,
presenti nei normali circuiti di distribuzione, è costituito dai
comuni solventi di colle e vernici, che vengono assunti per inalazione
(sniffing).
I popper sono una serie di sostanze stupefacenti, appartenenti
alla classe dei
nitriti alchilici (solitamene nitrito di amile, etile o isobutile),
che sono vendute illegalmente nei sex shop, sono assunte per
inalazione e danno luogo ad effetti intensi, ma di breve durata,
seguiti da una brusca caduta della pressione con conseguente
sensazione di abbassamento delle funzioni psico-fisiche.
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NOTA
In alternativa, i
cannabinoidi possono essere ricondotti ad una struttura
di riferimento monoterpenoide, che implica un criterio di
numerazione diverso da quello riportato nel testo.
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NOTA
Il metodo EMIT (enzyme
multiplied immunoassay technique) si basa sullinibizione
di un enzima, usato come marcatore, a seguito della
formazione del complesso antigene-anticorpo. Il metodo PFIA (polarization
fluoro immuno assay) è basato sulla misura della
variazione della polarizzazione di fluorescenza dellantigene
a seguito del suo legame allanticorpo. Per RIA (radio
immuno assay) si intende una tecnica radioanalitica
utilizzante un anticorpo specifico.
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NOTA
Il flunitrazepam (rohypnol®)
determina uno stato ipnotico accompagnato ad amnesia retrograda e può
essere fraudolentamente somministrato alle vittime di violenze sessuali.
Altre sostanze usate a questo scopo sono la ketamina (vedi
Par. 13.1f) e l’acido γ-aminobutirrico (rape drug), un composto incolore e insapore facilmente mescolabile
a bibite.
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NOTA
Un derivato
dell’amfetamina capace di dare luogo ad intense
allucinazioni ed insonnia è lo
yaba (crazy medicine, hitler’s drug).
Questa droga, di basso costo e facile preparazione, fu
inizialmente sintetizzata dai chimici tedeschi durante la
seconda guerra mondiale per essere somministrata ai
soldati in battaglia. Il suo uso si è successivamente
diffuso in Tailandia e nel resto del mondo.
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NOTA
Viagra è il nome
commerciale del sildenafil, un inibitore della cGMP
fosfodiesterasi che determina un rilasciamento della
contrazione della muscolatura liscia sia dei corpi
cavernosi (causando una erezione) che degli sfinteri.
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NOTA
Amidi dell’acido lisergico (ergina,
isoergina, ergonovina) sono contenute anche nei semi di Ipomea violacea (Argyreia
nervosa), una varietà molto comune di convolvulacea rampicante
conosciuta come morning glory. L’ingestione dei semi, che sono
chiamati in gergo "brown pill" o "tropical cocoa pebbles",
provaca effetti simili all’LSD, ma molto meno potenti.
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NOTA
Lazione lesiva
dellassenzio,
liquore contenente estratti vegetali ora rientrato in commercio dopo
un lungo periodo di proibizione, è stata attribuita per molti anni ad
un terpene neurotossico (tuione) presente nelle piante del genere Artemisia.
La birra di miglio e mais a basso tenore alcolico di
alcune popolazioni autoctone del Sud Africa causa emocromatosi (vedi nota successiva) per il suo elevato contenuto in ferro e
contribuisce allinsorgenza della forma sporadica
della porfiria cutanea tarda (vedi
Par. 5.1) per diminuzione della uroporfirinogeno decarbossilasi
epatica.
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NOTA
Ciò si verifica in
misura notevolmente maggiore nei soggetti astemi. Per
quanto riguarda gli etilisti cronici, la marcata
diminuzione dellalcool deidrogenasi gastrica
potrebbe derivare da un danno diretto delletanolo
sulla mucosa o da fattori costituzionali. Il minore
livello di alcool deidrogenasi gastrica in soggetti di
sesso femminile potrebbe spiegare almeno in parte la
maggiore suscettibilità delle donne allintossicazione
alcolica.
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NOTA
Una eccessiva assunzione di alcool determina una
diminuzione della glicemia e, a dosi anche non molto elevate, può
indurre un coma ipoglicemico in soggetti diabetici trattati con
insulina esogena. Si è visto che l’alcool non solo causa una
ridistribuzione del flusso ematico intrapancreatico (attraverso un
meccanismo mediato dal NO e dal sistema vagale) che porta ad un
aumento della
increzione insulinica, ma, favorendo la conversione dell’acido piruvico
in acido lattico, inibisce anche
la gluconeogenesi epatica.
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NOTA
In alcune popolazioni (appartenenti
al ceppo mongolico) è carente l’aldeide deidrogenasi
mitocondriale con bassa Km per
l’acetaldeide. Poichè l’acetaldeide può essere
metabolizzata in questi casi solo dall’isoenzima citoplasmatico con bassa affinità per il substrato, la
sua concentrazione nel sangue raggiunge livelli più
elevati, rendendo il soggetto più sensibile all’alcool
per la comparsa di vasodilatazione e tachicardia.
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NOTA
La
psoriasi è una dermatosi eritemato-squamosa ad evoluzione cronica recidivante.
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NOTA
I
soggetti affetti da disomia del cromosoma Y (sindrome
di Jacobs) hanno un normale livello di testosterone, sono fertili
e generalmente indistinguibili dai soggetti di controllo. Essi tendono
tuttavia ad essere più alti della media e, a volte, possono mostrare
uno scarso rendimento scolastico, dimostrando un possibile limitato
effetto fenotipico della aneuploidia, nonostante l’esiguità del
contributo genico di questo cromosoma. Infatti, il cromosoma Y
contiene solo circa il 2% del DNA presente nella cellula maschile ed è
in gran parte incapace di andare incontro a fenomeni di ricombinazione.
I tratti, che sono controllati da loci presenti solo sul cromosoma Y,
vengono ereditati esclusivamente da padre in figlio. Uno di questi
loci (SRY,
Sex-determining region Y) è costituito dal gene che induce la
sviluppo del testicolo nell’embrione attraverso l’attivazione del
fattore di trascrizione SOX9 e il successivo incremento del fattore di
crescita Fgf9, che è necessario per una appropriata differenziazione
delle cellule di Sertoli. Mutazioni sul gene SRY danno luogo alla
disgenesia gonadica XY (sindrome
di Swyer), mentre traslocazioni di parti del cromosoma Y
contenenti il gene SRY sul cromosoma X danno luogo alla sindrome del
maschio XX (sindrome de la Chapelle). In prossimità dei telomeri del
cromosoma Y sono presenti due piccole regioni pseudoautosomiche (PAR1,
PAR2), che hanno la possibilità di ricombinarsi con regioni analoghe
situate sul cromosoma X. I geni presenti in queste regioni non vanno
incontro all’effetto Lyon di inattivazione selettiva del cromosoma X e
possono dare luogo ad alterazioni del dosaggio genico in caso di
aneuploidia. Ad esempio, la delezione del gene SHOX (presente nella regione PAR1
sul braccio corto del cromosoma) è causa della
discondrosteosi di
Léri-Weill.
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NOTA
La
sindrome di Edwards (o trisomia
18) è dovuta ad una trisomia del cromosoma 18 e dà luogo ad alterazioni
dello sviluppo ed a un grave ritardo mentale. Meno del 10%
dei pazienti supera il primo anno di vita.
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NOTA
La
sindrome di Patau (o trisomia D) è dovuta ad una
trisomia del cromosoma 13 e dà luogo a gravi alterazioni
dello sviluppo ed a un grave ritardo mentale. Solo il 10%
dei pazienti supera il primo anno di vita.
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NOTA
I
riarrangiamenti strutturali bilanciati dei cromosomi,
sebbene non predispongano ad alcun effetto fenotipico,
hanno come conseguenza una perdita totale o parziale
della fertilità a causa dellanomalo appaiamento e
migrazione dei cromosomi omologhi durante la meiosi. Ciò
può generare zigoti non vitali con frammenti cromosomici
od interi cromosomi sia mancanti che sovranumerari.
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NOTA
La
disomia uniparentale materna del cromosoma 15, che si
osserva in nati da donne in età avanzata, è dovuta ad
una mancata disgiunzione materna nella prima fase
meiotica. Ciò porta alla formazione di un zigote con una
trisomia 15, che è una condizione letale. Alcuni di tali
zigoti, tuttavia, possono subire, nelle fasi iniziali del
loro sviluppo, la perdita di uno dei tre cromosomi
omologhi con recupero, nei due terzi dei casi, della
normalità genetica e con formazione, nel rimanente terzo
dei casi, di un embrione con
sindrome di Prader-Willi.
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NOTA
La
sindrome di
Angelman (happy-puppet syndrome) è
caratterizzata da grave ritardo mentale, convulsioni,
ipotonia, andatura atassica, disturbi del linguaggio,
riso parossistico, microcefalia ed altre alterazioni
congenite.
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NOTA
La
sindrome di
Beckwith-Wiedemann è caratterizzata da
gigantismo neonatale, visceromegalia con macroglossia, onfalocele e
comparsa di tumori embrionali in età pediatrica.
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NOTA
La
sindrome di
Kallmann-de Morsier è caratterizzata da anosmia e ipogonadismo
ipogonadotropico idiopatico.
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NOTA
La
sindrome di
Di George è caratterizzata da ipoplasia del timo e delle
paratiroidi e da difetti cardiaci congeniti.
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NOTA
La
sindrome di
Smith-Magenis è caratterizzata da brachicefalia, ipoplasia
del volto, prognatismo, voce rauca, ritardo
nell’acquisizione del linguaggio con o senza disturbi
dell’udito, ritardo psicomotorio ed alterazioni del
comportamento.
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NOTA
La
sindrome di
Williams-Beuren è caratterizza da stenosi aortica
sopravalvolare, ipercalcemia, alterazioni del
viso e dei denti, deficit mentale e di crescita staturale.
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NOTA
Il sistema ABO costituisce il più importante
sistema di gruppi sanguigni compatibili a fini trasfusionali. Gli
eritrociti di gruppo O esprimono un antigene di superficie glicosfingolipidico (antigene H) formato da una catena polisaccaridica
(contenente fucosio, galattosio ed N-acetilglucosamina) unita a un ceramide di
membrana. L’antigene H viene modificato da una glicosiltransferasi,
che catalizza l’aggiunta di una ulteriore molecola di N-acetilgalattosamina (nei soggetti di gruppo A) o di galattosio (nei
soggetti di gruppo B) al glicosfingolipide. La
glicosiltransferasi è codificata da un singolo gene situato sul
braccio lungo del cromosoma 9 e presente in tre forme alleliche (i,
IA e IB). Gli alleli IA
e IB sono dominanti rispetto all’allele i e
codominanti fra loro, in modo che i soggetti omozigoti ii
risultano di gruppo O, i soggetti IAIA
e IAi risultano di gruppo A, i soggetti IBIB
e IBi risultano di gruppo B ed i soggetti
IAIB risultano di gruppo AB. L’antigene
H non è espresso del tutto nei soggetti con
fenotipo Bombay, che è
molto più raro rispetto ai precedenti. Gli
anticorpi contro gli antigeni, che non sono espressi sugli eritrociti
(antigene A nei soggetti di gruppo B, antigene B nei soggetti di
gruppo A, antigeni A e B nei soggetti di gruppo O, antigeni A, B e H
nei soggetti con fenotipo Bombay),
sono assenti alla nascita, ma compaiono immancabilmente nel corso del primo anno di
vita e sono generalmente costituiti da IgM. La produzione di questi anticorpi
è stimolata da antigeni presenti nell’ambiente.
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NOTA
La
neurofibromatosi è una malattia autosomica dominate caratterizzata dalla
comparsa di fibromi multipli e macchie cutanee color caffè-latte.
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NOTA
Il
rene
policistico si manifesta come carattere autosomico dominante ed è
caratterizzato da un progressivo ingrandimento delle cisti su entrambi i
reni.
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NOTA
I soggetti affetti
dalla sindrome di Lynch hanno un maggiore rischio ad avere tumori,
principalmente a livello del colon, del retto e dell’endometrio. La sindrome
si trasmette come un carattere autosomico dominante.
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NOTA
Il termine “antigene oncofetale”, per quanto
mantenga un proprio valore storico-scientifico, è stato attualmente
sostituito con quello più generale e più corretto di “marcatore
tumorale circolante”.
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NOTA
I tumori delle cellule germinali sono divisi in forme
seminomatose e
non seminomatose. I tumori non seminomatosi (il più delle volte
teratomi) producono di solito
α-fetoproteina,
dimostrabile con metodi immunoistochimici o attraverso l’aumento della
sua concentrazione plasmatica. In questo caso, può essere presente una
percentuale significativa di gonadotropina corionica sotto forma di
subunità β,
più che di molecola completa, e ciò ha importanti implicazioni per la
scelta del metodo di dosaggio di questo marcatore tumorale.
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NOTA
L’emofilia
A è un difetto di coagulazione del sangue per deficit di fattore VIII
(vedi Par. 7.3.1b).
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NOTA
Un locus
genetico è detto polimorfico se è presente nella
popolazione in due o più forme (alleli) caratterizzate
da una frequenza individuale non inferiore all1%.
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NOTA
Gli oogoni iniziano la meiosi fra
l’ottava e la tredicesima settimana di vita fetale. La meiosi si arresta
in profase I, riprende poco prima dell’ovulazione con la formazione e
l’espulsione del primo corpo polare e procede fino alla metafase II,
quando si arresta nuovamente. La meiosi termina solo con l’arrivo dello
spermatozoo che induce l’uovo a completare il processo di divisione e ad
espellere il secondo corpo polare.
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NOTA
Il
meccanismo che determina la stabilità delle sequenze
trinucleotidiche sembra in parte legato alla presenza di
triplette di tipo diverso intercalate nella sequenza di
triplette reiterate. Tali interruzioni sono diminuite o
assenti negli alleli instabili.
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NOTA
Una
instabilità di corte sequenze nucleotidiche ripetute
microsatellitari è presente anche nelle cellule tumorale
di pazienti affetti da
cancro ereditario non poliposico
del colon (vedi Par. 14.5). In questo caso, tuttavia, linstabilità
è limitata alle sole cellule neoplastiche ed è
secondaria a mutazioni puntiformi di proteine coinvolte
nella riparazione del DNA, mentre nelle malattie da trinucleotidi instabili lespansione delle sequenze
ripetute non è dovuta a geni estranei alle sequenze
stesse.
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NOTA
Per il
gene BRCA1 (legato al tumore della mammella) si calcola
che, sulla popolazione generale, si debbano effettuare
2500 test per scovare una sola mutazione.
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NOTA
Agli
inizi degli anni 70, il governo federale degli
Stati Uniti sovvenzionò un programma di screening
volto alla individuazione dei portatori del gene per lanemia falciforme fra la comunità afroamericana (vedi
Par. 7.2.1a). Il programma,
accolto con un iniziale favore dalla popolazione, ebbe
risultati fallimentari perché alcune compagnie di
assicurazione cominciarono a negare la copertura
previdenziale ai portatori del carattere, le compagnie
aeree si rifiutarono di assumerli credendo (erroneamente)
che avessero una maggiore probabilità di perdere i sensi
in alta quota, gli stessi eterozigoti per il difetto
ereditario (pur essendo perfettamente sani) furono
indotti a ritenersi malati, diversi commentatori
televisivi affermarono che la migliore soluzione al
problema sarebbe stata quella di suggerire a queste
persone di astenersi dallavere figli, alimentando
il timore che il programma di screening
nascondesse in realtà intenzioni genocide.
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NOTA
La
malattia di Tay-Sachs è difetto autosomico recessivo dovuto ad un
deficit della esosaminidasi A con accumulo a livello
cellulare di gangliosidi GM2.
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NOTA
Sotto il termine
distrofia muscolare si raccolgono un gruppo di gravi malattie
neuromuscolari a carattere degenerativo che causano atrofia progressiva
della muscolatura scheletrica. Sono geneticamente eterogenee e possono
essere ereditate come carattere dominante, recessivo o legato al cromosoma
X. Un sottogruppo di queste malattie è costituito dalle
distrofinopatie (distrofia muscolare di Duchenne e di Becker), che
sono caratterizzate da un errore sul gene che codifica per la distrofina,
presente sul cromosoma X.
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NOTA
L’enzima biotinidasi catalizza la
scissione della biotina dai peptidi e le proteine alimentari ed è
implicato nel trasporto della biotina nel plasma. Il
deficit di biotinidasi è accompagnato a ritardo di sviluppo, ipotonia,
convulsioni e manifestazioni cutanee (rash eczematoide, alopecia,
candidiasi).
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NOTA
La scelta delle patologie potenzialmente inseribili nei
pannelli tradizionali di screening neonatale non è a tutt’oggi
ancora guidata da
criteri scientifici obiettivi condivisi. Negli Stati Uniti sono state
operate scelte divergenti nei diversi Stati: si passa per esempio dal
Texas con 5 malattie analizzate alla California con 43. In Gran Bretagna,
dopo 7 anni di
studio pilota, è stata data l’approvazione ad una sola malattia
metabolica (il deficit dell’acilCoA-deidrogenasi
a catena media) da aggiungere alla fenilchetonuria già
sottoposta a controllo. In Italia
le patologie
sottoposte obbligatoriamente a screening neonatale sono la
fenilchetonuria, la
fibrosi cistica e l’ipotiroidismo;
alcune Regioni hanno tuttavia provveduto ad allargare l’analisi ad altre
patologie secondo modalità non omogenee. Vi è comunque unanime consenso
internazionale di utilizzare lo screening neonatale esclusivamente
come strumento di prevenzione di mortalità e morbilità e di escludere
pertanto dallo screening (1) patologie benigne che non diano segni
clinicamente manifesti durante tutto il follow-up, (2) patologie
precocemente mortali a cui lo screening non porterebbe alcun
giovamento perché le risposte del test, anche se tempestive,
arriverebbero comunque troppo tardi, (3) ogni altra patologia la cui
ricerca darebbe luogo ad un elevato numero di falsi positivi, che per
lungo tempo sarebbero causa di inutile ansia nelle famiglie.
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NOTA
Uno dei peggiori drammi medici del ventesimo secolo fu
la messa in commercio della
Thalidomide, un farmaco della casa farmaceutica tedesca Grünenthal ad
azione ipnotico-sedativa, il cui uso era consigliato in modo specifico in
corso gravidanza. Fra il 1957 e il 1962 il farmaco fu somministrato a
circa cinque milioni di pazienti in tutto il mondo e causò la nascita di
circa 20.000 neonati con gravi alterazioni congenite bilaterali dello
sviluppo degli arti (sindrome focomelica). Negli Stati Uniti il danno fu
più contenuto in quanto il farmaco non ottenne l’approvazione della
Food and Drug Administration a causa della incompleta documentazione
scientifica. In Italia la Thalidomide fu ritirata dal mercato nel 1962,
circa 6 mesi dopo analoghi provvedimenti adottati da altri paesi europei e
la nascita di 600-700 bambini focomelici. Il farmaco era venduto in forma
racemica e l’effetto teratogeno era legato ad uno solo degli
enantiomeri che agiva come inibitore dell’angiogenesi, interferendo
con lo sviluppo dell’embrione, specie se assunto durante le prime sette
settimane di gravidanza. L’altro enantiomero è responsabile dell’azione
ipnotico-sedativa, ma può subire una inversione chirale in vivo.
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NOTA
Il
CODIS (Combined
DNA Index System) è una banca dati di DNA creata dal FBI (Federal
Bureau of Investigation) per l’identificazione
di criminali, che consiste in 13 marker genetici su loci presenti
in 12 autosomi diversi. Per l’identificazione
del sesso si utilizza un primer specifico per l’introne
1 del gene per l’amelogenina,
una proteina presente nello smalto dei denti, che dà luogo ad un prodotto
di amplificazione di 106 pb, se proviene dal cromosoma X (AMELX), o di 112
pb, se proviene dal cromosoma Y (AMELY)
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NOTA
L’acidosi metilmalonica è una
acidosi organica (vedi Par. 6.1c)
dovuta al deficit metilmalonil-CoA mutasi, metilmalonil racemasi o
adenosilcobalamina sintetasi. La malattia in forma acuta può
determinare convulsioni, letargia e coma. A lungo termine, può essere
causa di ritardo mentale.
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NOTA
Una
sequenza di DNA a doppia elica si dice palindromica se
risulta identica quando è letta in direzione 5’-3’ sia
su un’elica che sull’altra.
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NOTA
Sono
disponibili programmi computerizzati capaci di
individuare i primer (solitamente di 20 o più
basi) più utili per la PCR e di aumentarne la specificità,
assicurando che la sequenza complementare sia
virtualmente unica nel genoma.
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NOTA
Nelle
tecniche di ibridazone, lRNA deve essere sottoposto
a denaturazione in quanto può contenere strutture
secondarie dovute al ripiegamento e allappaiamento
di regioni complementari al suo interno. Uno dei problemi
relativi alla manipolazione dellRNA è la sua alta
sensibilità alla ribonucleasi, che è un enzima
ubiquitario ed estremamente stabile.
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NOTA
L’etil glucuronide deriva dalla reazione di
coniugazione dell’etanolo con l’acido glucuronico catalizzata dalla
UDP-glucuronil transferasi, mentre l’etil solfato è formato dal
trasferimento di un gruppo solforico dalla 3’-fosfoadenosina 5’-fosfosolfato
(vedi nota successiva) all’etanolo
ad opera della solfotransferasi. Il processo di esterificazione
dell’etanolo a solfato è dello stesso ordine di grandezza del processo
di formazione del glucuronil derivato.
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NOTA
Altre droghe di origine vegetale,
chimicamente simili alla mescalina, sono l’efedrina
(β-idrossimetamfetamina), presente in piante del genere Ephedra,
e il
cathinone (β-chetoamfetamina, khat), contenuto nella
Catha edulis, le cui foglie sono consumate legalmente in diversi
paesi.
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NOTA
Altri
derivati della triptamina con effetti allucinogeni sono la
baeocistina, un derivato demetilato della psilocibina presente
in funghi del genere Psilocybe, la
bufotenina (5-idrossimetil-triptamina), presente nelle
secrezioni cutanee di rospi del genere Bufo e di altri anfibi
arborei, nei semi di piante del genere Anadenanthera ed in
funghi del genere Amanita, e la
dimetiltriptamina (DMT, cohoba), presente in diverse
piante (Mimosa hostilis, Psychotria viridis, etc.). Per
poter assumere la DMT per via orale, gli amerindi dell’Amazonia
preparano degli infusi (ayahuasca)
di piante contenenti questa droga, mescolate a piante di
Banisteriopsis caapi, nelle quali sono presenti
alcaloidi harmala (harmina, harmalina e harmalolo), che inibiscono
l’inattivazione della dimetiltriptamina da parte delle monoamino
ossidasi intestinali.
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NOTA
I liquori sono spesso assunti in
associazione con bevande “energizzanti” (energy
drink), contenenti alte concentrazioni di caffeina ed altre
sostanze capaci di aumentare la prestanza fisica (zuccheri, taurina,
etc.), al fine di alleviare alcuni sintomi soggettivi (cefalea e
vertigini) senza tuttavia eliminare le alterazioni psicomotorie
derivanti dall’abuso di alcool. L’assuntore di queste bevande è
pertanto portato a sottovalutare il suo stato di intossicazione
alcolica. Inoltre sia l’alcool che la caffeina esercitano un’azione
diuretica e possono causare un’eccessiva disidratazione.
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