Il
nostro genoma è rimasto invariato rispetto a quello dei nostri antenati del
tardo Paleolitico (50.000-10.000 a.C.), la cui sopravvivenza dipendeva
strettamente dalla caccia e dalla raccolta di cibo su terreni distribuiti su
ampi territori in ambienti differenti a seconda delle stagioni e degli eventi
climatici. Uno stile di vita sedentario in quest'era avrebbe significato
l'estinzione. Il fenotipo del genoma di Homo Sapiens dei giorni d'oggi, a
fronte di un simile genotipo, è molto differente da quello dei nostri antenati,
in primo luogo come conseguenza del fatto che gli stessi geni che trovavano
espressione piena in seguito ad uno stile di vita attivo, sono costretti a non
esprimersi o a mal esprimersi in seguito ad uno stile di vita prevalentemente sedentario.
Pertanto il nostro genoma è maladattato ed il risultato di questa inadatta
espressione genica si manifesta in patologie croniche quali aterosclerosi e
sindrome metabolica. 

In questo corso si daranno delle dimostrazioni di come
l'esercizio fisico determini l'attivazione di geni responsabili dell'ipertrofia
cardiaca e del muscolo scheletrico, dell'aumentata sintesi di citocromo c,
marker di densità mitocondriale e della capacità di ossidare acidi grassi,
della sintesi endoteliale di ossido nitrico ed di un più efficace controllo
glicemico. Alcuni di questi geni, che un tempo giocavano un ruolo fondamentale
nella sopravvivenza, causano ora, non adeguatamente stimolati a causa di uno
stile di vita sedentario, morte prematura da patologia cronica. Evidenze
scientifiche verranno proposte per supportare il fatto che le alterazioni
dell'omeostasi cellulare siano ridotte in individui fisicamente attivi rispetto
ai sedentari, a causa della stimolazione dei geni che la selezione naturale ha
modulato  come espressione dello stile di vita fisicamente attivo proprio
dei nostri antenati. In sostanza alcuni geni si sono evoluti nell'aspettativa
di una certa soglia di attività motoria per esprimersi in maniera fisiologica
e, pertanto, un esercizio fisico costante in culture sedentarie ripristina i
meccanismi omeostatici perturbati verso l'ambito fisiologico normale dell'Homo
Sapiens del Paleolitico. Questa ipotesi ci permette di chiederci dove i valori
normali fisiologici cambino come risultato del diventare sedentari. In
conclusione, nelle attuali culture sedentarie un'abituale attività motoria
quotidiana normalizza l'espressione genica verso modelli che avevano la
finalità di garantire la sopravvivenza nel tardo Paleolitico.