L’ingegneria geotecnica studia il comportamento meccanico dei terreni e affronta, con gli strumenti della meccanica, i numerosi problemi applicativi nei quali è importante conoscere la risposta del terreno alle sollecitazioni prodotte dalle opere o dalle modificazioni ambientali realizzate dall’uomo (fondazioni superficiali e profonde, scavi superficiali e opere di sostegno, scavi profondi e gallerie, infrastrutture viarie, terrazzamenti e interventi di stabilizzazione dei pendii, fenomeni di subsidenza,…).
Il corso si propone di fornire elementi di base della geotecnica che permettano di discutere alcuni temi applicativi riguardanti le grandi aree.
Lo studente apprenderà i principali elementi di base di meccanica dei terreni: la classificazione dei terreni, il principio delle tensioni efficaci, i criteri per studiare comportamento in esercizio e a rottura, le condizioni limite drenate e non drenate.
Con la parte dedicata ai temi applicativi gli studenti acquisiranno conoscenza dei più importanti rischi di natura idro-geologica, dei problemi legati alla stabilità dei pendii, e al miglioramento delle condizioni di stabilità; acquisiranno inoltre conoscenze dei moti di filtrazione, della consolidazione e della subsidenza delle grandi aree.
La conoscenza degli aspetti problematici e delle procedure di analisi consentirà all’Architetto di condurre una progettazione consapevole del paesaggio tenendo nel dovuto conto i problemi geotecnici ed insieme gli consentirà di interagire, con semplicità e competenza, con gli specialisti del settore.
Rapporti con altri insegnamenti
Il corso si propone di fornire contributi integrativi ai corsi di composizione architettonica e a quelli di progettazione territoriale, con l’analisi dei problemi dei centri storici in territori instabili, con l’esame delle condizioni di stabilità dei pendii e con quello delle infrastrutture che attraversano aree interessate da movimenti franosi, con la presentazione dei problemi di subsidenza di grandi aree urbanizzate.
Brevi cenni dello sviluppo della disciplina
Primi elementi di geotecnica sono espressi già nell’antichità: nei trattati di Vitruvio si trovano alcune indicazioni sulle tipologie di fondazione e sulle risposte di alcuni terreni. La geotecnica nasce allora con una impostazione sostanzialmente empirica: le esperienze positive e le disavventure registrate nelle fondazioni degli edifici vengono scritte e tramandate perché se ne possa tener conto nella successiva progettazione.
Un grosso impulso agli studi di geotecnica, come a quelli di molte altre discipline, si ha molti anni dopo durante l’Illuminismo e poi nell’ottocento quando si provò ad affrontare con la modellazione matematica una serie di problemi applicativi. Gli studi di Coulomb e Rankine sulla spinta che i terreni esercitano sulle opere di sostegno, gli studi di D’Arcy sulla filtrazione, quelli di Boussinesq per l’analisi dello stato tensionale in un semispazio elastico forniscono importanti contributi ancor oggi utilizzati.
La nascita della geotecnica moderna è però ancora successiva e può essere datata al 1936 quando Karl
Terzaghi formulò una importante legge sperimentale che, riconoscendo la natura multifase del terreno,
attribuì alla tensioni residenti nella fase solida un ruolo fondamentale nell’analisi del comportamento del
terreno (“Principio delle tensioni efficaci”). Con la formulazione di questa legge, Terzaghi riuscì ad
inquadrare tutti i contributi forniti precedentemente in un sistema coerente e razionale che costituisce
l’ossatura di base della geotecnica dei nostri giorni.
In analogia con altre discipline che studiano le costruzioni, nella geotecnica sono presenti diversi filoni: la
geotecnica empirica e sperimentale, quella teorica, quella degli aspetti realizzativi e tecnologici.
A differenza delle altre discipline, le caratteristiche meccaniche dei materiali non possono essere fissate dal
progettista, che al contrario deve avere gli strumenti per valutarle nel terreno interessato dal suo
intervento. Aspetto peculiare dell’ingegneria geotecnica è dunque la particolare importanza della
geotecnica sperimentale, quella che studia nelle prove in sito e in laboratorio il comportamento dei terreni.
Programma del corso
Di seguito sono presentati i titoli degli argomenti trattati nel corso. Il primo capitolo è dedicato alla
descrizione della composizione dei terreni, alla definizione delle grandezze fisiche necessarie per
caratterizzarlo, alle descrizione delle più comuni classificazioni. Nel secondo capitolo vengono definiti gli
strumenti della meccanica che possono essere utilizzati per lo studio del comportamento dei terreni. Il
terzo è dedicato alla geotecnica sperimentale, alla descrizione delle prove in sito e in laboratorio che
consentono di definire le caratteristiche meccaniche dei terreni, alla descrizione dei più comuni
comportamenti osservati. Dal quarto al sesto capitolo, vengono presentati gli elementi di base della
soluzione di semplici problemi applicativi riguardanti la filtrazione e la consolidazione, gli scavi superficiali e
le opere di sostegno, l’analisi della stabilità dei pendii.
1. NATURA E COSTITUZIONE DEI TERRENI
Origine dei terreni, ambiente di deposizione, mineralogia
Costituzione e struttura dei terreni
Proprietà intrinseche e proprietà di stato
Sistemi di classificazione: analisi granulometrica, limiti di Atterberg
2. MODELLAZIONE DEL COMPORTAMENTO MECCANICO DEL TERRENO
2.1 ELEMENTI DI MECCANICA DEL CONTINUO PER MEZZI PLURIFASE
Stati di tensione e deformazione in un continuo (richiami)
Tensioni totali - Pressioni neutre
Il principio delle tensioni efficaci
Condizioni di equilibrio di un continuo tridimensionale
Calcolo delle tensioni in condizioni litostatiche - capillarità
Condizioni drenate e non drenate
2.2 MODELLI COSTITUTIVI
Il modello di mezzo elastico
Applicazioni del modello elastico a un continuo plurifase : il terreno nel suo complesso come mezzo
elastico, lo scheletro solido come mezzo elastico
Il modello di mezzo plastico perfetto (criteri di rottura)
Applicazioni del modello plastico perfetto a un continuo plurifase : il terreno nel suo complesso
come mezzo plastico, lo scheletro solido come mezzo plastico
3. DETERMINAZIONE IN LABORATORIO DEI PARAMETRI DEI MODELLI
Sondaggi e prelievo di campioni
Prove in sito : prove penetrometriche, prove scissometriche
Le attrezzature di laboratorio
Compressibilità dei terreni a grana grossa e a grana fina
Compressibilità dei depositi naturali
Deformabilità e resistenza a rottura dei terreni a grana grossa e a grana fina
Misure in sito : spostamenti, pressioni interstiziali
4. MOTI DI FILTRAZIONE, CONSOLIDAZIONE E SUBSIDENZA
Carico idraulico e quota piezometrica, condizioni idrostatiche e idrodinamiche
Permeabilità, legge di d’Arcy, moti di filtrazione in regime stazionario e transitorio
Teoria della consolidazione monodimensionale
5. ANALISI DI STABILITÀ DEI PENDII
Metodi dell’equilibrio limite : stabilità di un pendio indefinito
Criteri di intervento di stabilizzazione
6. OPERE DI SOSTEGNO
Condizioni di equilibrio limite - Teoria delle spinte (Rankine e Coulomb)
Muri di sostegno
Paratie a sbalzo
Testi di riferimento:
Geotecnica - R.Lancellotta - Zanichelli
- Docente: AUGUSTO Desideri