L’essenza del ritratto greco del V sec. a.C. è stata vista nella fioritura delle immagini "ideali” degli uomini famosi, cui appartengono le statue dei tirannici o quella del poeta Anacraeonte: la figura, i gesti e il volto appaiono caratterizzati «secondo il canone di bellezza dello stile dell’epoca, non da tratti individuali» (Bernhard Schweitzer). Eppure, il percorso non fu troppo lineare, e il V sec. a.C. trasmette già plurimi esempi di volti più personalizzati: ma in che misura potevano riprodurre fedelmente i visi degli effigiati?
Un maggiore avvicinamento alla aletheia/veritas si verificò nella seconda metà del IV sec. a.C., come chiaramente suggerito dalle testimonianze letterarie e confermato dalla documentazione archeologica. La similitudo è un criterio di valutazione fondamentale nella Storia naturale di Plinio il Vecchio: Apelle dipinse ritratti talmente simili all’originale (indiscreta similitudo) che un indovino in grado di predire il futuro guardando il viso avrebbe indovinato quanti anni avesse l’uomo rappresentato e dopo quanto tempo sarebbe morto. Lisistrato di Sicione, fratello di Lisippo, fu il primo a riprodurre il ritratto derivandolo dalla faccia stessa e, versata della cera nello stampo in gesso, a emendare l’immagine; fece anche ritratti al naturale, mentre prima si cercavano di renderli più belli possibile, conciso giudizio in cui si condensa una storia del ritratto greco che vale più di tante trattazioni moderne. Straordinario poi un epigramma compreso in un papiro dell’Università di Milano pubblicato nel 2001 e oggetto di numerosi studi, che ha restituito oltre cento nuovi testi del poeta Posidippo di Pella: la composizione celebra la capacità di un bronzista, Ecateo, di avere scolpito l’effigiato (Filita), proprio come un uomo, senza aggiungere nulla dell’aspetto degli eroi, avendo il «giusto canone della realtà», una delle diverse allusioni (per contrasto) al canone di Policleto.
Il corso intende delineare gli svolgimenti della ritrattistica greca mediante lo studio di opere fondamentali, indagandone gli aspetti funzionali, iconografici e stilistici, con forte attenzione alle testimonianze antiche e al lessico critico impiegato nella trattatistica d’arte antica e ai luoghi di collocazione delle opere.